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Digiuno e Facebook, la nuova strategia del movimento anti-corruzione indiano di Anna Hazare.

In India, il leader del movimento contro la corruzione Anna Hazare è così amato che la gente usa l'immagine del suo volto come cartello da sventolare. AP Photo/Ajit Solanki

È facile trovare somiglianze tra Anna Hazare, forse il più famoso attivista indiano contemporaneo, e il Mahatma Gandhi. Come per Gandhi, il guardaroba di Hazare consiste di dhoti di cotone, occhialetti tondi e sandali. Le affinità tra i due si allargano all'ambito strategico, con scioperi della fame e proteste in solitaria. Ma c’è una fondamentale differenza: Hazare, infatti, unisce la tradizionale disobbedienza civile all'attività online, con una pagina Facebook a lui dedicata sulla quale un addetto ai media pubblica aggiornamenti circa il leader e il suo movimento.

Questa gloriosa combinazione di attivismo di ventesimo e ventunesimo secolo ha avuto forte presa tra gli indiani, che di recente hanno organizzato enormi assembramenti per protestare contro "l’estesa e soffocante corruzione" che tarpa le ali del Paese.

L’ultima azione di protesta di Hazare è stato un voto del silenzio durato 19 giorni, interrotto per dichiarare la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni in caso il Parlamento non avesse approvato il Jan Lokpal Bill—una legge contro la corruzione che mira a creare un organo indipendente di difensori civici aventi il compito di investigare sulle malefatte del governo. Sono decenni che gli attivisti tentano di introdurre simili provvedimenti, e il successo del movimento “India Against Corruption” lanciato da Hazare nel gennaio 2011 sembrava suggerire che questa volta la campagna avrebbe trionfato. Nonostante ciò, dopo l'approvazione della Camera Bassa, il progetto ha trovato davanti a sé un muro di no che ha spinto Hazare a intraprendere un nuovo sciopero della fame.

Shivendra Chauhan, 34 anni, responsabile dell'attività online del movimento, è talmente convinto della bontà della causa da aver preso un’aspettativa dal suo lavoro di giornalista per dedicarsi anima e corpo al suo compito di blogger non pagato. “Abbiamo toccato il tasto giusto, quello delle persone stanche della corruzione,” dichiara. “Persone stremate dalle viziosità e gli imbarazzi dei Giochi del Commonwealth del 2010, dagli scandali della svendita delle frequenze 2G, che sembra essere costata 38 miliardi di dollari in bustarelle, e dall’inflazione su beni di base come benzina e cipolle.” La pagina Facebook del movimento ha circa mezzo milione di follower—cifra apparentemente enorme, almeno finché non ci si rende conto che l’India ha una popolazione di 1.2 miliardi di persone. Ma Chauhan è convinto che i numeri non siano importanti.

"Quello che importa è cosa fai con quei numeri; è la qualità delle persone che hai intorno a fare la differenza,” spiega. “La classe media ha un ruolo cruciale, sta a lei agire. La povera gente non ha la possibilità e il tempo di partecipare ai movimenti sociali, e ai ricchi non importa.” Vikram Sharma, un agente immobiliare di Nuova Delhi, appartiene alla classe media, e le sue speranze riguardo Hazare sono grandi. “Se il movimento di Anna Hazare avrà successo, cambierà gli standard di vita delle persone come me,” dice. “Oggi, se vuoi fare qualcosa con l’aiuto del governo, è un inferno. Devi pagare sottobanco per qualsiasi cosa. Sono tutti questi passaggi che impediscono ai piccoli imprenditori come me di crescere.”