A Torino c’è un posto dove puoi provare a vendere la birra che fai in casa
Foto per gentile concessione di EDIT

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Cibo

A Torino c’è un posto dove puoi provare a vendere la birra che fai in casa

Grazie a dei mastri birrai puoi perfezionare la tua ricetta, e se è buona puoi vederla ai clienti.
Roberta Abate
Milan, IT

Pensate a un posto dove perfezionare la vostra ricetta di birra artigianale, si quella che fate in garage o in cantina, e poi - se è buona - immaginate di poterla vendere al pubblico.

Ecco il posto di cui sto parlando ha aperto il 24 novembre a Torino e si chiama EDIT. No, non è solo una birreria, anche se troverete 19 spine e un sacco di altra buona birra in lattina o bottiglia, ma uno di quegli spazi polifunzionali che "si portano" molto adesso e che vede l'ingerenza - apprezzata - di celebri chef.

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Arrivo per la preview stampa di EDIT a Torino nell'area dell'ex Incet; siamo in una zona che non mi pare proprio centralissima - e neanche bellissima se devo dirla tutta - piena di centri commerciali e rotonde. Alla conferenza stampa ci aspettano gli ideatori e gli investitori del progetto; deve raggiungerci anche la sindaca Chiara Appendino, ma fa tardi per un inconveniente e arriva a conferenza iniziata (forse non ha trovato parcheggio?).

La facciata sembra un po' quella di Fondazione Prada, ma la struttura è decisamente più complessa e nasconde anche un piazza coperta che non dovrebbe essere male con la bella stagione.

L'entrata di EDIT

Marco Brignone, ideatore di EDIT, è uno storico imprenditore torinese, che ha deciso di investire su una realtà pensata per un pubblico giovane. L'acronimo "EDIT" significa Eat Drink Innovate Together e il comunicato stampa recita "un format all'avanguardia che ha sede nel cuore di una zona simbolo di riqualificazione urbana". Ecco il punto sulla riqualificazione urbana è importante; Brignone durante la conferenza ripete diverse volte che siamo a due passi dal centro, ma le colleghe di Torino sedute vicino a me mi confessano che ci vogliono almeno 20/ 50 minuti in macchina da lì a Porta Nuova (20 in condizioni ottimali, 50 con il traffico), che non ci sono molti parcheggi e che in questa zona i mezzi pubblici sono davvero scarsi (ma gli ideatori assicurano che ci saranno delle soluzioni). Insomma non proprio dietro la Mole.

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Le cucine da affittare di EDIT

Intano Brignone, quando era ancora in fase di progettazione, voleva assicurarsi di fare qualcosa di assolutamente originale; per farlo ha chiesto a un acceleratore d'impresa di capire se valeva la pena continuare con EDIT e dove era possibile fare breccia. Dagli studi della società erano emerse due necessità che nessuno stava soddisfacendo e su cui si poteva fare business. Qui nasce l'idea di:

- Un birrificio anche per gli artigiani casalinghi che, guidati da mastri birrai, possono provare e perfezionare la loro la birra, e nel caso per somministrarla al pubblico.

- Cucine professionali attrezzate da poter affittare per fare prove di piatti, degustazioni ed eventi privati.

La pizza di Renato Bosco e il risotto caffè e Grana Padano dei Costardi Bros (Foto dell'autrice)

Tutto questo si è poi manifestato in EDIT dove, tolte queste due componenti all'avanguardia, troviamo cose un po' più classiche:

- Un ristorante, con i piatti dei Costardi Bros (che vengono da Vercelli e sono arcinoti per i loro risotti);
- Un Cocktail Bar by Barz8;
- Un Pub con le pizze di Renato Bosco (lo avete visto forse anche in questo video con il Banana);
- Un Bakery Café con il coinvolgimento dello chef vegetariano Pietro Leemann in collaborazione con Lavazza.

Una parte del ristorante EDIT. Foto dell'autrice.

Uno spazio pensato per i giovani, dunque, fatto da un imprenditore e da qualche ragazzo - Marco ha coinvolto due under 30 per parte food e progettuale - ma vista la presenza di chef e l'aspetto patinato chiedo candidamente quanto si spenderà mediamente a cena. Vengo da Milano dove un pasto decente la sera costa dai 20 ai 30 euro a persona, ma Torino è molto più economica, quindi questo mi sembra un punto interessante su cui focalizzarsi. "20-25 euro per la zona pub/bistrot; 50 euro al ristorante".

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Foto dell'autrice.

Detto questo la parte veramente interessante del progetto mi pare proprio la questione delle birre da provare e nel caso somministrare poi al pubblico, così chiedo lumi al progettista Marco Nascosi:

"Arrivi qui, c'è un servizio di reception al piano terra; lì vengono smistate le persone a seconda delle esigenze. Da quel punto poi si parte con un servizio a pagamento per la testare le tue birre artigianali. Ci sono delle figure riconosciute come gipsy brewery, birrai che si appoggiano a strutture già esistenti, insomma birrifici, e che approfittano dei momenti di pausa fra un ciclo e un altro di produzione di birra. Noi abbiamo cercato di incanalare questo bisogno, questa ricerca, offrendo questa struttura. Non posso andare ovviamente da solo e produrre, ma devo essere affiancato da delle persone deputate interne a EDIT, anche per questioni anche di sanità".

Quindi oltre alle birre fisse, in birreria si potranno assaggiare birre indipendenti, le migliori portate di gipsy brewery. O almeno così si spera.

Interessante anche la possibilità di affittare le cucine, cosa che renderebbe questo posto in pratica un co-working per la cucina da paura. Sempre che i torinesi se ne innamorino davvero e riescano a raggiungerlo.