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Guarda un altro editorialista italiano fraintendere totalmente la realtà

Aldo Cazzullo ci regala il suo parere sul blocco dello ius soli chiamando in causa il personaggio di Mario Balotelli. Certo, come no.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Grab via Twitter.

Fino a non più di dieci giorni fa, la legge sullo ius soli—che in realtà non introduce lo ius soli puro, ma una versione temperata—era la priorità del governo e della maggioranza parlamentare. Ieri poi, all'improvviso, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha rinviato tutto al prossimo autunno, quando sarà praticamente impossibile far passare la legge, come se quello che era stato presentato come "un principio di civiltà" inderogabile e da far approvare a tutti i costi non fosse in fondo così importante.

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La motivazione ufficiale è che non ci sono le condizioni tecniche per approvare la norma, che rimane "una legge giusta." Quella ufficiosa, stando a un retroscena pubblicato su La Stampa, è che "votare questa legge con un brutto clima come quello che c'è ora nel Paese sui migranti sarebbe un errore." Tra barricate e "rivolte" dei sindaci contro i centri d'accoglienza, fantomatici "codici di condotta" per le Ong e titoli di giornale che parlano di "assedio" dei migranti all'Italia, insomma, la decisione si sarebbe resa necessaria, riporta sempre La Stampa, "per evitare che una scelta di civiltà sia trasformata in guerra di odio."

Per chi da anni si batte per l'introduzione della legge si è trattata di una pugnalata alle spalle o, come ha detto il presidente dell'Arci Filippo Miraglia, "un completo regalo alle destre" e il "frutto di un calcolo sbagliato e di un errore clamoroso, ovvero seguire la narrazione che affianca legge sulla cittadinanza alla questione degli sbarchi e dei viaggi dalla Libia: le due cose non c'entrano nulla."

In effetti, gli sbarchi non hanno niente a che fare con lo ius soli—almeno nella forma in cui è configurata. Marwa Mahmoud, un'italo-egiziana che fa parte della rete Italiani senza cittadinanza, ha spiegato che "questa legge non riguarda gli adulti, piuttosto il milione di bambini e adolescenti che oggi sono sui banchi di scuola ma a differenza dei loro coetanei non possono andare in gita con loro senza un permesso speciale e in futuro non potranno accedere all'Erasmus o iscriversi ad albi professionali se non dopo un iter tortuoso e burocratico."

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In altre parole: lo ius soli temperato non farebbe altro che ratificare una situazione che, di fatto, esiste già. Nonostante ciò, il martellamento propagandistico sull'Italia che diventerebbe la "sala parto del Mediterraneo" è penetrato talmente a fondo da aver contagiato anche il mainstream più "rispettabile," imponendosi dunque come senso comune. E quando si tratta di dare una patina di presentabilità a certe pulsioni, a quel punto scendono in campo gli Editorialisti Di Punta Del Buon Senso—come, ad esempio, Aldo Cazzullo.

Ora, è da un bel po' di tempo che quest'ultimo—nella sua rubrica delle lettere sul Corriere della Sera—firma editoriali piuttosto criticati per la loro evidente distorsione della realtà. A gennaio aveva scritto che Bello Figo "riesce a essere razzista sia nei confronti dei neri che dei bianchi," fa canzoni che potrebbero essere scritte da Matteo Salvini (ma qui forse le ha ascoltate al contrario), e avrebbe addirittura danneggiato Renzi al referendum "più degli appelli di Zagrebelsky."

Poi era venuto il turno di Starbucks; o meglio dello "sbarco" di Starbucks in Italia, che rappresenterebbe "un'umiliazione" per tutto il popolo italico. Ma il problema, per Cazzullo, andava ben oltre la ferita inflitta dai malvagi plutocrati americani all'orgoglio del paese. Ed era, per citare le sue parole, il seguente: "Sono curioso di vedere quanti dei 350 posti di lavoro annunciati a Milano andranno a giovani italiani, e quanti a giovani immigrati." Non solo ci rubano le tradizioni, ma regalano il lavoro agli allogeni. Una sorta di prosecuzione del piano Kalergi con altri mezzi, insomma.

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Nel suo editoriale di stamattina, invece, Cazzullo ha individuato una possibile causa del blocco allo ius soli. E no, non si tratta della pavidità di questo o quel partito; né della rissosità di una maggioranza parlamentare cambiata 32129 volte in quattro anni; né del clima che si respira in Italia sui migranti—un clima che ha infettato pure una norma che non ha nulla a che fare con gli sbarchi. Niente di simile.

Secondo Cazzullo, che risponde a due lettori che commentano le "vittorie [sportive] degli italiani d'Africa" (secondo uno dei due sminuite da gesti come quelli del "nuovo Balotelli e di Gigio Donnarumma", secondo l'altro ingiustamente enfatizzate), potremmo dire che è la portata di Balotelli-simbolo a poter spiegare l'assenza dello ius soli. Perché, cogliendo al balzo il riferimento del lettore, Cazzullo spiega che Balotelli non è un modello irreprensibile: "Se Balotelli uomo fosse stato all'altezza del Balotelli calciatore," scrive, "cioè si fosse comportato diversamente, forse lo ius soli sarebbe già legge dello Stato. Nel senso che a volte un personaggio simbolo può dare la spinta necessaria a un provvedimento considerato maturo."

Pur essendo vagamente "giusto," spiega Cazzullo, il provvedimento non può essere approvato in questo momento perché è in corso "un esodo" non sostenibile "da nessun Paese al mondo né dal punto di vista logistico né da quello morale e culturale." Meglio prendersi una pausa, dunque, perché ci sono italiani (bianchi, si presume) contrari agli sbarchi. Il che equivale a dire un'altra cosa: visto che esisteranno sempre italiani che non vogliono migranti, allora non se ne riparlerà mai.

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Il capolavoro, però, è nella conclusione. Cazzullo comunica al "signor Emili" (il lettore critico che parla di "troppi migranti e troppo buonismo") che "ci sono immigrati che diventano e diventeranno nostri connazionali." Quasi come se, purtroppo, ci si dovesse rassegnare a questa evenienza. Almeno, chiosa l'editorialista, qualcosa di buono può venirne fuori: "Se ci danno qualche medaglia nell'atletica che i nostri figli non riescono più a vincere, tanto meglio."

Quasi come a dire: se proprio bisogna piegarsi all'estensione dei diritti—maledetti buonisti!—tanto vale consolarsi con il fatto che questi corrono più dei bianchi, e possono ridare lustro o orgoglio alla Nazione in campo sportivo. Il sottotesto, ovviamente, è che devono meritarselo: altrimenti si fa la fine di Balotelli, e si viene additati come traditori della razza.

Per ricapitolare, dunque, il fallimento sullo ius soli non è ascrivibile alla politica italiana; ma ai destinatari della norma, che da un lato sono "ingrati" (come Balotelli) e dall'altro continuano ad arrivare in Italia, rendendo di fatto impossibile l'approvazione della norma.

Ok.

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