Ho assaggiato il cibo del mio gatto così non dovete farlo voi
Foto di Amanda Hjernø

FYI.

This story is over 5 years old.

Cibo

Ho assaggiato il cibo del mio gatto così non dovete farlo voi

Vi siete sempre chiesti di cosa sappia, lo so, non mentite.

Ho una gatta, si chiama Kashmir. È dolce e tenera, e ha il pelo sofficissimo. Ama tantissimo il tonno, un po’ come Hobbes di Calvin & Hobbes.

In realtà mi basta servirle qualsiasi cosa con del pesce dentro per vederla andare completamente su di giri. Non so dirvi esattamente quante volte io mi sia soffermato a pensare quanto davvero possano risultare buone quelle scatolette dorate per me, che non sono una palla di pelo e non passo le giornate a leccarmi il sedere. E non fate quella faccia, lo so che ci avete pensato pure voi! Sebbene io possa tranquillamente definirmi una persona curiosa, sono anche dell’avviso che il mio gatto debba mangiare il proprio cibo da gatti, e io il mio da umani. Non potrei mai costringere il mio gatto a seguire le stesse diete a cui ci sottoponiamo noi esseri umani, come quella vegana o quella crudista. Però ecco, perché io invece non posso mangiare del cibo per gatti? Non l’ho mai assaggiato. Ci ho pensato molto, eh, ma ogni volta che mi ritrovavo in procinto di farlo è sempre subentrata una valida ragione che mi suggeriva di lasciar perdere. Una volta, ad esempio, non avevo fame. Un’altra c’era già qualcosa pronto nel forno, poi, forse, spesso mi passava semplicemente la voglia perché mi ricordavo si trattasse di cibo per gatti.

Pubblicità

L'autore dell'articolo alle prese con la dieta felina.

Uno dei miei compiti più importanti, tuttavia, è quello d’informare chi mi legge, e quindi io oggi ho deciso di dare una precisa risposta a chi, fra i lettori, si sveglia la mattina e si domanda: ma gli esseri umani il cibo per gatti lo possono effettivamente mangiare?

Prima di lanciarmi nell'esperimento, ho fatto incetta di ricerche su internet, scoprendo che, almeno a livello di nocività, posso stare tranquillo. E poi nella mia vita ho comunque ingerito di peggio. Sulla carta sembra che nulla possa andare per il verso sbagliato: il cibo per gatti contiene anche quelli che di fatto sono tutti i nutrienti necessari per l'alimentazione dell’uomo, perché in delle dosi così piccine non può proprio lasciarsi scappare alcun elemento essenziale per la dieta dei nostri pelosi amici (dico i gatti).

Buona volontà alla mano, mi sono recato al supermercato a prendere il miglior cibo per gatti disponibile. Davanti mi si sono presentate tre scelte, al tonno, al salmone e al vitello, nonché un sacco di leccornie varie, di quelle che dai al gatto come premio quando si comporta bene donandoti addirittura qualche attenzione.

Inizieremo con il salmone perché è il preferito di Kashmir. Di solito lo ingurgita voracemente, le basta sentire che sto aprendo la scatoletta per arrivare e iniziare a intimarmi di metterglielo sulla ciotolina il più velocemente possibile. Oggi non fa eccezione, mi basta tirare la linguetta dorata per vederla arrivare con occhi ingordi. Allora, l’odore è buono, non è eccessivamente forte. Per vivere ancora più intensamente quest’esperienza, decido di sedermi accanto a Kashmir, sul pavimento, per mangiarlo insieme. Opto per ciotole separate, però, sia mai che inizino a innestarsi strani meccanismi territoriali.

Pubblicità

Kashmir.

Kashmir si fionda sulla ciotola, io prendo un modesto cucchiaino. La consistenza è simile a quella del paté, mentre l’odore è vicino a quello del fegato. Basta un primo boccone per sentire subito il sapore forte dell’ingrediente principale, il salmone, e non ho bisogno di un secondo assaggio per decretare il mio verdetto definitivo: è nauseabondo. Diciamo pure che una pappetta al salmone che ha la consistenza di un paté e odora di fegato non è il massimo della vita.

È arrivato il turno del vitello. La consistenza qui è un po’ più fluida, con tanto di pezzettini di carne che galleggiano indisturbati (ricordandomi il sugo di mia nonna). Speravo in un’esperienza un po’ diversa rispetto a quella del salmone, ma così non è stato. Ok, non posso dire sia totalmente disgustoso, però non riesco a frenare il senso di nausea scaturito dalla consapevolezza di aver ingerito un vitello che sa di salmone. Cosa diavolo hanno messo in queste scatolette?

La verità è che moltissimi cibi per gatti (e per cani in generale), contengono tutto ciò di cui un felino ha bisogno per crescere sano e forte. Insomma, sono fatti per permettere ai gatti di mantenere una dieta equilibrata. Secondo un articolo del New York Times, nelle scatole dei nostri amici a quattro zampe finiscono anche i resti delle cene umane.

“Tutti i cibi per animali,” spiega il Dr. Nestle nell’articolo, “sono frutto di sottoprodotti umani. Non importa quello che vedrete scritto sulla confezione, il vostro cane non si mangerà un intero petto di pollo, bensì quel che resta di una produzione originariamente destinata agli esseri umani.”

Pubblicità

Infine eccoci qui, con il tonno. All'apparenza sembra il migliore. Noto subito una consistenza gelatinosa non ben definita presente all'interno, ma a parte questo devo dire che di primo acchito sembrerebbe proprio un classico tonno per umani. Ve lo devo dire, perché ne sono rimasto sorpreso: il sapore non è per nulla male. Forse la gelatina, in questo, aiuta. Non posso fare altro che leccarmi le mie vibrisse immaginarie e iniziare a fare un po’ di fusa. Che bello essere un gatto.

“I gatti scelgono Whiskas,” o così dicono nella pubblicità, ma non il mio. Quindi, per concludere in pompa magna quest’esperimento, prendo dei croccantini Whiskas Temptations, altresì noti come l’equivalente hipster degli snack per gatti, e li lancio a Kashmir. Lei mi corre incontro, pensa io sia in vena di giochi, e appena capisce quello che ho fatto si ferma e mi guarda come se fossi scemo.

Prova ad annusarli una seconda volta, rimanendo tuttavia ferma nella sua posizione contrariata. Se ne va. Quindi, ricapitolando, ora sul pavimento ci sono dei croccantini Whiskas che nessuno vuole. Il problema è che non so se Kashmir li abbia evitati perché al momento è piena, o perché il suo fiuto ha captato qualcosa che il mio non riesce a percepire.

Seguendo la filosofia del “quello che non sai non può farti male,” procedo con l’esperimento sgranocchiandone qualcuno. Mi ricordano un po’ delle patatine al formaggio che avevo assaggiato tantissimo tempo fa (solo con un retrogusto di carne vecchia), e ne sono sorpreso. Non fraintendetemi, non sono sublimi, ma potrei comunque portali in tavola alla prossima cena fra amici. In certe condizioni, soprattutto dopo qualche eccesso, c’è davvero chi si mangerebbe di tutto.

Pubblicità

Finito il lauto pasto, Kashmir si appallottola sul mio giradischi, sonnecchiando beatamente. Ha un’espressione soddisfatta stampata in faccia.

Nel corso della mia vita mi sono spesso ritrovato a fantasticare su di una possibile vita da gatto; le loro vite si prospettano assolutamente meravigliose, con tutti quei grattini sulla pancia (ma solo se li vogliono loro), le 16 ore di sonno al giorno, e quell'eleganza innata nei movimenti che io posso proprio solo sognarmi.

Però ecco, il cibo se lo possono decisamente tenere. Fatta eccezione per il tonno, il resto era informe e dal retrogusto strano. Mi aspettavo un delizioso paté francese e invece mi sono ritrovato con una carne dal sapore ambiguo nonostante i rimandi al salmone o al vitello.

E ora è arrivato il momento di concedermi una bella ciotola di latte, fare un salto alla lettiera e filare dritto a letto.


Quest'articolo è originariamente apparso su Munchies DA.