L'amore fa schifo fin dall'inizio

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L'amore fa schifo fin dall'inizio

Tutti ricordiamo la fine dei nostri primi amori con un misto di affetto e malanimo, e anche se più o meno siamo passati oltre, i loro fantasmi continuano a tormentarci. Abbiamo chiesto a sette persone di raccontarci i loro traumi.

Come se non bastassero la musica di merda, i reggiseni e l'odio gratuito per un mondo che non ha posto per te, durante l'adolescenza si verificano anche le prime esperienze relazionali che hanno uno sbocco nella realtà e che non rimangono semplicemente confinate nella tua testa.

All'epoca le conseguenze di queste storie finite o mai iniziate sembravano destinate a durare per tutta la vita, mentre oggi abbiamo scoperto di poter avere un'esistenza emotiva e sessuale nonostante quelle storie.

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Eppure è altrettanto vero che, a distanza di anni, il ricordo può ancora fare molto male. Soprattutto perché sono i bambini che possono dire le cose più crudeli e a 15 anni per il mondo delle relazioni adulte tu sei un bambino che applica le sue cose crudeli ai sentimenti altrui.

Questo è quello che è successo a noi.

Illustrazioni di Giovanni Forleo.

ATTACCATI AL TRAM

Facevo il liceo a 15 fermate di metro dal posto in cui vivevo. Al primo anno il mio migliore amico finisce in classe con due ragazze che si chiamano Ada e Silvia, una bionda e una castana, e nel giro di qualche mese diventano le nostre prime fidanzate.

Silvia abitava in periferia, come me ma dalla parte opposta della città e io ero così stronzo da aver preso l'abitudine di accompagnarla ogni giorno a casa per poi rifare tutta la strada al contrario. Per quanto il rapporto fatica-felicità fosse più che accettabile, però, non ho sindacato troppo quando mi ha detto che non era necessario e che le dispiaceva sottopormi ogni giorno a quello sbattimento. La verità è che avrei dovuto farmi esplodere in quel tram, perché a mia insaputa lei passava tutto il viaggio a chiacchierare con un certo Filippo.

Non ricordo bene se ci siano stati altri segnali tra quel momento e il momento in cui lei mi ha comunicato il tradimento: l'unica cosa che mi viene in mente è che un giorno, prima che lui partisse per un torneo di scherma lei si assentò per un po' di tempo per andarlo a salutare, nemmeno usassero delle spade vere. Che sport del cazzo la scherma. Poi ho scoperto che era proprio quella volta in cui si erano baciati.

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Ora io e lei siamo amici, ma penso che questa storia mi abbia rovinato l'adolescenza e ho cancellato tutto quello che c'era scritto da qui in poi perché mi sono reso conto di non aver somatizzato un cazzo — Mattia

ASPETTATIVE GRUNGE

In quinto ginnasio mi sono messa con un ragazzo biondo con una moto e una logica schiacciante e bravo in tedesco e in fisica e mi sono votata a mostrare il mio peggio all'umanità. Siamo durati tre anni, durante i quali all'inizio lui non poteva credere alla sua fortuna e io facevo del mio meglio per fare la pazza. Chiaramente è stato quando andava tutto bene che mi ha lasciata perché "sei troppo felice e quando sei felice sei uguale a tutte le altre, a me piacevi prima."

A parte l'evidente falsità del fatto che la mia infelicità fosse in qualche modo originale (era infarcita di citazioni, dama alcolica e Placebo), questo mi ha fatto precipitare nell'infelicità e quindi pare tornare nuovamente sexy al punto che voleva stare con me di nuovo, per due settimane.

Poi l'ho lasciato io ma mi sa che non vale. L'ho fatto solo perché non vedevo via d'uscita: se stavo con lui ero felice e se ero felice lui mi avrebbe lasciata e non sono mai stata un asso a fingere — Elena

"LA RAGAZZA DI"

Sono stata sette anni con il mio compagno di banco del liceo, a cui io passavo le versioni via sms e dedicavo poesiole. Lui in cambio me ne faceva di ogni: un periodo mi ha mollata per un'altra, e io li vedevo insieme in cortile e rosicavo; un'altra volta un compagno di scuola per vendicarsi di lui ha scritto in rosso a caratteri cubitali nello spogliatoio dei maschi ANTONELLA SEI UNA COZZA.

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Nonostante tutto, il legame era così profondo che ci ricascavamo sempre. Finché di comune accordo è finita: io volevo girare il mondo e lui voleva tornare in provincia a fare il mastro birraio. Ci siamo detti addio ballando un valzer immaginario nel salotto della mia casa universitaria di Bologna.

La cosa divertente è che lui è un musicista e nel periodo del liceo era abbastanza famoso in città, quindi tutte le ragazzine mi odiavano perché lui mi aveva dedicato una canzone strappafegato. E infatti nella mia città fino a qualche anno fa ero "la ragazza di"—ma almeno era meglio di adesso, dato che ora le persone mi incontrano e mi dicono "ah ma sei di qua, non ti avevo mai vista," e invece ci sono nata. Vabe' — Antonella

MAI ASCOLTARE I FRATELLI MAGGIORI

Avevo 16 anni e mio fratello mi aveva detto che il segreto per tenersi una ragazza è farle sempre credere che ti interessi il giusto, quindi mi impegnavo per fare in modo che la nostra relazione fosse sempre sull'orlo dell'incertezza. Ero arrivato al punto che pensavo io stesso che non mi fregasse realmente di lei.

Fatto sta che un giorno le dico che voglio una pausa, lei mi implora di ripensarci, mi dice che è innamorata. Ma io sono inflessibile. La pausa inizia, e dopo una settimana mi dice che se siamo in pausa lei accetterebbe l'invito a uscire di un tizio che aveva conosciuto qualche mese prima in gita.

Io ci rimango abbastanza male, ma le dico che siccome siamo in pausa è giusto che lei esca con chi vuole. Siccome sto male, però, mi viene una pensata: devo contrattaccare sullo stesso campo, per far in modo che lei provi la mia stessa rabbia e torni sui suoi passi. Quindi convinco la mia migliore amica a spargere in classe la voce che mi sto vedendo con un'altra, e la architetto talmente bene che passo un sabato sera a casa come un pirla per far credere a tutti che sono uscito con questa fantomatica tizia.

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La cosa però funziona: quella notte mi arrivano una caterva di messaggi di fuoco da parte della mia ex. Il giorno dopo ci vediamo e dopo aver litigato tre ore ci rimettiamo insieme. E ci siamo stati per un altro anno e mezzo.

Morale della storia: per fare il fenomeno ho fatto in modo che la mia ragazza facesse roba con un altro, e non contento ho dovuto far finta di uscire con una per riprendermela. Da allora ho smesso di stare a sentire cosa cazzo dice mio fratello — Niccolò

LA FREGATURA VIAGGIA IN INTERRAIL

Avevo 15 anni, era il mio primo viaggio sola con le amiche e non avevo ancora i mezzi per giudicare l'appeal di un ventenne in Interrail. Lui era portoghese e mi aveva convinta a passare buona parte della vacanza nel prato in fondo all'ostello. Dopo qualche giorno ci eravamo salutati con la promessa di rivederci in una delle sue tappe successive, vicino alla città in cui abitavo, perché i miei genitori non mi avrebbero mai lasciata andare a Roma con lui.

E così era stato: ci eravamo visti, io avevo pianto e lui mi aveva dato il suo indirizzo di casa perché gli inviassi le foto una volta sviluppate. Quelle sulla sua macchina fotografica si erano misteriosamente cancellate. Per qualche settimana abbiamo continuato a sentirci via mail––era prima di MySpace––finché lui non ha interrotto le comunicazioni. Due mesi più tardi è tornata indietro anche la busta con le foto che gli avevo spedito. Destinatario sconosciuto. Distrutta, ho buttato via il pacchetto vuoto di Lucky Strike che avevo conservato e disimparato tutto il vocabolario romantico del portoghese.

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Solo anni dopo, ricordandomi della sua esistenza e cercandolo per curiosità su Facebook senza trovarlo, ho scoperto che aveva l'accoppiata nome-cognome più comune di tutto il Portogallo. A oggi non so ancora se ci sia stato un errore, se mi abbia presa per il culo o se sia mai esistito. Comunque anche io ho il cognome più diffuso di tutta Italia, e probabilmente pure volendo nemmeno lui mi troverebbe mai su Facebook — Alice

NOTA SPESE

Per tutte le superiori avevo una megacotta per la cugina di un amico. Minuta, carinissima, dolce, con gli occhi azzurri. Era la classica ragazza con la testa fra le nuvole che un babbeo convinto di essere un ragazzo sensibile voleva, e io all'epoca ero molto babbeo. Non ci vedevamo spesso, perché era più grande e uscivamo in gruppi diversi, ma verso i 17 anni per un inverno ogni sabato sera eravamo insieme.

Quindi io cominciai quella penosa scalata verso la vetta che si mette in atto ogni volta che si idealizza una ragazza: ne parlavo a chiunque, soprattutto alle sue amiche, cercavo di capire come fare a provarci ma fondamentalmente non ci provavo mai. Durante una festa di Natale, però, le confessai tutto. Lei ricambiò entusiasta e limonammo. Tre settimane dopo ci dicemmo ti amo.

I due mesi successivi furono una specie di apnea: ci vedevamo tutti i giorni, ci tenevamo per mano in centro, praticamente non parlavo di altro che non fosse lei.

Due mesi dopo, e dopo aver passato una giornata a dirmi ti amo e a tenermi per mano, mi disse davanti a un caffè: "Scusa ma io non ce la faccio. Non ti amo più, anzi forse oggi ho capito di non essere mai stata innamorata di te. Non sento niente."

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Io la guardai annichilito e me ne andai senza dire niente. Salito sull'autobus verso casa mi resi improvvisamente conto di quanto fossero stati inutili gli utlimi mesi. Mentre stavo lì in piedi a soffrire, senza più amore e feticci, si riaprirono le porte dell'autobus. Erano due controllori. 36 euro di multa— Roberto

DESTINATARIO ERRATO

Nello stesso edificio dove c'erano le mie scuole medie c'era anche un istituto professionale con moltissime ragazze. E un ragazzo: con i rasta, bellissimo. Primi Duemila, per cui si poteva fare. Non mi ricordo come ma lui a un certo punto aveva dichiarato interesse per me. Abitavamo vicini, e dopo essere diventati quasi amici lui di tanto in tanto mi veniva a citofonare.

All'inverno della mia terza media (lui ha la maturità) abbiamo iniziato a incontrarci più spesso e lui mi parlava con una certa regolarità della sua fidanzata che stava in Austria—e io ovviamente non capivo perché lo facesse.

All'ennesima volta, rimasta malissimo, sono corsa a casa e ho scritto un sms alla mia migliore amica: "Quel gigantesco pezzo di merda del Fra mi ha di nuovo parlato della sua tipa. Ma cosa me ne frega?! Di cosa ha paura, che gli salti addosso?! Cazzo!" Inutile dire che per sbaglio l'ho mandato a lui. Seppellita dalla vergogna, ho cercato di farmi dimenticare.

Adesso sta in Utah e credo faccia il pizzaiolo. Non ne sono certa. Comunque ha dei cavalli nani nella fattoria — Clara Miranda