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In foto: 48 ore a Kobane sotto assedio

Il 19 dicembre, mentre Kobane si stava preparando ad affrontare il centesimo giorno di assedio da parte dell'IS, VICE News è entrata in città con l'aiuto di alcuni contrabbandieri e delle milizie curde delle Unità di Protezione Popolare (YPG).

Il 19 dicembre, VICE News è entrata a Kobane con l'aiuto di alcuni contrabbandieri e delle milizie curde delle Unità di Protezione Popolare (YPG). La città siriana si stava preparando ad affrontare il centesimo giorno di assedio da parte dell'IS, in un momento in cui i raid aerei americani e il fuoco di un piccolo contingente di peshmerga avevano respinto i combattenti. Circondata dall'IS su tre lati, e da soldati turchi sul quarto, Kobane si è affermata come simbolo della resistenza all'IS. Al momento si stima che le YPG controllino il 75 percento della città; secondo fonti militari americane, dall'inizio degli scontri sarebbero stati uccisi circa 1.000 militanti dell'IS.

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A Kobane l'IS ha più volte fatto ricorso ad autobombe, colpendo tre ospedali. Al momento della nostra visita in tutta la città erano presenti otto medici.

Una strada un tempo trafficata è ormai deserta e distrutta. Le attività commerciali sono ferme, e non ci sono elettricità né riscaldamento. Le YPG assistono i civili rimasti rifornendoli di pane e acqua.

Zozan, 21 anni, e Avashin, 23, durante una pausa dai combattimenti. Le brigate femminili delle YPG prendono il nome di YPJ.

Due mortai inesplosi. Stando alle fonti delle YPG, l'IS ne lancia ogni giorno tra i 10 e i 200, e le strade abbondano di ordigni inesplosi e frammenti di proiettili.

I più hanno lasciato Kobane, ma alcuni si rifiutano di spostarsi in Turchia. Per molti, andarsene da Kobane significherebbe trasferirsi nei campi profughi.

A Kobane le paratie anti-cecchini sono diventate ormai parte del panorama urbano; servono a proteggere i passanti dalle postazioni di tiro dell'IS.

Mahmoud, giornalista e guida, mostra un walkie-talkie con l'immagine del fratello caduto in combattimento. Quasi tutti i combattenti che hanno avuto contatti con VICE News hanno riferito di contare vittime tra parenti e amici.

Un combattente delle YPG.

Interi quartieri sono stati abbandonati, e molti palazzi vengono usati come basi. Spesso i muri tra un appartamento e l'altro vengono abbattuti per permettere il passaggio dei combattenti e proteggerli dagli spari dei cecchini dell'IS.

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Un giornalista curdo attraversa una zona scoperta.

Combattenti passano le armi da un piano all'altro.

Nel corso dei combattimenti sono stati abbattuti interi palazzi.

Tre combattenti delle YPG per strada. Spesso sono loro le uniche persone a popolare i quartieri abbandonati.

Il cadavere carbonizzato di un combattente dell'IS. I miliziani delle YPG spiegano che spesso quelli dell'IS danno alle fiamme o decapitano i membri uccisi per evitare che siano identificati.

Combattenti delle YPJ sul fronte orientale.

Combattenti si rilassano durante un momento di pausa.

Due combattenti delle YPJ si aggirano per le rovine di Kobane.

Il cadavere carbonizzato di un combattente dell'IS ucciso durante un raid americano. Secondo le YPG i raid americani sono stati utili, ma c'è bisogno di più armi per cacciare l'IS dalla città.

I nomi di tre combattenti dell'IS vicino a una delle basi distrutte durante un raid americano.

Combattenti delle YPJ si spostano da una casa all'altra.

Il comandante Bilnk, dell'enclave curda di Efrin, è a Kobane da tre mesi. "Cosa possiamo fare, se non abbiamo l'artiglieria pesante?"

Combattenti di YPG e YPJ attraversano un cortile.

Un combattente curdo.

Combattenti di YPG e YPJ si mettono in posa per una foto.

I raid americani, solitamente tra i tre e i cinque al giorno, avvengono per lo più di notte.

Una guida delle YPG; in lontananza si sentono spari provenienti dal confine turco.

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Due combattenti delle YPJ seguiti da un giornalista europeo attraversano una zona scoperte.

Combattenti tra le macerie.

Sulla frontiera, a 50 metri da una postazione dell'IS, combattenti di YPG e YPJ fanno una pausa.

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