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Chi sono gli italiani che oggi si riuniscono col Gruppo Bilderberg

La 66esima riunione del Gruppo Bilderberg inizia oggi a Torino, che ironicamente è una città a guida M5S.
Foto via Youtube/Wikimedia Commons

Oggi, 7 giugno, inizia al Lingotto di Torino la sessantaseiesima riunione del Gruppo Bilderberg, che si chiuderà il 10 giugno e si occuperà, tra le altre cose, dei populismi in Europa, di Intelligenza Artificiale, di computer quantistici, di post-verità e di Russia, Iran e Arabia Saudita.

Formalmente il Gruppo Bilderberg è un incontro annuale di natura non ufficiale a cui si accede su invito; il suo scopo dichiarato è quello di “incoraggiare il dialogo tra Europa e Nord America” con “discussioni informali che raccolgono personalità che condividono un interesse attivo in affari rilevanti per la relazione tra Europa e Nord America.” È considerato uno dei più importanti think tank neoliberisti mondiali.

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Ogni meeting viene convocato da una commissione permanente (di cui fanno parte gli italiani Lilli Gruber e John Elkann), e si svolge nella forma di un incontro privato, a porte chiuse, secondo la Chatham House Rule: i partecipanti sono liberi di usare le informazioni ricevute nel convegno, ma non di rivelare l’identità di chi le ha pronunciate. Come riporta il sito ufficiale del Bilderberg, durante l’incontro non vengono redatti verbali, fatte votazioni, proposte risoluzioni o rilasciate dichiarazioni programmatiche, e data la natura privata della riunione, i partecipanti non sono vincolati nel discutere dalle loro posizioni d’ufficio o già concordate pubblicamente.

D’altro canto, il Gruppo Bilderberg è forse noto per essere al centro di una delle più celebri teorie del complotto, quella del Nuovo Ordine Mondiale, in cui il Bilderberg è una sorta di loggia satanico-massonica dove si riuniscono gli agenti segreti—identificati a volte con 'malvagi ebrei', Illuminati, Rettiliani o altri alieni—di un complotto oligarchico che mira a conquistare tutto il mondo tramite stragi, catastrofi ecologiche, crisi finanziarie, scie chimiche, messaggi subliminali, etc. Nel 2014, la deputata M5S Tiziana Ciprini in un intervento alla Camera ha definito il Bilderberg “un governo ombra che commissaria i singoli paesi.” Ma non è l'unica rappresentante del MoVimento ad essersi espressa sul gruppo (tra gli altri, ci sono anche Carlo Sibilia e Paolo Bernini), e diversi consiglieri comunali a Torino, da Lega a Fratelli d'Italia, hanno criticato la scelta della città di ospitare l'evento o le scarse misure di sicurezza messe in atto.

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In ogni caso, del gruppo Bilderberg fanno parte, o hanno fatto parte, anche diversi italiani. Tra i più celebri degli ultimi anni vanno ricordati gli ex-Presidenti del Consiglio Romano Prodi, Mario Monti ed Enrico Letta; poi Giulio Tremoni, l’ex Ministro dell’Economia nei Governi Berlusconi; infine Emma Bonino e l’attuale presidente della BCE, Mario Draghi.

Oltre ai già citati John Elkann, l’erede di Gianni Agnelli che ha in mano la Fiat Chrysler Automobiles e la Exor N.V., e Lilli Gruber, alla riunione di quest’anno sono stati invitati altri italiani forse meno conosciuti.

Ad esempio Alberto Alesina, un economista famoso sia per la sua cattedra ad Harvard sia per il suo lavoro come editorialista per il Corriere o il Sole 24 Ore, nonché per le sue numerose pubblicazioni e apparizioni in TV. Oppure un’altra economista, Mariana Mazzuccato. Ci sono poi Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes e docente alla LUISS di Roma, ed Elena Cattaneo, farmacologa e biologa celebre per le sue ricerche sulla malattia di Huntington, senatrice a vita dal 2013, e che in Senato fu attiva nelle polemiche contro il metodo Stamina.

Seguono un dirigente d’azienda, Vittorio Colao di Vodafone Italia, e Salvatore Rossi, il direttore generale della Banca d’Italia e Presidente dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), nonché membro del CdA della Fondazione del Centro internazionale di studi monetari e bancari (ICMB) di Ginevra. C’è anche Giampiero Massolo, presidente dell’ISPI e di Fincantieri, con una carriera politica come Segretario generale del Ministero degli affari esteri (la più alta carica della carriera diplomatica) e come direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (quello che coordina l’attività dei servizi segreti italiani).

Volendo, nella lista degli italiani possiamo far rientrare anche il Cardinale Pietro Parolin, di cittadinanza italiana ma presente al Bilderberg come delegato del Vaticano in quanto Segretario di Stato di Sua Santità dal 2013.

Insomma, se nel gruppo Bilderberg di sicuro si riuniscono alcune tra le personalità più importanti e potenti dell’Occidente in un think tank dall’ottica esplicitamente neoliberista, visto quest’ultimo invito è forse legittimo escludere la pista satanica.