Scegliere vini economici ristorante
Foto di Rudy Travagli per gentile concessione di Enoteca La Torre

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Cibo

Ho chiesto a un sommelier che vini scegliere a cena se non hai molti soldi

Dai 15 ai 60 euro, come bere bene al ristorante se non hai tanti soldi, ma vuoi fare una figura discreta a cena.
Andrea Strafile
Rome, IT

Leggi piatti come il piccione ricoperto di caviale e ti convinci che 120 euro per tutta quella roba è più che onesto. Chiami, prenoti, e poi hai un solo pensiero fisso: ok, ma il vino???

Quando vai fuori a cena, soprattutto se hai deciso di fare una cena gourmet, lo fai con la consapevolezza di tornare col portafogli più leggero. Il denaro è sempre, volente o nolente, l’ago della bilancia più immediato che ci sia: se la cena è buona, è un piacere pagarla, se è anche solo così e così senti come se ti avessero appena tolto senza motivo la spesa per una settimana. E ti senti un imbecille.
Per evitare che questo accada, si fanno due cose.
Si consultano guide e amici e si vanno a vedere i menù sul sito.

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Sei lì, sulla schermata, e leggi piatti come il piccione ricoperto di caviale o i cappelletti ripieni di tonno dell’Alaska più altre cinque o sei portate, e ti convinci che 120 euro per tutta quella roba è più che onesto. Chiami, prenoti, e per il resto del tempo hai un solo pensiero fisso: ok, ma il vino???

I menù degustazione, e cito questi perché sono l’esempio più facile quando si parla di un certo tipo di ristoranti, sono sempre prezzati solo per le portate che mangerai. Quello che non puoi sapere è quanto potrà costarti il tutto abbinato a una bottiglia di vino o a un pairing in cui ogni portata ha il suo calice. E possono essere dolori, veri.

Menù sommelier vini economici cena gourmet

Un esempio di menù stellato. Grab via Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni.

Siccome è ancora in auge la regola per cui se vai a cena in un gourmet o in uno stellato e non bevi nulla, sei un po' sfigato, dato l’assunto che il vino è uno dei piaceri migliori per condividere la tavola, ho pensato di aiutarvi a non rinunciare alla vostra bottiglia, se non avete molti soldi in tasca.

Per farlo ho contattato uno dei migliori sommelier d’Italia e mi sono fatto dire quali vini prendere al ristorante per risparmiare.
Ad aiutarmi è stato Rudy Travagli, che oggi gestisce la cantina di Enoteca La Torre, il ristorante a una stella Michelin dove sono custodite migliaia e migliaia di bottiglie di vino, che arrivano anche a prezzi come 900 euro al calice.
Rudy ha una sua filosofia nella mescita del vino, che fa al caso nostro: come abbino un vino a un piatto moderno? Semplice, non lo abbino. I piatti di oggi hanno spesso e volentieri tutte le caratteristiche per completarsi da soli, quindi per lui scegliere la bottiglia giusta è scegliere lo stato d’animo che si vuole avere durante la serata.

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La domanda è una, semplice, imperativa, disperata: ci sono dei vini che posso scegliere a cena per non finire in bancarotta?
“Certo che ci sono, e sono anche parecchio interessanti a volte”, mi ha risposto Rudy.
Ok, il primo passo è fatto.
Alla prima domanda ne segue una ancora più importante.
Quali vini devo scegliere a cena se non ho molti soldi?

Rudy ha una sua filosofia nella mescita del vino, che fa al caso nostro: come abbino un vino a un piatto moderno? Semplice, non lo abbino.

Il gioco sta tutto nel prezzo: gli ho chiesto di dirmi quali sono i prezzi da enoteca, da ristorante e da ristorante gourmet per una stessa bottiglia e che la bottiglia non poteva superare i 60 euro, personalmente considerato come lusso estremo.

Iniziamo con il Vermentino. Di media siamo sui 10 euro in enoteca, 18 in un ristorante normale e 30 con il massimo ricarico in un ristorante gourmet. Il Vermentino della Maremma. È uno di quei vini che producono regolarmente, quindi in poche parole ce n’è e non costa tanto. “Essendo ancora una denominazione giovane, i prezzi sono ancora contenuti. È fresco, sapido e di qualità”, mi dice Rudy. Se vi piace il bianco un po' più corposo allora scegliete il Verdicchio, che costa un pochino di più, ma tipo di un euro o due. Con 35 euro al massimo del suo ricarico vi portate a casa un vino sapido, corposo e fruttato, stando attenti a scegliere quello marchigiano, ché quello laziale fa un po' cagare. “Quello dei Castelli di Jesi ad Apiro viene affinato nel cemento e conserva una bella eleganza”.

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Se vogliamo bere un grande Nebbiolo spendendo il giusto, lasciamo stare Barolo (SIGH ☹) e Barbaresco. Optiamo invece per denominazioni meno famose ma altrettanto grandi come Boca, Ghemme e Gattinara”. Bere piemontese bene e a poco si può e ora sono un po' più felice.

Se amate le bollicine, ma gli champagne sono ovviamente esclusi dalla lista in modo da non farvi prendere un colpo a fine cena, Rudy suggerisce il Trento Doc, tra i migliori spumanti per qualità-prezzo. Seduti sotto tovaglie stirate potete pasteggiarci senza sfigurare con il sommelier di turno con 50 euro. Mettiamolo nella categoria “lusso estremo” di questa lista.

Per chiudere la categoria bianchi, abbiamo lasciato per ultimi quelli un pochino più costosi, ma decisamente abbordabili.
“Ci sono dei grandi bianchi che non ti costano un occhio della testa”, mi dice Rudy. “I migliori bianchi in circolazione per me si trovano in Alto Adige, nella zona di Terlano. Qui fanno dei Pinot Bianchi che non hanno niente da invidiare ai migliori vini del mondo”.
Capito? Con 30/40 euro a bottiglia vi portate a casa uno dei migliori vini del mondo e il portafogli con magari ancora qualche soldo dentro.
Se invece volete sperimentare con gusti un po' più intensi e strutturati, allora la scelta cade sugli Chardonnay della Valle d’Aosta. “In Valle d’Aosta fanno dei vini tra i più interessanti che ci siano: c’è chi ha puntato sullo chardonnay ad altitudini impressionanti e fa dei vini con ottima struttura. Se potete spendere un pochino di più è consigliatissimo”. Dai 30 ai 60 euro.

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Sinceramente io ho una regola, magari stupida, ma funziona. Se fa caldo prendo un bianco, se fa freddo prendo un rosso. (Sì, potete insultare la mia orrenda generalizzazione, potete).
Andiamo a vedere allora quali rossi scegliere se anche voi, come me, non c’avete ‘na lira ma volete bere bene. E qui ci si diverte.
Piemonte, Puglia, Sicilia, Basilicata, Emilia-Romagna. Dove caschi, caschi bene.

Partiamo dal Piemonte, patria dei più grandi rossi del mondo. Quella che da i natali al Barolo, di cui personalmente mi scolerei diverse casse a sera, ma non si può.
“In Piemonte si producono vini tra i migliori d’Italia e non solo. Se vogliamo bere un grande Nebbiolo spendendo il giusto, lasciamo stare Barolo (SIGH ☹) e Barbaresco. Optiamo invece per denominazioni meno famose ma altrettanto grandi come Boca, Ghemme e Gattinara”. Bere piemontese bene e a poco si può e ora sono un po' più felice.
Tutti e tre ovviamente predisposti all’invecchiamento con gusti che vanno dal lievemente strutturato della Gattinara all’equilibrio elegante del Ghemme. Il prezzo va dai 27 ai 50 euro.

Tra i vini più interessanti che ci sono in circolazione in questo momento, quelli della zona dell’Etna spiccano su tutti. Il costo si aggira intorno ai 25 euro e si ha “un rosso solitamente scarico di colore ma complesso, speziato e minerale. L’Etna oggi è la zona più dinamica e in espansione che ci sia”, suggerisce Rudy Travagli.

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Il sangiovese di Romagna della zona di Predappio, grande classico, è anche lui uno dei vini da scegliere se non si hanno soldi da buttare. “Con questo clone R24 usato per ripopolare il Chianti, qui si può trovare tutte le carte per un grande vino, con l’affinamento in legno che dona complessità a ottimi prezzi”. Con 25/30 euro, prezzo da ristorante, si ha un’altra ottima bevuta.

E finiamo la piccola guida a bere bene quando non sai come pagare le bollette con il caldo vino del sud. “Al sud abbiamo il Nero di Troia nella denominazione Castel del Monte, in Puglia, che è solitamente ricco in frutto, tannino e molto “potente”, appaga il palato. E può costare anche 15 euro.”
E poi, l’inaspettato, l’Aglianico che non è campano, ma lucano.
“L'aglianico è una delle grandi uve italiane, conosciuto maggiormente per la produzione del Taurasi, rende grandi anche altre zone confinanti la Campania, come in Basilicata nella provincia di Potenza. Qui si produce l'Aglianico del Vulture, un vero vino di pregio del sud Italia, che va dai 27 ai 50 euro”.

Da nord a sud, centro e isole, ora sapete più o meno cosa scegliere in base a quanto potete permettervi. Senza sfigurare davanti al sommelier e senza fare una cena intera con acqua naturale. Le zone, i prezzi, i ricarichi, credo di aver messo tutto. E di aver dimostrato che non c’è bisogno di prendere un Petrus del ’98 da 4000 euro per bere bene a cena fuori.

Se poi siete veramente con due euro in tasca che avanzano, nessun problema, c’è anche lo stellato con il Tavernello in carta a 1 euro il litro.
O meglio c’era, ma non tarderà a tornare.

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