Cosa c'è sugli smartphone dei profughi?
Foto di Grey Hutton.

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Cosa c'è sugli smartphone dei profughi?

Gli smartphone che hanno superato la pericolosa rotta verso l'Europa hanno molte funzioni––sono apparecchiature di comunicazione, sono dei ricordi, ma soprattutto sono un piccolo pezzo di indipendenza e sicurezza nella vita di tutti i giorni.

Nelle ultime settimane il tema del "profugo dotato di smartphone" è tornato alla ribalta, spesso usato come prova da chi ritiene che le migliaia di persone bloccate al confine ungherese o pronte a rischiare la vita su un barcone non siano poi così in fuga, se possono permettersi un cellulare con Internet e fotocamera. A volte non bastano nemmeno gli articoli che spiegano il perché e il come possedere uno smartphone non sia solo normalissimo, per un profugo, ma anche utile. Ma è un compito educativo che i media devono portare avanti, anche se dovrebbe essere intrinseca la consapevolezza del fatto che l'Europa non sia l'unico continente civilizzato del mondo.

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In tutto questo dibattito sugli smartphone però c'è una cosa degna di nota: ogni smartphone racconta una storia. Gli smartphone che hanno superato la pericolosa rotta verso l'Europa hanno molte funzioni––sono apparecchiature di comunicazione, sono dei ricordi, ma soprattutto sono un piccolo pezzo di indipendenza e sicurezza nella vita di tutti i giorni. Abbiamo pensato di chiedere ai profughi arrivati a Berlino di mostrarci i loro smartphone. Alcuni ci hanno raccontato la storia che sta dietro alla scelta dello sfondo, mentre altri si sono concentrati sulle funzionalità del dispositivo. Ognuno crea una connessione diversa con l'apparecchio, ma una cosa è chiara: nessuno vuole farne a meno. E chi non lo capisce non ha mai dovuto fare a meno del suo smartphone.

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"Ho 16 anni e ho scelto questa immagine perché mi ricorda mia mamma. Questo telefono è l'unico modo che ho per rimanere in contatto con la mia famiglia e i miei amici."

"I miei cinque figli sono in Giordania e io sono venuto in Germania per lavorare e ricostruirci una vita. Mentre ero in viaggio non avevo cosa più importante che questo telefono."

"Questa è Elissa, una popstar libanese. Mentre ero in viaggio non mi andava tanto di ascoltare musica, ma adesso che sono in Germania mi è tornata la voglia."

"Questo telefono è stato più importante della mia anima."

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"Questo è lo sfondo del mio vecchio telefono; non ho ancora capito come fare a metterlo su quello nuovo che mi ha dato mia madre. Avevo due fratelli, sono morti entrambi. [Mio fratello, quello in foto] mi è sempre stato vicino nei momenti più difficili. È stato ucciso dall'ISIS, e l'altro da Assad."

"Con Viber, Facebook e Whatsapp posso rimanere in contatto con tutti."

"I nostri telefoni sono importanti." (Coppia somala)

"Questa è una foto dei miei quattro figli. In viaggio abbiamo usato lo smartphone per insegnare loro qualche parola tedesca e tenerli occupati con i giochi."

"Ho perso il mio smartphone durante il viaggio, mi è cascato in mare. Ma appena avrò i soldi ne comprerò un altro."

"Ho questa immagine sul telefono da quando ho ottenuto il visto. Simboleggia il mio viaggio."

"Questa è mia figlia, che è ancora in Siria. Ci sentiamo tutti i giorni, mattina e sera."

"L'ho sempre ricaricato con questo power bank viola."

"Ho usato il GPS per orientarci con la barca verso la Grecia."

"Per proteggere gli smartphone durante il viaggio abbiamo usato palloncini e nastro isolante."

"Questo è l'abbigliamento classico di un pashtun del Pakistan, il mio Paese. Non si portano i jeans e quella foto mi ricorda casa."

"Quello in foto è il figlio di un amico. La foto l'ho fatta in un centro ad Amburgo. Fino a un minuto prima non sapevamo se ce l'avremmo fatta. È il ricordo di un bel momento."

"È lo sfondo preimpostato, non so cambiarlo."

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"Il viaggio è durato 50 giorni. Non penso più a quanto è stata dura perché ora sono qua. Quando avevo bisogno di usare Skype o Viber chiedevo lo smartphone a qualche amico."

"Non ho uno sfondo perché sul cellulare non ho foto. Eravamo un gruppo di 20 persone e dovevamo stare attenti alle foto che avevamo sul telefono, non volevamo attirare l'attenzione della polizia."

"Non lo so, questa foto mi piace e basta."

"Non so perché ho questa foto, mi piace. Eravamo in 25, tutti dalla Siria. Una persona era responsabile del GPS e un'altra era addetta ai treni. Io non avevo un compito."

"Questa è un foto di me e un mio amico cristiano, di una volta in cui siamo andati insieme a pesca in Kurdistan. È un bel ricordo che mi porto volentieri dietro."

"Questa in foto è mia figlia, Rim."

"Senza questo cellulare il viaggio sarebbe stato impossibile. L'ho usato in ogni momento, su terra e in mare."

"Ho trovato questa foto, ma non è il mio telefono. A un amico l'hanno rubato al parco qua vicino, sono arrivati e gli hanno preso il telefono."

"Questa è la madre di mia moglie. È stata uccisa dall'ISIS in Libia. Ho questo telefono da dieci anni. Lo uso solo per le cose importanti."