Foto di Quimao, pubblicata in Sensitive Content 2
Foto di Quimao, pubblicata inSensitive Content 2
Attualità

‘Sensitive Content’ raccoglie le foto che Instagram non vuole farti vedere

Il magazine raccoglie le immagini prodotte da creator queer e bannate dalla piattaforma. Ed è bellissimo.

Non è un segreto che Instagram sia un posto difficile per la community queer. Questa frustrazione ha portato il fotografo e artista Zain Curtis a creare Sensitive Content, un magazine dedicato ai post di creator queer rimossi dalla piattaforma. Composto di materiali inviati dalla community, nel corso dei primi due numeri il magazine è diventato un’occasione per celebrare la creatività queer e la sessualità contemporanea.

Pubblicità

In occasione dell’uscita di Sensitive Content Volume 2—che include 63 foto rimosse di 29 creator LGBTQ+ tra cui anche contributi del fotografo cinese di fetish Qiumao e un’intervista a tre con Brontez Purnell, Dominique Taylor Hildebrand e Joel Someone—abbiamo parlato con Zain della rivista e del futuro della creatività queer online e offline.

L’intervista è stata editata per questioni di spazio e chiarezza.

Foto di Dominique Taylor Hilderbrand, con Brontez Purnell, da Sensitive Content 2

Foto di Dominique Taylor Hilderbrand, con Brontez Purnell, da Sensitive Content 2

VICE: È impressionante vedere la varietà di progetti che hai fatto negli anni—dalla fotografia alla serigrafia ai tappeti. Quando ti è venuta l’idea di Sensitive Content?
Zain Curtis:
Nella primavera del 2022, ho postato un autoritratto in cui avevo una gagball in bocca. Volevo usarla come foto profilo, ma me l’hanno rimossa. La rabbia ha preso il sopravvento. Sapevo che altri creator intorno a me avevano lo stesso problema, quello dell’ingerenza dei social media e di Instagram in particolare sulla loro arte.

Pubblicità

I social hanno un ruolo centrale per me e la mia espressione, è dove mostro il mio lavoro, e mi connetto con le persone che conosco o voglio conoscere. Soprattutto dopo il 2020, le persone queer hanno trovato online le loro community. Quando ci ritroviamo e ci esprimiamo nei nostri spazi, non abbiamo bisogno di tutti questi vincoli. Penso che la rivista sia un modo di dire che siamo ancora qui e celebrare la nostra creatività.

Zain Curtis, foto di John Brant

Zain Curtis, foto di John Brant

Come è andata la creazione del primo numero? Come hai trovato i materiali? Ci sono state altre persone che ti hanno dato una mano?
Semplicemente, ho fatto un post in cui spiegavo il progetto e chiedevo materiali. Alla fine di quella giornata, mi erano arrivate un centinaio di mail con le foto rimosse delle persone.

Ed è stato lì che mi sono reso conto che sarebbe stato un progetto più grande di quanto pensassi. Il mondo dell’arte isola l’arte erotica e queer, e sono stanco di questa cosa—e molti artisti che usano le piattaforme pensano forse la stessa cosa. Quindi era importante, per me, farlo.

Ci ho lavorato da solo, è stato pesante. In futuro mi piacerebbe lavorarci con un collettivo.

Direzione creativa di Jay Marshall, foto di Iris Delany

Direzione creativa di Jay Marshall, foto di Iris Delany

Qual è stata la risposta a Sensitive Content 1
Direi buona, mi interessava più che altro gettare le basi e capire se c’era interesse. La censura online, e gli effetti delle regole dei social sulle comunità di nicchia, sono problemi in crescita. Sono compagnie private e alla fine dobbiamo seguire le loro regole, ma non sarebbero quello che sono se non ci fossero utenti che investono tempo ed energia nella creazione di contenuti su cui poi le compagnie guadagnano. E non c’è niente che unisca le persone quanto essere arrabbiate per la stessa cosa. Sono felice di aver trasformato quella sensazione in un oggetto tangibile.

Pubblicità
Due foto di Quimao, pubblicate su Sensitive Content 2

Due foto di Quimao, pubblicate su Sensitive Content 2

Sensitive Content 2 esplora il significato di essere una persona queer online, in un contesto in cui usiamo i social per guadagnare, imparare, divertirci e costruire comunità—e d’altra parte riconoscendo i rischi del farlo. Come volevi che si evolvesse il secondo numero rispetto al primo?
Dopo il primo numero volevo che il magazine si evolvesse in una forma più da magazine, appunto. Io non penso che le riviste cartacee siano obsolete. Penso che con la carta puoi esprimerti di più, perché non finisce automaticamente anche nelle mani sbagliate.

Sapere che il pubblico ha tempo per digerire quello che vede ti rende più a tuo agio con l’esprimerti, a differenza di quello che ti succede online. Tra i miei punti di riferimento ci sono i primi VICE, BUTT magazine, e le riviste con cui sono cresciuto. È importantissimo avere una rivista che ha per te una dimensione sacra, a cui tornare e a cui sentirti connesso. I social sono così veloci che le immagini perdono significato. Volevo che questo progetto fosse un anello di congiunzione tra carta e digitale.

Foto di Robert Andy Combs, pubblicata su Sensitive Content 1

Foto di Robert Andy Combs, pubblicata su Sensitive Content 1

Il secondo numero ha anche dei bellissimi testi! Alcuni sono articoli personali su specifici post rimossi, ma ci sono anche portfolio, interviste, e un saggio sulla sessualità e la salute sessuale contemporanee.
In ogni numero voglio che ci sia un equilibrio tra questioni reali da affrontare e scrittura creativa su argomenti controversi. Ai collaboratori do così un’ampia tela bianca.

Pubblicità

Mi sembrava importante nei primi numeri parlare di censura per dare un po’ di contesto, ma sono pronto a tutto. Non voglio che passi come vittimismo. È più che altro una celebrazione e un’investigazione di cosa significa essere queer online, oggi.

Foto di Benjamin Fredrickson, pubblicata su Sensitive Content 1

Foto di Benjamin Fredrickson, pubblicata su Sensitive Content 1

Con il secondo numero, hai anche creato del super merchandising. Cosa vedi nel futuro di Sensitive Content?
Voglio che diventi una community offline. Voglio fare tutti I numeri possibili. Quando le persone smetteranno di mandare materiali, so che sarà giusto smettere. Non penso che la censura o il pensiero puritano finiranno a breve, perciò penso che Sensitive Content avrà un po’ tempo per crescere. Voglio fare mostre con I materiali rimossi.

Voglio creare una casa di produzione e fare interviste video. Voglio dare borse di studio ad artisti controversi. Ho un sacco di idee per contenuti e contenuti branded, voglio trovare modi per renderlo sostenibile. Penso che la rivista posa crescere e diventare un media rilevante nel mondo queer.

Foto di Dominique Taylor Hilderbrand, pubblicata in Sensitive Content 2

Foto di Dominique Taylor Hilderbrand, pubblicata in Sensitive Content 2


Robert Hickerson è un fotografo e artista di Brooklyn, New York. Seguilo su @roberthickerson.