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Cibo

Piangere al McDonald's è meraviglioso

La prossima volta che vi trovate a camminare in uno stato catatonico di miseria, vi consiglio di fiondarvi nel McDonald’s più vicino e ordinare una bibita maxi, da bere per reidratare i liquidi che perderete piangendo.
Lia Kantrowitz
illustrazioni di Lia Kantrowitz
Illustrazione di Lia Kantrowitz

Sono una piagnona. Piango alla sola vista di tatuaggi ispirati ad Up (per non parlare del film di per sé), di servizi fotografici matrimoniali e persino davanti alle ultime puntate di The Voice. Piangere è una sorta di hobby che mi rilassa, un po' come cucinare o schiacciare pisolini. Tuttavia odio attirare l'attenzione su di me, ed è per questo che, nonostante piangere in pubblico sia considerato ormai romantico e socialmente accettabile, mi sforzo di cacciare via le lacrime ogniqualvolta le sento scendere in un luogo che non sia casa mia (sguardi compassionevoli estranei, non mi avrete!). Detto ciò, vi devo confessare che una delle mie crisi di pianto più catartiche è avvenuta in un McDonald's.

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Mi trovavo a Corby, nelle Midlands inglesi, in compagnia del mio ragazzo. Dopo un litigio, ho deciso di fare un salto da McDonald's, ordinare un doppio cheeseburger e portarlo poi al secondo piano del locale, che era vuoto fatta eccezione per un papà e i suoi due figli. Con gli occhi pieni di lacrime e il cheeseburger in mano, mi son seduta vicino a una finestra.

Sebbene il povero papà stesse seriamente cercando di fare il possibile per far finta di non vedermi, i due pargoletti a seguito mi fissavano con curiosità e preoccupazione, incapaci di comprendere perché qualcuno potesse piangere dentro a un McDonald's. Dopo tutto parliamo del posto in cui si servono i McFlurry, le crocchette di pollo e ti regalano pure dei giochini, no? Se c'è infatti una cosa su sia adulti che bambini concordano, è che il fast food sia confortante e calmante, e nulla al mondo riesce a personificare il comfort food più degli archi dorati del logo di McDonald's. Per la maggior parte degli americani cresciuti vicino a questa nota catena, quegli archetti portano con sé sentimenti di nostalgia duri a morire, anche in età adulta. E dato che sia i Big Mac che le tortine di mele riducono lo stress, perché non prendere un piccione con un panino carico di sodio, e l'altro con un dolcino targato McDonald's?

Nonostante la mascotte-pagliaccio terrificante e i menù non propriamente sani, questa catena di fast food rievoca un tipo di familiarità che nessun altro avversario è riuscito a superare.

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Foto dell'utente Miki Yoshihito

I classici giochini che si trovano gli Happy Meal possono pure cambiare nel corso dei mesi, così come la lista degli ingredienti di quello che mangiamo, ma alla fine il McDonald's di oggi è sempre lo stesso della nostra infanzia. Nonostante la mascotte-pagliaccio terrificante e i menù non propriamente sani, questa catena di fast food rievoca un tipo di familiarità che nessun altro avversario è riuscito a superare.

È per questo che capisco chiaramente tutti i punti di domanda che sono usciti dalla testa di quei bambini. "Forse avrebbe dovuto prendere un Happy Meal", si saranno sicuramente chiesti telepaticamente. Allora, piccoli amici, sentite un attimo, anche per me è difficile comprendere perché qualcuno possa piangere nella dimora dell'Happy Meal. Forse avrei dovuto ordinare una scatola di felicità anziché un doppio cheeseburger freddo, forse così le mie lacrime sarebbero magicamente sparite, ma ormai è andata così.

Allo stesso tempo, nonostante gli sguardi perplessi, non volevo smettere di piangere. Avevo proprio bisogno di struggermi fra un sorso di coca-cola e l'altro, soprattutto dopo che la coca-cola, ironicamente, era diventata una sorta di brodaglia acquosa e insipida simile a me in quell'esatto momento. Sebbene io ricordi benissimo l'imbarazzo di avere sei anni e sentirsi giudicati per le lacrime e i capricci, una delle lezioni più importanti che mi ha regalato l'età adulta è che piangere non è fonte di vergogna, soprattutto perché, diciamolo senza remore, si tratta di una di quelle cose che ci accomuna senza discriminazioni. E McDonald's, data la sua propensione a non favorire le interazioni sociali con estranei, le sue mura così pacifiche e accoglienti e, soprattutto, i pasti adatti a ogni budget, si rivela il perfetto tempio per la tristezza.

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Quel giorno ho realizzato una grandissima verità: McDonald's è il rifugio migliore contro tutte le cose brutte che succedono nell'età adulta. A meno che non si tratti di qualcosa di veramente brutto o illegale, a nessuno (e dico nessuno), interesserà cosa tu stia facendo seduto lì, in un tavolino del McDonald's.

Ne ho avuto un po' la conferma quando, in un maldestro tentativo di coprire la mia faccia arrossata e umida per via delle lacrime, mi sono girata a fissare dalla finestra il piccolo bar di fronte, chiedendomi se non sarebbe stato meglio rifugiarmi lì. Ci sono voluti pochi secondi per realizzare che, nonostante i bambini mi fissassero intensamente, non sarei riuscita a sopportare il peso di un intero bar intento a guardarmi. I bar sono fatti per le persone determinate che non hanno tempo da perdere, tipo i freelance presi da un lavoro grosso o gli studenti in cerca di energia da caffeina prima dell'ultima sessione esami, o ancora i critici intenti a esaminare il nuovo caso letterario americano. Insomma, tutta gente che se ci fossi io davanti a tirare su con il naso e a cacciare via le lacrime, non riuscirebbe a finire il proprio lavoro.

Foto dell'utente Flickr isriya

Ed è qui che risiede la bellezza del McDonald's, nelle sue porte aperte davvero a tutti. Qui non ci si siede in nome della produttività, almeno, non quella dei clienti. È un po' come ritrovarsi nell'occhio del ciclone: mentre tutti ti girano attorno con le loro facce sfocate e mosse, tu ti ritrovi avvolto da un'improvvisa ed effimera calma nonostante il caos. E anche se qualcuna di queste persone che ti passa veloce vicino ti nota, se ne riandrà ancor prima che tu riesca a finire il tuo hamburger.

Quel giorno ho realizzato una grandissima verità: McDonald's è il rifugio migliore contro tutte le cose brutte che succedono nell'età adulta. A meno che non si tratti di qualcosa di veramente brutto o illegale, a nessuno (e dico nessuno), interesserà cosa tu stia facendo seduto lì, in un tavolino di McDonald's. E anche se dovesse arrivare qualcuno a cui importa o che più in generale nota quello che stai facendo, è molto plausibile non rivedrai mai più quella persona. Sono anche certa che, fra tutte le professioni, quella dei lavoratori di McDonald's è sicuramente quella che ne ha "viste di ogni".

Piangere è prendersi cura di sé, ed è uno dei modi più efficaci per farlo. Soprattutto al giorno d'oggi, dove la situazione generale dei fatti è talmente grave da rendere difficile trovare una ragione per non svegliarsi e piangere. La prossima volta che vi trovate a camminare per le strade in uno stato catatonico di miseria o frustrazione, vi consiglio di fiondarvi nel McDonald's più vicino e ordinare una bibita maxi, da bere per reidratare i liquidi persi con le lacrime che scenderanno a fiotti di lì a poco.

E se, per caso, un giorno vi capita di ritrovarvi davanti una ragazza sui venti anni e dalla pelle scura, intenta a morsicare un cheeseburger mentre le lacrime le scendono copiose dalle guance fino alle patatine, ormai sfaldate e umidicce, sentitivi liberi di prendere una sedia e avvicinatevi a me.