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Cibo

I migliori posti a Berlino per infrangere leggi sulla birra vecchie 500 anni

Una volta le leggi puritane tedesche avevano senso. E non ha a che fare con il sesso.
Foto di Stone Brewing.

Inizio subito con il dire che, per “Berlino puritana” e “leggi da infrangere,” non s’intende nulla di sessuale. Per quello, comunque sia, vi basterebbe una velocissima ricerca su internet.

Eh già, perché questa è la storia dei posti in cui amiamo infastidire maggiormente i fantasmi di Guglielmo IV e Ludovico I, duchi di Bavaria e fautori dell’editto di Reinheitsgebot. Firmata ormai esattamente 501 anni, 10 mesi e 9 giorni fa, questa legge (storicamente influente ma non applicata in modo ligio), segna tuttora uno dei divieti più puritani della Germania, perché proibisce per iscritto la produzione di birra con altri ingredienti oltre al malto, l’acqua, i luppoli e il lievito.

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Forse l’editto aveva anche senso 5 secoli fa, quando svariati birrai incoscienti aggiungevano qualsiasi cosa alle proprie birre, dai trucioli di legno alla fuliggine, ma comunque sia il Reinheitsgebot aveva, già all’epoca, mostrato conseguenze economiche nefaste soprattutto per tutta quella generazione di birraie che, non potendosi permettere i luppoli, li sostituiva con accurate miscele di spezie e conservanti.

Ecco, per questo abbiamo deciso d’abbattere il sistema diventando clienti abituali dei seguenti birrifici, fra i cui vanti c’è quello di produrre (e servire!) birra lavorata con una miriade d’ingredienti diversi (nessun truciolo questa volta, tranquilli!), e di qualità, inclusi il cacao, il caffè, la vaniglia, i peperoncini, la cannella, la noce moscata e il lattosio. Tutto in una birra sola. Insomma, cin!

Foto cortesia dell'autore

BRLO

A volte i tedeschi non possono proprio fare a meno d’abbracciare una buona dose di autoparodia, dando il meglio di sé. Prendete ad esempio il BRLO (pronunciato “beer-lo”): capirete di esserci arrivati quando vi ritroverete davanti a una torre nera di container che si erge minacciosa davanti a un locale che sembra un po’ una prigione Bauhaus. Cogestito da Katharina Kurz, una delle donne più amabili del settore, il BRLO vanta ben 20 rubinetti da cui sgorgano sia le “birre di casa” che quelle create in collaborazione con il birrificio Epic Brewing dello Utah e il White Hag irlandese. Al BRLO potrete anche gustarvi una bella cena perlopiù vegetariana, oppure ordinare un pasto a cinque portate che unisce piccoli bocconcini a birre naturali come la Berliner Weiss, qui aromatizzata con fragole, uva spina o ananas, una classica ale fermentata con i peperoncini Brazilian Blowout, e ancora una Ceylon Chai ale infusa con, beh, del tè!

Foto cortesia di Hops & Barley

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Hops & Barley

Tantissime birre seguono le direttive del Reinheitsgebot regalandoci splendidi esempi di pilsner, dunkel e weiss, ma almeno due volte l’anno il mastro birraio Philipp Brokamp scivola nel lato oscuro dei fuorilegge producendo stout al caffè o abbey ale con zucchero e buccia d’arancia. Come dite, non vi piace la birra? Non vi preoccupate. All’Hops & Barley, che poi è anche un’ex macelleria, troverete una selezione di poche (ma buone) carni tradizionali, servitevi con cura su dei piatti di carta. E se vi viene improvvisa voglia di verdure, tranquilli, vi basterà allungare lo sguardo sulla folla per distrarvi e cancellare subito qualsiasi tipo di voglia alimentare.

Foto cortesia di Stone Brewing

Stone Brewing World Bistro & Gardens

Il debutto berlinese della Stone Brewing Company ha ormai seminato e raccolto i propri frutti soprattutto grazie alla Xocoveza, una birra stout high-octane con al suo interno tutti gli ingredienti menzionati a inizio articolo, dal cacao alla noce moscata. Gustatevela tranquillamente allo Stone Brewing World Bistro & Gardens, fra alberi, arredamento Steampunk e una zona all’interno in cui poter lasciar giocare i bambini.
Non dimenticate di prenotare il tour per il parco d’architettura industriale che, nonostante l’apparenza spaventosa, è decisamente un elemento imprescindibile per vivere appieno l’esperienza al birrificio. “Per quanto riguarda lo spazio in sé,” spiega il cofondatore Greg Koch, “dovete proprio vederlo di persona, altrimenti non crederete alle descrizioni lette. Volevo dar vita a un posto e a un’esperienza complessiva in cui i clienti potessero perdersi fra il parco e le birre.”

Foto cortesia di Strassenbraeu

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Straßenbräu

Qui potrete ordinate una Milk Stout Nitro alla vaniglia, una tart ale infusa con bacche selvatiche, e ancora una birra stagionale alla zucca fermentata con gli ingredienti coltivati direttamente dalla mamma del proprietario del locale, Timo Thoennissen. Se siete fortunati, riuscirete a carpire quanti più segreti possibili dalla mente di Timo stesso, che sa tutto –letteralmente!- sulla storia della birra tedesca.

Sebbene non riuscirete a riempire (di cibo) lo stomaco, potrete sempre organizzare feste private con degustazioni o workshop per imparare a far fermentare la birra proprio lì, allo Straßenbräu.

Foto cortesia di Vagabund Brewery

Vagabund Brewery and Taproom

Tre artigiani della birra americani sono giunti a Berlino per infrangere i fantasmi del Reinheitsgebot grazie a birre come la Pie Hole, aromatizzata con zucche di Hokkaido, zucche violine, lattosio, zucchero, cannella, spezie, bourbon e scaglie di quercia, o la Figgy Puddling Spiced Winter Ale fermentata con albicocche, scaglie di quercia immerse nel caffè, uva passa, coriandolo, buccia d’arancia, chiodi di garofano e cannella. Secondo David Spegler, comproprietario del locale (che accoglie volentieri gli animali ma non il fumo di sigaretta), il Vagabund Brewery and Taproom è piccolo ma molto accogliente, e ormai “vanta sia turisti che clienti locali ormai diventati abituali.”

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Quest'articolo è originariamente apparso su Munchies US.