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Ho scritto ISIS nella causale di un pagamento e il governo è venuto a cercarmi

Lo scorso aprile, nel tentativo di saldare un debito da 12,66 dollari con il mio coinquilino per del cibo thai, mi sono ritrovato sotto osservazione del governo americano. Per rivedere quei soldi ci sono voluti otto mesi.
Grafica di Jessica Saesue.

Lo scorso aprile mi sono trovato in una situazione familiare: ero fermo a fissare lo schermo su Venmo [una app che permette di effettuare pagamenti tra privati] perché dovevo dei soldi al mio coinquilino per del cibo thai. Non era la cifra da pagare a mettermi in difficoltà—parliamo di 12,66 dollari—ma lo spazio vuoto alla voce "causale". Compilarla è obbligatorio, dato che l'app è fatta per aiutarti a ricordare dove finiscono i tuoi soldi. Di solito, però, quello spazio è dedicato a battute, parolacce, emoji a caso. Un po' tutti si sentono in dovere di aggiungere un pizzico di ironia a una transazione altrimenti molto terra terra.

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Quella sera, nella sezione "causale"—lo so, ho la maturità di un 12enne—ho scritto "ISIS". Questo è il messaggio che mi è arrivato appena ho dato l'invio.

A quanto pare, digitando "ISIS" avevo messo in moto qualche algoritmo e il mio account era stato bloccato. Facendo delle ricerche, ho scoperto che l'ISIS fa parte di un'intera lista di persone, istituzioni ed entità che, se citate, fanno immediatamente bloccare il tuo account. Usa un termine qualsiasi tra quelli vietati —o prova anche solo a pagare qualcuno con un nome dal suono mediorientale—ed è probabile che il tuo account venga messo in quarantena, in attesa di ulteriori controlli.

Per prima cosa mi sono scusato con il mio coinquilino, e gli ho promesso che lo avrei pagato il prima possibile. La mattina successiva mi sono svegliato e ho trovato un'email che mi spiegava che, come sospettavo, avevo innescato un campanello d'allarme e dovevo contattare l'assistenza dell'app se avevo domande (ne avevo), o se volevo riattivare il mio account (volevo).

Ho subito risposto chiedendo che il mio account venisse riattivato. Altrettanto velocemente un addetto al servizio clienti, "Steph J.", mi ha confermato che il mio account era di nuovo attivo. Bello, ma troppo facile. Avevano chiuso il mio account perché ero una minaccia per la sicurezza nazionale, e poi? Una semplice email mi aveva scagionato da ogni sospetto? Il governo aveva analizzato tutti i miei tweet e capito che non ero una cellula jihadista dormiente? All'inizio mi erano sembrati troppo allarmisti, ora troppo tranquilli.

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In effetti avevo ragione—era stato troppo semplice. Nonostante il mio account fosse stato riattivato, i soldi non mi erano stati restituiti, né erano sul conto del mio coinquilino. Per il resto facevo e ricevevo regolarmente i pagamenti, ma il denaro che avevo destinato al cibo thai era rimasto bloccato da qualche parte dentro Venmo.

Una settimana dopo ho ricevuto un'altra email, questa volta da "Josh", un collega di Steph J. Devo dire che, quando hai a che fare con un'azienda che possiede tutti i tuoi dati bancari, è confortante sapere che puoi parlare con veri esseri umani, dotati di veri nomi tipo una lettera puntata.

Josh mi ha spiegato che Venmo è obbligato a riferire determinate informazioni sensibili al governo americano, e che sarei stato chiamato a spiegare cosa intendevo quando ho detto che il pagamento era per l'ISIS.

Ho risposto immediatamente, spiegando che era una battuta che manco faceva ridere, e che non ho, né ho mai avuto, a che fare con lo Stato Islamico. Poi mi sono rimesso in attesa, e più passava il tempo più mi preoccupavo. I miei 12,66 dollari erano finiti nelle mani del Governo degli Stati Uniti. Del Treasury's Office of Foreign Assets Control, per essere precisi. Non ne avevo mai sentito parlare, ma solo il nome mi metteva i brividi.

Insomma, non mi avrebbero lasciato in pace così facilmente. Dieci giorni dopo ho ricevuto un'altra email da un tale "Compliance Team" che mi informava che la mia richiesta di restituzione di fondi era stata bloccata a causa di un controllo.

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L'unica cosa che potevo fare era seguire il link e richiedere i miei soldi al Governo. Eccomi dunque su un sito governativo. Grazie al cielo, Venmo mi aveva fornito una lista di informazioni utili per compilare la richiesta.

Forse è un bene che il governo sia molto pignolo in questo processo. Quando ho iniziato a compilare la richiesta, è apparso un menù a tendina le cui voci includevano "diamanti grezzi", "armi di distruzione di massa" e una cosa chiamata "Lybia2".

Ho completato gli otto passaggi al meglio delle mie possibilità.

Tutto questo—il cibo thai, lo scherzetto, le email—è successo ad aprile. Fino ad ora, mi ero dimenticato del mio scontro con il governo e dei miei 12,66 dollari. Ho continuato a usare Venmo e a mangiare thai, tirando fuori di tanto in tanto il mio aneddoto sull'ISIS per mettere in guardia gli altri dal fare cazzate non divertenti su Venmo.

Pensavo che la storia fosse si fosse chiusa lì. Poi, a ottobre, quasi sette mesi dopo, ho ricevuto un'email da un certo Aidan Orsino.gov con oggetto "OFAC License Application." Orsino mi diceva che la mia richiesta era stata presa in considerazione, e che dovevo fornire altre informazioni.

Dopo mesi, finalmente stavano considerando la mia richiesta! In fondo, dovevo solo compilare altri due moduli governativi e le solite otto schermate sul sito. Ho fatto una foto del mio passaporto e della patente, e le ho inviate. Mi sentivo più vicino che mai al traguardo. Con rinnovato vigore e ferrea determinazione, ho affrontato di nuovo quelle otto schermate, assicurandomi di inserire tutte le informazioni in modo corretto.

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Poi, il 16 novembre 2016, esattamente otto mesi dopo il famoso giorno in cui ho pagato del cibo thai al mio coinquilino inserendo la parola ISIS nella causale, ho ricevuto un'email nella quale mi si comunicava che il mio pagamento era stato sbloccato. Con quei 12,66 dollari finalmente sul conto del mio coinquilino, la saga si era conclusa. Mi sentivo vincitore, ma anche un po' svuotato.

Anche se sono sicuro che il mio nome e la mia foto profilo di Venmo siano ancora in qualche archivio del governo americano, alla fine tutto si è risolto. Da questa esperienza ho anche imparato qualcosa: che sull'ISIS non si scherza, che il governo tiene d'occhio le app di transazioni finanziarie, e che bisogna stare attenti a "Lybia2". Mettere ISIS nella causale è stata una mossa stupida. La prossima volta mi limiterò alle emoji della melanzana, e tanti saluti al governo.

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