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‘Sex and the City’ ha completamente rovinato il Cosmopolitan

“Eravamo incatenati a questo cocktail. Ogni barista della città avrebbe voluto uccidermi, me compreso.”
Foto via Flickr / Steven Guzzardi.

Il regno degli alcolici, a cavallo tra il Ventesimo e Ventunesimo secolo, era dominato dai cocktail a base di Vodka, spesso coloratissimi e comunque sia sempre pronti ad alimentare le energie di ogni festaiolo. E nulla al mondo esemplifica di più quest’era quanto la celeberrima scena in cui Carrie Bradshaw, la regina delle domande di Sex and the City, ordina un “cheeseburger, delle patatine grandi e un Cosmopolitan” in un McDonald’s.

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“Il Cosmopolitan è, di fatto, un semplice vodka sour, impacchettato però in un nome e in un bicchiere molto più fancy,” rivela Toby Cecchini, barista veterano e gestore di un locale. Sebbene le esatte origini del Cosmopolitan siano poco chiare, in molti le associano proprio a Cecchini.

Era il 1988, Cecchini era un barista venticinquenne del The Odeon e l’Absolut Citron, la vodka fautrice di una rivoluzione DIY di svariate imitazioni del distillato, aveva appena fatto breccia nel mercato dei cocktail. “Non avevamo mai visto nulla di simile. Passavamo il tempo a dirci ‘Oh mio Dio, è così figo! L’aroma è già nella vodka,’” ricorda Cecchini, facendo un po’ il verso del se stesso ingenuo e ventenne.

Un giorno, sempre a lavoro, Cecchini aveva anche scoperto un drink molto in voga fra i bar della scena leather di San Francisco, il “Cosmopolitan.” Il cocktail in questione veniva creato con un mix di Vodka, granatina e lime versati in quello che ora è il classico bicchiere da Cosmopolitan. Cecchini decise perciò di rivitalizzare un po’ il drink usando Vodka Citron, Cointreau, lime fresco e succo al mirtillo rosso della Ocean Spray, dando vita a un sapore aspro, rinfrescante, rivestito di rosso e guarnito con scorza di limone.

Il Nuovo Cosmo ci mise poi poco a conquistare il quartiere newyorchese di Lower Manhattan. “Eravamo incatenati a questo cocktail. Ogni barista della città avrebbe voluto uccidermi, me compreso.” Persino il New York Times parlò del fenomeno in un articolo del 1999, dichiarando che “New York, di sera, si trasforma in un party a cielo aperto pieno di cocktail colorati, sexy e fruttati. Vacanzieri.”

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Quando poi, ormai 20 anni fa, Sex and the City è andato in onda per la prima volta, il Cosmopolitan ha valicato i confini di Manhattan. Senza arrivare però a quelli di casa mia, perché ero una ragazzina di Seattle senza TV via cavo. Per poter fissare con sguardo inebetito le puntate di SATC dovevo correre a casa di alcuni amici, ed è lì che ho messo gli occhi sul primo Cosmo.

Il Cosmopolitan è il drink che ordinavamo in passato, quando volevamo ubriacarci a calorie zero o avevamo un’infezione alle vie urinarie.

Frequentavo le scuole medie e la squad di SATC era in giro a festeggiare il compleanno di Carrie. Durante quell’episodio le amiche hanno alzato in alto i bicchieri al cielo, lasciandomi lì ad ammirare quella delizia alcolica traslucida, rosata e urbana. La mia testa da undicenne credeva si trattasse della versione cittadina del classico punch, e che quindi fosse assolutamente buonissimo. Dopo quel primo cameo, il Cosmopolitan non ha più lasciato la serie.

Lucy Brennan, nota barista e cocktail consultant, così descrive le apparizioni del Cosmopolitan in Sex and the City: “riempiva l’atmosfera di un clima festoso, da serata fra ragazze. C’era proprio la mentalità da ‘Ehi, stasera usciamo e facciamoci un Cosmo!’”.

Anche Anna Dunn, barista di Brooklyn che può vantare di aver lavorato in locali alla moda come il Diner e l’ Achilles Heel, tiene a precisare la sua opinione sul Cosmopolitan. “Credo che Sex and the City lo abbia reso nuovamente glamour. Insomma, prendi un drink rosa, uniscilo a vestiti in seta et voilà, arriva il successo!”.

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Sebbene prima del suo rilancio come “cocktail it” il Cosmo fosse comunque già amato dalle star di New York, è con la serie cult di SATC che è diventato una vera e propria celebrità mondiale a sé stante, iconica. Tuttavia, con la fine della serie, anche le glorie del Cosmo si sono affievolite.

E nonostante tutti i baristi più ferrati riconoscano il ruolo del Cosmopolitan come centrale nell’affermazione della nuova era dei cocktail, è molto raro che sia annoverato fra i grandi pezzi da novanta del presente. “Insomma, chi ordinerebbe uno Slurpee ora, negli Stati Uniti? Semplicemente, alla gente non va più di prenderlo,” osserva Brennan.

Potremmo “incolpare” il boom dei cocktail artigianali (che per natura rigettano l’utilizzo di vodka aromatizzata a favore di un sapore più “autentico”), per questo declino del Cosmopolitan, però non dobbiamo comunque sottostimare il fattore “rivalutazione di SATC,” che da serie cult da cui trarre ispirazione è passata a serie TV parodistica e non rappresentativa di standard di vita plausibili.

Per cercare di familiarizzare un po’ con la tematica, ho deciso di invitare fuori un’amica per bere dei Cosmopolitan al Pépé le Moko, un bar sotterraneo di Portland. L’amica in questione non nutre grandissime aspettative nei confronti del cocktail, dopotutto, “il Cosmopolitan è il drink che ordinavamo in passato quando volevamo ubriacarci a calorie zero o avevamo un’infezione alle vie urinarie.” La cameriera giunge al nostro tavolo e segna l’ordine con un’espressione lievemente perplessa.

Arrivati i Cosmopolitan, nel loro classico bicchiere e rifiniti dalla buccia d’arancia, inizio a pensare le specifiche di Cecchini siano state leggermente modificate. Sussulto un attimo prima di portare le labbra verso l’orlo del bicchiere, temendo in un avvelenamento. Poi però mi accingo a bere un primo sorso, e poi un altro ancora, e poi oh, ma è delizioso! Anche la mia compagna d’avventure non può che concordare, sebbene con riluttanza. Poco dopo m’illumino, realizzando che il cocktail di per sé non è mai cambiato, è sempre rimasto rinfrescante e seducente, ma che siamo noi a essere diverse, lontane dai quei giorni utopici di SATC che avevano precedentemente plasmato la nostra percezione del drink.

Il Cosmopolitan è come l’elastico per capelli scrunchie, il taglio di capelli Rachel e il piercing alla lingua: lo bramiamo con entusiasmo nostalgico nonostante il suo glorioso ritorno tarderà ad arrivare. Dovremo aspettare almeno che l’intera generazione di spettatori di SATC muoia.