FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Che musica ascoltano davvero gli studenti del Conservatorio?

A quanto pare adorano Bach e Lana Del Rey e non riescono a capire Calcutta e Godblesscomputers.

Un giorno, mentre i demoni della mia testa erano impegnati in estenuanti dibattiti su cantautorato indie, trap e altre questioni vitali, mi sono imbattuta in una coetanea violoncellista i cui gusti musicali non scollinavano il Quattrocento. Incredibilmente a lei non sarebbe fregato un cazzo di tutto quel mio casino interiore, perché probabilmente la soundtrack del suo cervello è composta di arpeggi e sonate (sospetto questo sia il segreto per raggiungere la pace interiore). Il mondo si è fermato, un silenzio granitico è calato sulla conversazione di circostanza che stavo sostenendo con lei e ho provato a nascondere come potevo il gigantesco "Perché?" che immaginavo stesse lampeggiando sulle lenti dei miei occhiali. Superato lo shock iniziale ho deciso di intraprendere la grande avventura che mi ha portata ad indagare sui gusti musicali degli studenti del Conservatorio, musicisti che hanno deciso di continuare a studiare uno strumento in maniera appropriata invece di imparare a suonare il basso per necessità, da autodidatta, in qualche squallida sala prove modestamente riscaldata (la sto buttando alla Oliver Twist, ma è quello che capita all'ottanta percento dei musicisti che conosco anche se gli anni Novanta sono finiti da un po').

Pubblicità

Prima di iniziare, però, è giusto fornire un paio di cenni storici per presentare il Pollini in maniera adeguata: la Scuola Musicale di Padova è stata fondata nel 1878 ed è diventata Conservatorio Statale di Musica nei primi anni Settanta. Cesare Pollini invece è stato un pianista, compositore, didatta di storia musicale e direttore del Conservatorio che porta il suo nome dal 1912, anno della sua morte. Nato nel 1858 a Padova, insieme a Martucci, Sgambati e Bazzini faceva parte della "generazione del ponte"; in pratica i musicisti a cui si attribuisce la rinascita della musica strumentale in Italia, precedentemente oscurata dalla popolarità del melodramma ottocentesco. Un duro e puro insomma, che attraverso le sue esecuzioni ha tentato per anni di raffinare l'educazione artistica del pubblico patavino, spesso fallendo perché anche il pubblico della classica è formato da capre, come capita con tutti gli altri generi. Da sempre l'attività del Pollini è intensa e l'offerta formativa si è dimostrata ricca e all'avanguardia: negli anni Settanta è stato il secondo Conservatorio in Italia ad istituire una cattedra di Musica Elettronica, affidata a Teresa Rampazzi. Respect.

La stessa curiosità che ci aveva spinto a indagare sui gusti degli studenti di Architettura, della Bocconi, del Dams e dello IED mi ha portato a volermi informare cosa ascoltano gli studenti del Conservatorio Cesare Pollini di Padova, per capire se l'immersione nelle altezze della cultura impedisce a questi ragazzi particolarmente dotati di porgere orecchio a cose più terrene come l'indie-rock italiano o la trap. Tutto sommato si sono dimostrati molto disponibili—non sempre quando si trattava di fotografarli, immagino per via del fatto che a nessuno piace essere trattato da animale dello zoo di giovedì mattina (vedi: hangover post mercoledì universitario)—quindi dovrete usare un po' di immaginazione.

Pubblicità

Rompo il ghiaccio con Giulio, che viene da Codroipo, ha 21 anni ed è un percussionista.

Noisey: Come mai hai scelto proprio il Conservatorio Pollini?
Giulio: Per dirla in maniera gentile, è più prestigioso di quello di Udine.

Che genere di musica ascolti di solito?
Al momento sto ascoltando un sacco i Deerhunter, sono strafighi, anche i Tame Impala e i Pond, anzi preferisco sicuramente i Pond ai Tame Impala.

Quindi per te niente musica del Quattrocento?
Diciamo che mi considero come un incontro tra due mondi. Mi piace il rock psichedelico, ma amo anche la tecnica classica, e quella te la insegnano solo al conservatorio, ecco perché ho scelto di continuare a studiare classica. Comunque no, fuori dal conservatorio ascolto musica contemporanea.

Alberto, 20 anni, studia percussioni.

Ciao, cosa stai ascoltando? 
Al momento mi sto avvicinando al jazz, ascolto i grandi standard interpretati dai jazzisti più famosi. Mi piace anche Kamasi Washington.

Lui è fichissimo, ha suonato anche all'Anfiteatro del Venda (Padova).
Ah sì ho sentito. Anche all'Umbria Jazz. Non l'ho mai visto dal vivo però.

Rimedia appena puoi, mi raccomando. Quindi non ascolti per niente musica classica?
Sì anche quella, però nel tempo libero preferisco il jazz. Devo ascoltarla continuamente per studiarla, quindi quando voglio staccare un po' ascolto altro.

Margherita, 20 anni, segue un corso di intavolatura per organo Ciao, che ti ascolti di solito?
Margherita: Ascolto un po' di tutto, dal Barocco al Novecento. Al momento sto studiando Bach e Brahms.

Pubblicità

Ti capita di ascoltare anche musica contemporanea?
Sì sì la apprezzo, per esempio mi capita di partecipare spesso alle serate della Biennale Musica di Venezia. La seguo volentieri. Mi piace molto la musica classica contemporanea.

E se io ti dicessi una cosa tipo cantautorato indie degli anni Dieci?
Ah, con me caschi male.

Quindi interviene Irene, 19 anni, studia didattica della musica e flauto traverso. Irene: Ho un amico che ascolta Calcutta e tutta quella roba e mi ha fatto ascoltare qualcosa. Ti dirò, non sono neanche male.

Ti dimostri incredibilmente tollerante. Devi capire che la critica musicale è divisa su questo argomento.
Eh, immagino il perché. Però dal poco che ho ascoltato non mi è dispiaciuto.

Qualcosa che ascolti di tua spontanea volontà, invece?
Musica moderna intendi? Qualche brano classico, molti acustici, brani pianistici. Non classico tipo Bach però.

Matilde, 20 anni, flauto traverso

Ciao Matilde, cosa ti ascolti di solito? 
Ascolto un po' di tutto. Classica sì, ma spazio tra i generi. Un po' pop, ma non troppo commerciale.

Ascolti anche musica italiana? 
Sì, ho presente cosa gira al momento, ma no, non è il mio genere preferito.

Qualche nome internazionale? Magari anche qualche disco che hai comprato di recente.
Bruno Mars mi piace molto e l'altro giorno ho comprato un vinile di Gershwin, ma ascolto anche blues o altre cose.

In foto: Marco e Emilia

Marco, 22 anni, didattica della musica  Allora, che ti ascolti solitamente? 
Marco: I miei gruppi preferiti sono Verdena, Iosonouncane, Il Teatro degli orrori, un po' tutto l'alternative italiano diciamo. Però non Calcutta, assolutamente no. Ascolto pochissima musica classica al di fuori dello studio.

Pubblicità

Emilia, 19 anni, cantante lirica Ora toca a te farci una panoramica sui tuoi ascolti.
Emilia: Ascolto un sacco di musica classica ed elettronica. Per quanto riguarda l'elettronica mi piacciono Gramatik, Nero, Cold Cave. Poi ti posso dire dei generi, in particolare non mi viene in mente nessun nome.

Ma anche generi tipo il grime?
Sì, ho presente, però non è che ascolto tantissimo, per dire so chi è Skepta, ecco.

Martina, 32 anni, ultimo anno di pianoforte Che tipo di musica ti spacca?
Adoro la musica classica e il mio compositore preferito è sicuramente Bach.

Ti capita di ascoltare anche musica italiana, magari anche contemporanea? 
Oddio, sono capitata per sbaglio ad un concerto di Calcutta a Ferrara ma solo perché non sapevo chi fosse. Non ci andrò mai più, non mi è piaciuto per niente, preferisco la musica sinfonica e da camera. La cosa più contemporanea che posso ascoltare è Erik Satie, ma non mi piace tutto quello che ha fatto, quindi…

Daniele, 25 anni, ha studiato batteria jazz e ora studia didattica della musica  Ciao, che ti ascolti di solito? 
Daniele: Ascolto diversi generi perché ho avuto una formazione sia classica che jazzistica e per conto mio ho sempre suonato anche rock. Però per quanto riguarda la musica contemporanea i miei gusti si fermano al rock anni Novanta.

E se dovessi farmi dei nomi, se ti costringessi ad elencare i tuoi gruppi preferiti?
Ho sempre avuto una predilezione per i Police e per Sting che ho visto anche dal vivo, ma non li definirei il mio gruppo preferito in assoluto. Diciamo che è impossibile avere un gruppo preferito.

Pubblicità

Giovanni e il suo amico di cui non ricordo il nome, 21 e 23 anni, studiano musica elettronica  Ciao ragazzi, datemi un'idea di cosa vi ascoltate di solito.
Giovanni: Ascoltiamo un po' di tutto. Per quanto riguarda la musica classica ascoltiamo Bach, Bartók, Stravinskij,  poi ovviamente musica elettronica e folk, tipo Tom Rosental e Luluc.

Qualche compositore contemporaneo che ammirate? 
Fausto Romitelli ci piace molto.

Tornando all'elettronica, vi piace anche roba tipo Moderat o ascoltate solo cose più sperimentali? 
Sì, Moderat è ok. Però preferiamo l'elettronica d'avanguardia.

Secondo voi c'è qualche nome interessante nel panorama italiano, per quanto riguarda la musica elettronica? Se vi dicessi Mulai, L.I.M., Godblesscomputers? 
Ecco, Godblesscomputers no. Lui proprio zero. Gli altri due non li conosciamo.

(Giovanni) Purtroppo non ascolto niente di italiano, preferisco artisti più sperimentali e di solito sono tutti stranieri.

Federico, 25 anni, diplomato in pianoforte, frequenta l'accademia pianistica

Ciao, raccontami un po' dei tuoi ascolti.
Ascolto musica pianistica ma anche sinfonica, mi piacciono molto Beethoven e Brahms, ma soprattutto ascolto musica suonata da pianisti non di oggi, alcuni pianisti contemporanei classici sono bravissimi, però io ho altri standard.

Ok, spiegami meglio questa cosa.
Per esempio ho sentito da poco Zimmermann, che è straordinario, ma è di vecchio stampo. Alcune cose suonate da Lang Lang non mi entusiasmano. È un grande pianista, non lo metto in dubbio, ma non è ancora arrivato al suo massimo. Non si può paragonare ad Horovitz.

Pubblicità

Ti faccio una domanda assolutamente da profana: su che base dici una cosa del genere, quali sono le differenze insormontabili?
Il suono è diverso. Se senti Horovitz suonare un sonetto del Petrarca di Liszt, o il terzo concerto di Rachmaninoff suonato da lui e il terzo concerto di Rachmaninoff suonato da Rachmaninoff te ne accorgi. Ecco, questo è l'esempio perfetto, sono due mondi completamente diversi. Attraverso il suo modo di suonare Horovitz ti fa sentire la sua personalità, la sua vita, il suo modo di concepire il suono, perché è una persona che ha sofferto e che ha avuto una vita durissima. Rachmaninoff invece, pur essendo un grandissimo pianista, il terzo concerto secondo me l'ha studiato talmente tanto che corre, è strano, perché solitamente suona abbastanza lento anche essendo un virtuoso, però con il terzo concerto no. Invece il suono di Horovitz è personale, paralizza il pubblico, anche se non è perfetto, un po' più sporco, eppure… Credo sia perché ha vissuto in un'epoca diversa, l'epoca della guerra, ora si tende a focalizzarsi meno sulla musica.

Tutte queste cose quindi non le senti in Lang Lang, per esempio?
Lang Lang mi è capitato di vederlo in concerto ed è perfetto, non sbaglia una nota nemmeno se gli punti una pistola alla tempia, però non sento le stesse cose che sento quando ascolto Horovitz.

Ok, odio dover abbassare il livello della conversazione però mi vedo costretta a chiederti un parere sulla musica pop italiana.
Be', l'Italia ha avuto dei colossi in ambito di musica pop, ti posso dire che ho una predilezione per Mina. Però ascolto davvero di tutto, mi piace anche un po' di elettronica: Tiësto, oppure Paul Kalkbrenner che è molto bravo secondo me. Capisci che è sicuramente una persona interessante, ha personalità, mi fa sentire bene. La musica è infinita, se capisci che c'è qualcosa dentro e non sono solo due note messe in croce, se è fatta bene, alla fine non ha genere.

Pubblicità

Francesca, 20 anni, studia violino.

Ciao, raccontaci qualcosa dei tuoi ascolti.
Francesca: Vado un po' a periodi, non ascolto solo musica classica comunque, magari faccio un ripasso appena prima di qualche concerto a cui devo andare. Quando sono in macchina ascolto rap, reggae, rock, non tanto pop. Mondo Marcio, Soja, Damian Marley che ho anche visto dal vivo di recente. In questo periodo mi piace anche Willie Peyote, che forse non conosci perché è un po' di nicchia.

No no, ce l'ho presente. Grazie Francesca.

Daiana, 25 anni, diplomata in sassofono, studia didattica della musica per le disabilità

Ciao, dacci un'idea delle cose che ascolti.
Daiana: Di solito ascolto qualsiasi cosa passino alla radio. Non ho una grande stima nei confronti della musica popolare italiana.

E gli artisti internazionali? Tra loro c'è qualcuno che apprezzi di più?
Più o meno commerciale, davvero non mi viene in mente nessuno di particolare.

In che modo ascolti la musica? Compri dischi o usi servizi di streaming?
Non compro più dischi. Uso principalmente Spotify.

Marco, 19 anni (e mezzo), chitarra classica

Cosa ti ascolti solitamente? 
Marco: Studio chitarra classica da sempre e suono anche la chitarra elettrica, quindi ascolto principalmente metal e hard rock. I Metallica sicuramente sono un gruppo fondamentale, poi altri anche più sperimentali. Musica italiana non ne ascolto, ascolto solo gruppi stranieri perché mi piacciono cose un po' più potenti e in Italia il metal come piace a me non è mai stato fatto.

Pubblicità

Federica, 24, studia organo 

Ciao, quali sono i tuoi ascolti abituali? 
Federica: Ascolto un po' di tutto: musica classica, musica pianistica o operistica. Chopin, Rachmaninov, Bach.

Ascolti anche musica contemporanea? Di che genere?
Adoro Lana del Rey, mi piace molto. In generale direi che ascolto pop commerciale. Però ora devo scappare a lezione. Ciao ciao Federica!

E con Federica salutiamo anche tutti voi. Dopo questa breve inchiesta non siamo più spaventati dagli studenti del Conservatorio, che alla fine sono persone come noi che ascoltano Lana Del Rey e Rachmaninov come noi. Quindi la prossima volta che vi sentite in difetto perché avete soltanto dischi di gente nata nell'ultimo secolo, fatevi una risata e pensate a quel boro di Lang Lang che non riesce nemmeno a sporcare la perfezione come si deve. Pfui.

Segui Elena su Twitter: @staseranonesco

Altro su Noisey:

Cosa ascoltano davvero gli studenti del DAMS?

Cosa ascoltano davvero gli studenti della Bocconi?

Cosa ascoltano davvero gli studenti di Architettura?

Cosa ascoltano davvero gli studenti dello IED?