La questione si fa un attimo più particolare quando non siamo seduti al tavolo dell’osteria, ma ci siamo concessi una cena in un ristorante stellato.
La domanda mi è sorta quasi spontanea una sera quando sono andato in un bistrot stellato romano in cui vado così spesso - Bistrot 64 - dove mi trovo sempre a parlare con i camerieri, sommelier, brigata e maitre a fine cena. Quella sera tutti i clienti erano andati via e ci siamo ritrovati fuori per l’ultima chiacchiera dopo che le sedie erano state sollevate e ho chiesto: “Ragazzi, non ci ho mai pensato: ma come funziona il sistema delle mance in uno stellato? Voglio dire, in genere si paga con la carta e coi vini si arriva a cifre grosse. È difficile pensare che qualcuno lasci dei soldi in più”. Proprio per il discorso di prima.In effetti non prendiamo tutte queste mance. A volte capita, ma non è la norma. Poi magari arriva la sera in cui la tavolata è di lavoro e si riesce a fare qualche decina o centinaia di euro, ma è raro.
A coordinare il tutto c’era Simone Pinoli, che il maitre in quel ristorante lo fa da più di vent’anni.Così a fine cena, nella saletta accanto, abbiamo fatto due chiacchiere su come funzionano le mance in un posto che è letteralmente tra i ristoranti migliori in cui si possa mangiare. Intanto sorseggiavo caffè preso in luoghi inaccessibili e la mia ragazza una tisana fatta sul momento con decine di erbe e servita nella teiera del primo Zar di Russia.“La prima cosa, la differenza più netta, la fa la nazionalità”, mi spiega.“Le mance hanno assolutamente le loro regole culturali: per cui se per esempio vengono dei clienti anglosassoni - britannici o statunitensi -, tenderanno non solo a darla, ma lo faranno con una precisa percentuale rispetto al conto pagato. Che in genere è del 10 o 12% rispetto al conto. La clientela europea spesso la lascia, ma più a sentimento che scientificamente calcolata e poi ci sono gli asiatici, che sono imprevedibili perché le loro regole variano da paese a paese. I giapponesi per esempio non te la lasceranno quasi mai, per loro è offensivo. Qualche volta capita che lo facciano se sono stati particolarmente bene e vogliono ringraziare alla maniera occidentale. Ma costruiscono degli origami di carta in cui mettere i soldi perché considerano darli in mano un simbolo volgare di profonda mancanza di rispetto” (Li amo, non smetterò mai di dichiararlo).I giapponesi per esempio non te la lasceranno quasi mai, per loro è offensivo. Se proprio vogliono ringraziarti all'occidentale costruiscono degli origami di carta in cui mettere i soldi perché considerano darli in mano un simbolo volgare
E gli italiani?“Gli italiani dipende, ma così come con tutti. In genere l’italiano che viene regolarmente a mangiare da noi lascia una mancia che può essere di dieci come di cinquanta euro; ma non dimenticare che rispetto ad anni fa ristoranti di questo tipo sono diventati più accessibili a tutti. Una volta, come mi raccontavano dei colleghi più anziani di me, c’era una ricchezza davvero importante e di conseguenza lo erano i prezzi. Ora si sono un po' abbassati, per cui l’appassionato o chi vuole festeggiare una ricorrenza se lo può permettere. Magari risparmia per mesi per venire qui, perciò potrebbe essere che non abbia messo in conto la mancia. Non è affatto un problema, si viene a vivere un’esperienza, non si può giudicare perché c’è una differenza di status, assolutamente.”La situazione di Simone è particolare, perché non è il manager solamente di un ristorante a tre stelle. È il manager di un tre stelle dentro un hotel a cinque stelle lusso, quindi è molto probabile che chi soggiorna nelle camere poi finisca col cenare a La Pergola. E parliamo di camere che arrivano a 12.000 euro a notte in cui dormi con un Pollock sopra al letto e un Tintoretto nel bagno.“Se ci sono dei magnati in hotel o principi può capitare che si arrivi anche a diverse centinaia di euro di mancia. Ma bisogna anche capire che il servizio qui deve essere oltre la perfezione, quindi non è sproporzionato. Ci sono delle situazioni di cui ho sentito parlare nelle quali la mancia non era solo a fine cena, ma per accaparrarsi un tavolo la sera, cosa che non potrei mai accettare assolutamente. Non si fanno differenze tra clienti, per nessuna ragione. Lavoriamo per prima cosa non per i soldi, ma per soddisfare il cliente.”Se ci sono dei magnati in hotel o principi può capitare che si arrivi anche a diverse centinaia di euro di mancia.
Comunque sia sono riuscito a sentire per telefono Vincenzo Donatiello, che gestisce la sala del ristorante Piazza Duomo di Alba dove in cucina c’è Enrico Crippa e al momento è il 15esimo ristorante migliore del mondo. Anche qui ci sono delle camere accoglienti, ma non parliamo di un classico sistema di albergo di lusso: è più una coccola di fine cena dove dormire piacevolmente.Dalle chiacchiere coi due maitre ho trovato punti di contatto come nuovi spunti.“È vero quello che dice Simone: la differenza più netta la fa la nazionalità. In genere la zona mitteleuropea varia, quella americana lascia sempre meno mance perché si sono abituati anche da loro ad avere il servizio incluso e i clienti scandinavi hanno comportamenti molto diversi: c’è chi viene per l’esperienza e lascia mance generose o no e chi invece investe in cantine o ville da queste parti quindi si è “italianizzato” anche sul fattore mance. Hanno un enorme potere d’acquisto in genere. I giapponesi non la lasciano per principio, ma ci capitano personaggi tra i più ricchi del mondo che compaiono anche su Forbes. A volte in quei casi ci scappano anche centinaia di euro e rarissimamente migliaia”.Non sei obbligato a lasciare una mancia. Ma se lasci anche qualche moneta non ti giudicheremo per nessun motivo.
E poi c’è il fattore cucina: i cuochi non stanno in sala quindi non hanno fisicamente la possibilità di ricevere la mancia. Il discorso della mancia va a toccare però anche discorsi politici, e contrattuali, come mi spiega Simone.“Pensa che i contratti della sala sono contratti nazionali, per cui funzionano a ruolo in qualsiasi posto. Per legge un commis di un ristorante di livello basso o medio deve prendere in busta paga quanto il commis di un tristellato. Ma come puoi capire non è giusto, perché da noi bisogna avere un’attenzione millimetrica, oltre al fatto che magari i ragazzi sanno più di due lingue, hanno studiato per fare questo lavoro e hanno fatto esperienze all’estero. Per cui la mancia a fine settimana non è solo un più, è un premio che secondo me gli spetta di diritto per colmare i vuoti delle norme contrattuali.”.Per legge un commis di un ristorante di livello basso o medio deve prendere in busta paga quanto il commis di un tristellato.
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