Cibo

Ho passato 10 anni a bere 9 lattine di bibite gassate dietetiche al giorno

Come curare una vera e propria dipendenza e smettere di bere un sacco da bibite gassate dietetiche al giorno.
dipendenza bibite gassate dietetiche
Foto: Ben Kolde / Unsplash 

“Passa alle bibite dietetiche,” ha detto la dottoressa. “Ti aiuterà a placare la voglia di zucchero senza accumulare calorie extra.”

Sono seduta al tavolo, mentre cerco di scrivere questo pezzo, ma tutto ciò a cui riesco a pensare è il pacco da sei lattine di soda nascosto nella mia borsa. Mi chiama. Negli ultimi giorni ho evitato di guardarle, ma oggi mi attirano come se non avessi autocontrollo. Mentre verso la loro ambrosia in un bicchiere pieno di ghiaccio, ho la saliva in bocca e le mie mani tremano.

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Ciao, mi chiamo Natasha e ho una dipendenza dalle bibite gassate dietetiche.

Gli anni passavano e la mia dipendenza si aggravava. Mi svegliavo e aprivo una lattina, che tracannavo fino a farmi male alla gola. Andavo all’università con una lattina in mano.

Molte persone non riconoscono una dipendenza da bevande gassate come una vera dipendenza, ma la mia storia mi dice il contrario. Ed è iniziata nel 2012.

All’epoca ero al secondo anno di università. Mentre la gente intorno a me scopriva vizi come alcool, sigarette e droghe varie, io non ero interessata. Così, mentre i miei amici bevevano e fumavano, io mi lasciavo cullare da una lattina di liquido pieno di anidride carbonica color caramello, giudicando i miei pari, che pensavo stessero cadendo in vizi molto più pericolosi.

Quell’anno sono anche andata da una nutrizionista per la prima volta. Avevo abitudini alimentari terribili, che mi avevano portato a prendere peso in modo preoccupante. Così, quando ho smesso di entrare in qualsiasi dei miei vestiti, mi sono ritrovata da una nutrizionista che mi scrutava con sguardo pietoso. “Saresti così carina se perdessi un po’ di peso,” mi ha detto. Ho annuito amichevolmente, senza rendermi conto del peso di quelle parole, e dei pregiudizi da cui germogliavano. Mentre raccontavo gli orrori che buttavo nel mio sistema digestivo, comprese le bibite, la dottoressa prendeva appunti e mi diceva come correggere la mia dieta. Ma ha concluso con un consiglio all’apparenza innocuo, che ha finito per distruggermi. “Passa alle bibite dietetiche,” ha detto. “Ti aiuterà a placare la voglia di zucchero senza accumulare calorie extra.”

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È stato un momento di “Voilà!”. Avevo paura che la dottoressa mi avrebbe detto di smetterla e basta. Invece, potevo bere la versione zero calorie e stare bene. O così pensavo. Gli anni passavano e la mia dipendenza si aggravava. Mi svegliavo e aprivo una lattina, che tracannavo fino a farmi male alla gola. Andavo all’università (poi al lavoro) con una lattina in mano. Ogni ora, i miei amici sentivano il suono familiare—crack, pop, shhhh—seguito da un assetato ingurgitare.

Non fraintendetemi, non paragonerei mai una dipendenza dall’alcool a una da bibite dietetiche. Sono perfettamente a conoscenza degli effetti terrificanti dell’alcolismo. Sto solo sottolineando la mia cecità.

Man mano che la mia soglia di tolleranza aumentava, aumentava anche il bisogno di consumare più bibite dietetiche. Nel 2017 facevo fuor sei lattine al giorno. Nel 2019, ero salita a sette. All’inizio di quest’anno, il numero oscillava tra otto e nove.

Poi sono state imposte le misure per il coronavirus, la quarantena, e il mio mondo è crollato. Ho iniziato a scorrere tra app di food delivery per vedere se trovavo qualcosa. Ho assillato i negozi del quartiere perché si facessero rifornire da altri negozi. Sono uscita di casa contro ogni buona logica solo per tentare di trovare un bottino. I commercianti mi guardavano sconvolti, mentre impilavo pacco dopo paco nella mia borsa. Leggevo di come gli alcolisti fossero nei guai perché la quarantena aveva reso impossibile trovare da bere. Alcuni si sono uccisi, incapaci di trovare una dose. Alcuni sono morti perché avevano cercato di sostituire l’alcool con il disinfettante per le mani. “Che stolti!” pensavo. “Non riescono a controllarsi?” Io, ovviamente, facevo finta di non essere in preda a una dipendenza chimica. Non fraintendetemi, non paragonerei mai una dipendenza dall’alcool a una da bibite dietetiche. Sono perfettamente a conoscenza degli effetti terrificanti dell’alcolismo. Sto solo sottolineando la mia cecità.

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Nel corso degli anni, amici e parenti hanno cercato di convincermi a smettere di consumare tutte quelle bibite. In qualsiasi momento, mi vedevano con una lattina in mano. Io mi giustificando dicendo, “Tu fumi 10 sigarette al giorno! Cosa cambia?” o “Almeno non bevo fino a collassare tutte le volte che usciamo.” Mi arrabbiavo e allontanavo le persone, accusandole di volermi controllare. Difendevo sempre la mia abitudine, dicendo che era la meno dannosa di tutti i vizi umani. Ma con ogni litigio, cresceva in me un dubbio.

Il mio colesterolo era troppo alto, i miei reni stavano cedendo, il mio fegato era gonfio, il mio cuore nei guai, le mie giunture infiammate. Ho visto i risultati e poi ho visto la lattina sulla mia scrivania.

Nonostante fossi riuscita a gestire e migliorare le mie terribili abitudini alimentari, la mia salute continuava a peggiorare. Avevo costantemente male alle giunture, mal di testa, stordimento e vista annebbiata. Ero anche stufa di dovermi assicurare di avere abbastanza lattine o bottiglie ovunque andassi.

Era anche un’abitudine costosa. Se ho fatto bene i conti, nel 2019 ho speso circa 80.000 rupie (cioè 920 euro) solo in bibite dietetiche. Ma non mi godevo più le bevande, il bisogno mi esauriva. Non ne traevo più il benessere immediato che mi davano un tempo. Avevo però paura di non bere soda. Sembrerà una cosa senza senso, ma quando passi dieci anni a bere una certa bevanda ogni giorno, per di più una bevanda legale e presente ovunque, non consumarla di fa sentire che manca qualcosa. Ero anche spaventata all’idea che non ce l’avrei fatta. Potevo… non bere? Sarei stata in pace? Avrei passato il resto dei miei giorni svegliandomi e andando a dormire pensando a come impedirmi di bere? E se qualcuno mi avesse offerto una lattina? Mi sentivo prigioniera, incatenata a una stupida lattina.

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La combinazione letale di zuccheri artificiali (come l’aspartame), caffeina e bollicine può renderti assuefatto alle bibite-sia normali che dietetiche.

La chiamata è arrivata il giorno in cui ho fatto degli esami del sangue, a luglio di quest’anno. Il mio colesterolo era troppo alto, i miei reni stavano cedendo, il mio fegato era gonfio, il mio cuore nei guai, le mie giunture infiammate. Ho visto i risultati e poi ho visto la lattina sulla mia scrivania. Non ci vuole un genio per capire che l’abuso sistematico che avevo inflitto al mio corpo nei quasi dieci anni precedenti aveva dato come risultato quei parametri sballati.

La ricerca medica dice che la combinazione letale di zuccheri artificiali (come l’aspartame), caffeina e bollicine può renderti assuefatto alle bibite—sia normali che dietetiche. Anche se alcune teorie dicono che la propensione alla dipendenza sia genetica, altre dicono che una volta che si sviluppa una tolleranza, i centri cerebrali del piacere devono averne ancora. Msora-Kasago, nutrizionista, dice che quando bevi una bibita dietetica, attiva i ricettori del gusto, preparando il cervello a una ricompensa che non riceve. Questo lascia i centri del piacere sovrastimolati, e ti senti spinto verso un’altra lattina. Le bibite dietetiche inibiscono anche la nostra percezione di cibi naturalmente dolci come la frutta, dice Brooke Alpert, autrice di The Sugar Detox. “I dolcificanti artificiali scatenano l’insulina, che manda il tuo corpo in modalità accumulo grassi e ti porta ad accumulare peso,” ha detto Alpert.

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Ero convinta di non star facendo male al mio corpo, perché l’etichetta diceva “zero calorie.” Mentre mi rallegravo di non star ingrassando, non mi chiedevo quali fossero le conseguenze degli altri ingredienti

Nel mio caso, ero convinta di non star facendo male al mio corpo, perché l’etichetta diceva “zero calorie.” Mentre mi rallegravo di non star ingrassando, non mi chiedevo quali fossero le conseguenze degli altri ingredienti. Alcuni studi hanno collegato le bibite gasate a diabete, condizioni cardiache, e un maggiore rischio di malattie renali croniche. I giganti della cola sono stati portati in tribunale più volte perché l’uso stesso della parola “dietetica” è “falso, ingannevole e illegale.”

Quando ho visto i risultati dei miei esami del sangue qualche mese fa, mi sono decisa a cambiare strada, ma lentamente. È durata due giorni, poi sono tornata a bere a pieno regime. Allora, ho scelto il taglio netto. Anche quello è durato due giorni. Poi ci ho riprovato. Ora sono senza bibite da qualche giorno, le ho sostituite con acqua e limonata fatta in casa. Ho molta paura di come andranno le cose, ma ne parlo con le persone e sto scrivendo questo articolo per responsabilizzarmi. Aiuta.

In retrospettiva, credo che la mia dipendenza abbia a che fare con anni di bassa autostima, ansia e stress. Mi è stato fatto credere che dovessi perdere peso, che dovessi stare calma, che dovessi rilassarmi. Non potevo essere me stessa, mai. Non ho mai preso tempo per capire davvero cosa generasse la tensione costante che sento, per gestirla e risolverla nel modo più sano. Invece, ho scelto un cerotto che mi gratificava istantaneamente: le bibite.

Ma ora ci sto provando. Ogni giorno. Sono “pulita” da un po’, ho paura e mi sento speranzosa allo stesso tempo. Mi sono seduta a scrivere questo pezzo perché è l’unico modo per dare senso ai miei pensieri. Quanto al bicchiere che ho descritto all’inizio del pezzo, quello colmo di bollicine e ghiaccio? Lo sto per rovesciare nel gabinetto.