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Cibo

Questa pizzeria è stata sfrattata perché vendeva pizze troppo piccole

Pizza, sfratto e pazzia in un centro commerciale in provincia di Napoli.
Andrea Strafile
Rome, IT
Foto di Rossopomodoro Casoria via Facebook

Quella che sto per raccontarvi è la storia di una pizza che muore e poi risuscita. Una di quelle che si piegano a portafoglio e si mangiano passeggiando, che a ogni morso trasudano bontà e buonumore. Gli abitanti del posto già piangevano e si battevano il petto - perché quando chiude una pizzeria, buona per giunta, è usanza fare così - e si giocavano i numeri al Lotto (oltre a versare lacrime ci si affida alla Cabala) quando, improvvisamente e inaspettatamente, la sorte si è ribaltata di nuovo. Pizza, sfratto e pazzia.

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Ma andiamo con ordine. Il luogo del misfatto è il centro commerciale Multibit di Casoria nel napoletano. Protagonista sventurato il Rossopomodoro accanto al multisala. Con un colpo tanto basso quanto astuto, la proprietà del centro ha deciso di riappropriarsi del locale dove sorge la pizzeria della nota catena, denunciando senza pudore la maniera di servire il lievitato.

La motivazione? Presto detto. La loro pizza è troppo piccola, devono chiudere i battenti.

Come nelle migliori storie, però, le trame sono ben più sottili e oscure. La grandezza della ruota non c’entra affatto con l’onestà nei confronti di chi è affamato e paga, ma costituirebbe invece un’aperta offesa ai locali vicini, che rischierebbero di perdere clienti. Il giudice in primo grado ha dato ragione alla proprietà, emettendo una sentenza di sfratto da eseguirsi entro il 7 febbraio. Rossopomodoro, per non perdere anche l’onore, ha chiuso domenica 4, affiggendo cartelli masaniellici che recitano "Chiudiamo per pizze troppo piccole!". A subire il torto più grande, ovviamente, sono i 15 dipendenti che, dalla sera alla mattina, si sono ritrovati senza lavoro. Ma com’è possibile che un ristorante con regolari permessi di servizio al tavolo possa essere chiuso?

Qualche giorno fa avevo contattato l'avvocato della parte lesa, Angelo Pisani. “Non è possibile, infatti. In tutta la mia carriera non mi è mai capitato di sentire una sentenza tanto assurda” mi aveva spiegato “Questo è un ristorante pizzeria in un centro commerciale, produce piatti e pizze come tutti gli altri, anzi, con un fatturato annuo altissimo e un bel numero di dipendenti forse produce più degli altri. L’unico pretesto a cui potersi attaccare era la mancanza di una licenza per l’asporto. Ma Rossopomodoro ha già quella per servire ai tavoli, non si è mai sentito che debba farne una per il portar via. Al massimo è il contrario”.

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Foto per gentile concessione dell'Avvocato Angelo Pisani

Foto per gentile concessione dell'Avvocato Angelo Pisani

Foto per gentile concessione dell'Avvocato Angelo Pisani

“Ciò che è successo apre interrogativi sul settore del food: mostra la concorrenza assurda che esiste in questo mondo, gettando confusione intorno al mondo della pizza e dell’imprenditoria gastronomica tutta" aveva proseguito l'Avvocato "Vinceremo alla fine perché è follia, pura e semplice follia".

E alla fine hanno vinto davvero: alcune ore fa l’affondo ha funzionato, il ricorso è stato accettato, la pizzeria riapre le porte pronta a servire di nuovo portafogli gustosi. I cavalieri erranti non si fermano mai davanti alla prima sconfitta, quella sì che sarebbe una storia davvero tragica. Perciò, mentre le acque sembrano calme, pianificano il loro attacco finale.
A suon di pizze, alcune da mangiare, altre da dare in faccia.
Ma non di quelle piccole, non questa volta. E se hanno il cuore fiero e l’animo giusto, succede che vincono la loro battaglia. La pizza che era morta ora non lo è più. P.s. Ora mettetevi nelle orecchie Kiss From a Rose e rileggete tutto. Così potrete entrare nella tragicità del racconto. E giocatevi i numeri, non si può mai sapere.