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Damien Hirst

Le città di Damien Hirst sono fatte di bisturi e di borchie

"Black Scalpel Cityscapes" di Damien Hirst rappresenta in maniera perfetta i cosiddetti "attacchi tattici" militari.

Parigi 2014, bisturi, coltelli d’innesto cutaneo, cerniere, aghi da cucito, spille, borchie in acciaio inox, spille da balia, tappi di champagne e filo, souvenir turistici, franchi francesi, preservativi e vernice lucida su tela, 96 x 144 a. (243,8 x 365,89 centimetri). Foto di Prudence Cuming Associates LTD , gentilmente concesse da White Cube.

“Affilato”, “pungente” e “tagliente” sono i termini che vengono in mente quando si cerca di descrivere la serie Black Scalpel Cityscapes di Damien Hirst―e non solo perché gli enormi “ritratti di città viventi,” come li descrive l’artista, sono interamente realizzati da lame chirurgiche, ami, perni in acciaio inox e vernice lucida.

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L'opera che potete vedere qui sopra rappresenta una visione dall’alto di San Francisco come potrebbe essere stata ripresa da un telescopio spaziale, da un drone, o da Google Earth. Come si afferma nel comunicato stampa, “Black Scalpel Cityscapes fa riferimento a una tattica militare, una sorta di ‘bombardamento chirurgico’ o ‘attacco chirurgico’ […] la prospettiva di un’area mostra un insieme di sistemi indipendenti e modelli di esistenza collettiva in miniatura, e rievoca le immagini del film Powers of Ten (1968, 1977) di Charles e Ray Eames, o le riprese slow-motion in timelapse delle città degli Stati Uniti del film cult di Godfrey Reggio, Koyaanisqatsi (1982).”

Questa non è la prima volta che Hirst nelle sue opere utilizza delle lame che, in passato, ha descritto come “oggetti oscuri ma al contempo luminosi e leggeri.”

Godetevi le immagini di Black Scalpel Cityscapes qui sotto: