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Musica

Dentro l'enorme biblioteca musicale della Hyundai in Corea del Sud

Se non hai una carta di credito particolare non ci puoi entrare, ma noi abbiamo conosciuto una DJ che lavora lì e ci ha rivelato i suoi segreti.
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Fotografia via

Uno dei momenti più memorabili della mia estate 2018 è stato un pranzo a base di gamberi rossi crudi in un piccolo cortile d’ombra del Sud in compagnia di Closet Yi e Naone, due ragazze sudcoreane che fanno tech-house a nome C'est Qui. In seguito ho cercato di unire i puntini delle informazioni che mi avevano dato sulla loro vita con l’aiuto di internet e ho così scoperto che Closet fa parte dello staff della Hyundai Card Music Library di Seoul, la cui esistenza stessa a dire il vero scoprivo in quello stesso istante.

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La Hyundai Card Music Library è una biblioteca di musica, un edificio architettonicamente notevole nel quartiere hip di Hannam-dong, vicino a Itaewon. Al suo interno sono conservati rari—rarissimi—dischi in vinile e collezioni tematiche di musica dagli anni Cinquanta in poi. Nonostante ci sia un evidente cortocircuito nel fatto che sia aperta solo ai possessori della carta di credito Hyundai Card, tra cui come scherza Closet "non ci sono molti giovani DJ, inclusa me," la biblioteca riveste comunque un ruolo importante nella vita della città—e comunque se conosci qualcuno che ha la carta di credito puoi farti portare come ospite. "Molti clienti sono persone normali che vengono a volte in coppia, spesso con i genitori," mi spiega Closet. "Adoro che sia un posto dove puoi legare con la generazione precedente, condividere le esperienze grazie alla musica. Abbiamo anche un pubblico estremamente ‘cool’ che sta qui per ore ad ascoltare musica."

"La music library, a cui se ne aggiungono altre dedicate ai viaggi, al design e alla cucina, ha una collezione in continua crescita di dischi soul, jazz, rock, electro, world, colonne sonore, sperimentale e poi di musica coreana uscita dopo gli anni Cinquanta." Alla divisione per generi si unisce la divisione per decenni: la sezione jazz e soul comincia con gli anni Cinquanta e la sezione elettronica con gli anni Ottanta per poi ramificarsi in vari generi e stili. Al piano di sopra c’è poi una collezione di circa tremila libri e riviste collegati all’industria musicale, sia in coreano che in inglese. "I miei preferiti sono quelli di dance culture anni Ottanta-Novanta," spiega Closet. "Ma la parte migliore è la collezione di dischi rari, che è tenuta sotto chiave e a cui solo lo staff può accedere. Quando arrivano ogni mese, nella loro busta di plastica con etichetta dorata, per me è un’emozione già aprire lo scatolone per metterli in cassaforte."

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Tra questi dischi, quelli che hanno segnato di più Closet negli ultimi tempi ci sono "l’artista egiziana Asmahan, che è scomparsa a soli vent’anni per un incidente d’auto e la cui storia e voce mi hanno molto impressionato. Poi abbiamo il raro originale di Sir Joe Quarterman con quel bellissimo scarabocchio sulla cover; il ‘test album’ del 1969 dei Led Zeppelin, e l'uscita promozionale del 1972 degli He 6 [gruppo psych coreano], con quel leggendario assolo di batteria.”

Il posto di Closet Yi nella biblioteca è piuttosto invidiabile. "Il mio lavoro è suonare per cinque ore di fila!" ride. "Io seleziono la musica da suonare in filodiffusione durante le ore di funzionamento della biblioteca. Mi alterno con altri DJ, ma in quanto unica ragazza che ascolta house e techno cerco di fare almeno una-due ore di elettronica a ogni turno. A volte penso di essere l’unica che tocca i dischi dei Kraftwerk, dei Metro Area e di Jeff Mills… Ma suono anche jazz, world, o musica sperimentale—a seconda del tema del mese. Per esempio il mese scorso il tema era ‘urban city wave’, perciò ho messo un sacco di city pop, AOR e new wave per ricreare quel mood urban-futuristico degli anni Ottanta.”

Oltre ai DJ con cui si alterna Closet ci sono i bibliotecari che aiutano gli avventori a trovare il disco che vogliono ascoltare e insegnano loro a usare i giradischi delle postazioni dedicate agli ascolti singoli. Gli acquisti sono invece portati avanti da un panel di direttori, ognuno con standard diversi ma tutti accomunati dal pensiero per cui i dischi non sono solo musica, ma veicolano cultura, linguaggio, storia e la vicenda personale dell’artista e della sua etichetta. “Ovviamente abbiamo i Beatles e i Rolling Stones, ma i direttori fanno anche arrivare moltissimi artisti non famosi ma musicalmente e culturalmente importanti.”

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Tra i direttori c'è il leggendario collezionista coreano DJ Soulscape, fondatore della 360 Sounds Crew e del negozio di dischi Room360. È lui che ha assunto Closet lo scorso anno. "Ero a Los Angeles, mi ero appena laureata e stavo cercando di capire cosa fare nella vita, quando mi sono imbattuta in Soulscape. Poi, quando sono tornata a Seul, mi ha offerto questa opportunità," racconta. "Ogni volta che ci penso non riesco a credere alla mia fortuna. Ho scoperto un sacco di musica nuova, e ho un buon posto che mi consente di continuare a lavorare anche sulla mia musica. Dopo soli pochi mesi che lavoravo qui, i miei amici DJ nei club mi dicevano, ‘Hey, sai che sei molto più versatile ora? Il tuo modo di suonare è cambiato moltissimo!’” E in effetti, avendo sentito Closet suonare quest’estate, l’influenza delle sezioni fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, la passione per Hiroshi Sato e Haruomi Hosono, e l’attenzione alla sua crescente collezioni di dischi coreani come quelli di Kim Trio e di 015B sono delle chiavi importanti.

"Oltre alla parte di scoperta, penso di aver imparato molto sulla forma mentis e la passione di artisti che hanno deciso di fare questo per tutta la vita. Indipendentemente dal genere e dall’epoca, è davvero toccante quando leggi retrocopertine in cui parlano dei loro sogni, della società in cui vivono, delle loro storie d’amore. Mi ha dato la forza e la voglia di lavorare sodo e concentrarmi sulle mie cose."

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Oltre alla crescita personale, la posizione di Closet le permette di influenzare i gusti d’ascolto di un pubblico diverso da quello dei locali dove suona di solito—soprattutto se consideriamo la questione “possessori carta di credito Hyundai”. "Sono orgogliosa dei dischi house e techno che metto su, è musica che ascoltano relativamente in pochi a Seul. Mi capita magari che arrivi un signore elegante a chiedermi che cosa sta ascoltando."Altri avventori, al contrario, vengono per sentire la musica che già conoscono. “Un tipo si è presentato per tre o quattro volte di fila durante il mio turno e mi ha chiesto di suonare tutti i dischi di Serge Gainsbourg in un certo ordine, e con un certo pitch. Poi si è messo davanti alla cassa ad ascoltarlo. Al tempo ho pensato che fosse una cosa un po’ strana, ma ora un po’ mi manca persino. Comunque, spero che vengano qui più giovani artisti e studenti e che godano della libreria. So che ovviamente la sottocultura non si insegna solo sui libri, ma è un gran posto per passare il tempo e lasciarsi ispirare.”

Mentre la città si apre a una club culture di cui proprio le C’Est Qui sono pioniere, la biblioteca gioca un ruolo fondamentale nel rivalutare musica relativamente sconosciuta o dimenticata. E le richieste che arrivano alla DJ funzionano da cartina tornasole dei trend; nei mesi scorsi, per esempio, moltissimi ragazzi hanno chiesto dischi city pop giapponesi—proprio mentre Jesse You, Hasegawa Yohei e Tiger Disco introducevano queste sonorità nella scena clubbing coreana per poi penetrare anche nel K-pop. E, ovviamente, molti vogliono imparare a fare i DJ: solo che qui hanno la fortuna di avere a disposizione un corso breve con maestri d’eccezione come gli artisti di punta della scena di Seul, tra cui anche Closet, che "per esempio [gli insegna] perché e come il DJ usa due giradischi e un mixer.”

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C'è poi un locale al piano interrato dell’edificio, l'Understate, che propone eventi e concerti ogni settimana. "C’è un buon equilibrio tra ospiti internazionali e artisti vecchia scuola coreani come Sumin, Shin Have Gyeong, e Kang San Ae e altri,” spiega Closet. "Lo staff a volte invita musicisti internazionali o artisti quando visitano Seul. A me piacerebbe portare qui Roman Flügel un giorno e mostrargli i suoi dischi!"

Per finire, ho chiesto a Closet di consigliarmi un po’ di musica tra i suoi preferiti del momento. “L'album doppio dei Metro Area è uno dei miei preferiti, e con una buona dose di fortuna l’ho trovato da Disc Union mentre visitavo Tokyo qualche mese fa. È semplice ma molto ben fatto, una vera bibbia della deep house. [Ultimamente] suono anche molti album degli Azymuth e di Caetano Veloso quando splende il sole. Bobbi Humphrey e Sade quando mi sento emotiva. A Guy Called Gerald, Alexander Robotnick e Theo Parrish quando sono annoiata. Oh, e "Never Gonna Stop Lovin’ You" di Byrne and Barnes è stata una delle mie tracce preferite dell’estate.”

Elena è su Instagram.

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