Sui Navigli apre Cantina Urbana, dove fanno il vino, te lo vendono e ti ci fanno anche sbronzare
Foto per gentile concessione di Cantina Urbana

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Sui Navigli apre Cantina Urbana, dove fanno il vino, te lo vendono e ti ci fanno anche sbronzare

Da Cantina Urbana a Milano si fa il vino, lo si fa invecchiare, e lo si vende sfuso o imbottigliato. Tu te lo puoi sparare a casa o in cantina, durante un grandioso aperitivo.
Roberta Abate
Milan, IT

Non sono un’esperta di vini, diciamolo subito, tanto è vero che qui su Munchies non troverete nessun mio apporto significativo al dibattito "meglio i vini naturali o il Tavernello?".

Una cosa per cui invece mi fregio di essere un vero cane da tartufi è il riconoscimento di format che potrebbero farcela in questa giungla milanese, piena di locali fotocopia, hamburgherie che sparano dalla cucina centinaia di polpette di presunta fassona o pizzerie napoletane, “ma quella più buona di Napoli”.

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E l’altro giorno devo dire che Cantina Urbana mi ha entusiasmato. Il concetto è abbastanza semplice, sebbene possa alle prime farvi venire qualche dubbio. Parliamo di una cantina cittadina, dove il vino si assembla e si invecchia, dove comprare bottiglie di sfuso, fare degustazioni e mangiare qualche salume e formaggio di qualità. Tutto questo in uno spazio ex industriale poco sotto la circonvallazione esterna, sul Naviglio Pavese (via Ascanio Sforza 87). È, o non è, una cosa che rischia di gasare una buona fetta della popolazione milanese?

Michele Rimpici, ideatore di Cantina Urbana, viene dal mondo del retail e successivamente del vino. “Il progetto nasce due anni fa. Era tanto tempo che mi occupavo di vini e dopo un viaggio a New York mi è venuta voglia di provarci anche io. E ho pensato proprio di farlo in città, per avere un posto accessibile dove aprire le porte e far vedere come si fa il vino.”

Michele Rimpici cantina urbana

Foto per gentile concessione di Cantina Urbana.

Michele ci spiega durante l’anteprima di Cantina Urbana - che apre ufficialmente venerdì 12 ottobre - che non avendo lui una famiglia di vignaioli alle spalle, né tantomeno un territorio agricolo di riferimento, Milano è stata una scelta quasi naturale.

Foto per gentile concessione di Cantina Urbana.

Insieme a un enologo e ad altri ragazzi - tutti giovanissimi - che si occupano di servizio, comunicazione e ingredienti, Michele ha dato vita a questo spazio a pochi passi dal centro, capace di avvicinare tutti al vino, a vari livelli.

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E se tutte le grandi cantine hanno dalla loro terroir e tradizione, il patrimonio di Cantina Urbana è “di avere un grande network di vignaioli italiani uniti dalla stessa filosofia. Partecipano al nostro collettivo usando il nostro protocollo. Cerchiamo vignaioli artigianali, senza per forza certificazioni bio, ma ci piace che usino il meno chimica possibile in cantina.” Oltre a quello la cosa che Michele cerca dall’uva che acquista è una grossa personalità - che poi siano uve siciliane, lombarde o piemontesi non importa.

Ovviamente la parte che più fa tremare le ginocchia è la possibilità di vinificare in città, a pochi metri da uffici o banalmente dalla vostra cara linea 90/91. Lo stabilimento, ancora work in progress almeno quando varco la soglia, è però molto moderno, attrezzato per tutta la lavorazione: Michele ci fa vedere come funziona la pigiatrice, ci illustra i tini di acciaio da lui disegnati, le botti di legno e le anfore in terracotta.

Le bottiglie per il vino sfuso. Foto dell'autrice.

È molto bravo a vendere la sua idea: in un momento in cui il naturale sta iniziando a far parlare di sé e le persone sono alla spasmodica ricerca di ambienti 'incontaminati', Michele prova a conciliare due aspetti apparentemente antitetici. “Chi lavora in maniera artigianale non deve per forza legarsi a delle etichette.” E continua: “Questo posto ha un’anima urbana e artigianale allo stesso tempo”.

Alla solita domanda sui solfiti sì, no, forse risponde: “Ovviamente tendiamo a utilizzare un basso dosaggio di solfiti, ma questo ovviamente dipende dal vino: il nostro standard è sotto i 100 mg a litro per i rossi, con le uve bianche si fa più fatica, ma ci proviamo. La cosa importante è che conosciamo chi produce le uve: grandi quantitativi di solfiti spesso vengono utilizzati nei vini di grande distribuzione e che hanno delle uve di bassa qualità.”

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Il momento dell'etichettatura del vino. Foto dell'autrice.

Quello che si potrà fare - e acquistare - da Cantina Urbana è presto detto: vini sfusi (rossi, bianchi e rosati), che si scelgono, imbottigliano ed etichettano a piacimento del consumatore. L’unica cosa che i ragazzi della cantina tengono a precisare è che si dovranno utilizzare le loro bottiglie, che costeranno al massimo 1 euro, e che sono state scelte per tenere bene la pressione. Ovviamente i vuoti si potranno riutilizzare, se ancora in buono stato, anche per il prossimo refill.

L’idea dello 'sfuso' è quella di un approccio facile e divertente al vino, attraverso la personalizzazione per quanto possibile. Anche in questo caso, ovviamente, il vino sarà di buona qualità e con un aggiunta di solfiti minima.

Il primo prodotto in cantina e imbottigliato, invece, vedrà la luce la prossima primavera: si chiama Naviglio Rosso Vendemmia 2018 e viene invecchiato nelle anfore a vista nella cantina. Nel frattempo si potranno comprare altre bottiglie di altri produttori affini alla filosofia e al protocollo di CU.

E dopo aver scelto il vostro vino, e deciso di berlo proprio in Cantina, potrete accompagnare il tutto con dei taglieri di grandissima qualità: il pane ad esempio arriva da Cascina Sant’Alberto - diverse tipologie tutte a base di lievito madre - i formaggi sono de Il Boscasso (Ruino, PV) e i salumi di Cinta Senese.

Foto dell'autrice.

Voi avete trovato un nuovo posto dove fare l’aperitivo, io un format di cui parlare ai miei amici per far vedere loro quanto ne so di locali a Milano. Tutti vincono insomma.

Cantina Urbana è aperta dal Lunedì al Martedì dalle 10 alle 21; dal Mercoledì al Sabato dalle 10 alle 24.

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