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Música

Le ultime 24 ore di Whitney Houston

Un fedelissimo resoconto delle sue ultime 24 ore di vita, raccontatomi in sogno direttamente da lei, dopo essermi fumata del crack e aver perso i sensi.

Illustrazione di Angie Sullivan

Chiunque ricorderà dov'era e cosa stava facendo quando ha appreso la notizia della morte della cantante americana Whitney Houston. Io ero insieme al mio ragazzo in un cinema di Manhattan, ad assistere a una rassegna di film porno. Il film era appena finito, ed io, come qualsiasi altro deficiente in sala, ho tirato fuori il cellulare per vedere se, nell’ultima ora e mezza in cui non l'avevo toccato, qualcuno mi avesse scritto un messaggio di vitale importanza.
Un'amica memorizzata in rubrica come “Lindsey Lesbo” mi aveva inviato un sms. “WHITNEY HOUSTON È MORTA”. Testuali parole, tutto in maiuscolo. Un’altra amica mi aveva scritto su Twitter, dicendomi che, venuta a conoscenza della notizia, mi aveva immediatamente pensata—dovete sapere che mi piace urlare “BOBBY B!” ogniqualvolta penso che qualcuno si meriti una lezione, e quando lo faccio mi sforzo al meglio per riprodurre la voce di Whitney sotto l'effetto del crack. Si, ho parlato di crack, ma non voglio comportarmi come quegli stronzi senza rispetto che nelle ultime 24 ore hanno rigurgitato in Rete un'infinità di commenti sul tema droga e dipendenza e via dicendo. È così di cattivo gusto. Così sbagliato. Lasciamo riposare in pace questa diva. Celebriamola come si deve, e rendiamole grazie sbriciolando sulla sua memoria qualche grammo di crack.

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In onore all'unica donna di colore che cantando il pezzo di maggior successo di Dolly Parton ha fatto più soldi della stessa Dolly, questo è un resoconto al 100 percento autentico delle ultime 24 ore di vita di Whitney, raccontatomi in sogno direttamente da lei, dopo che ho fumato del crack e sono collassata.

11 Febbraio 2012, 9:12 

“Ohhh dannazione, non riesco a credere di aver sudato così tanto” esclama Whitney rivolta verso il soffitto, aprendo gli occhi nella sua lussuosa, ma troppo illuminata, stanza d’albergo di Beverly Hills. Negli ultimi giorni è stata impegnata nel doppiaggio per il suo film, Sparkle. Il regista non è soddisfatto, continua a lamentarsi della sua voce catarrosa, ma Whitney pensa siano solo stronzate.

“Ohhh maledizione, il regista di Sparkle spara un sacco di cazzate” pensa mentre si guarda vanitosamente allo specchio e armata di Kleenex asciuga le gocce di sudore dal viso e dal petto. “Whitney Houston NON può avere il catarro. Te lo può confermare chiunque. Il catarro è una merda! Ma sai cosa non è una merda? Il crack.” Si ferma un istante, prende la pipetta e fa una tiratina veloce. Il resto della giornata scorre tra levarsi le croste, rompere un orologio d’oro, scrutare fuori dalla finestra e fare scherzi telefonici a Kevin Costner (VUOI ESSERE LA MIA GUARDIA DEL CORPO, STRONZO? AHAHAHAHAHAHAHAH!)

Quella stessa sera, Clive Davis ha organizzato un piacevole party pre-Grammy pochi piani sotto la sua stanza, e Whitney non vede l'ora di andarci. Ha mandato il suo assistente da Forever 21 e altri negozi sul genere per comprare vestiti per la festa. Capi raffinati, di stile, ma con un tocco giovanile e tessuti assolutamente traspiranti. Whitney ha intenzione di provarseli tutti e far scegliere alle persone alloggiate nelle stanza vicine quello più adeguato. Non ha mandato inviti ufficiali per la sua "sfilata personale", perché ha già un piano: correre lungo il corridoio urlando ”Ehi! Come CAZZO sto con questo CAZZO di vestito?".

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Manca ancora qualche ora alla festa, e per ammazzare il tempo Whitney si siede alla scrivania e accende il portatile. Controlla la sua pagina Facebook, accetta un po’ di inviti ai vari after-party dei Grammy, e infine aggiorna il suo stato: “Dio mi ha donato una mente sveglia e lo stomaco pieno. Devo fare la cacca! LOLOLOL Sapete, Whitney è un po' pazza.”

Prova a rispondere ad alcune mail di lavoro, ma poi si ricorda dei 25 assistenti a sua disposizione e decide di inoltrargliele aggiungendo il messaggio “Rispondete voi. Troppo sudore. Capito?”

Prima di spegnere il computer, legge una notizia flash di Yahoo su Maya Rudolph ospite al Saturday Night Live della settimana. La cosa la innervosisce, perché sa che la comica si è fatta un nome come "imitatrice di Whitney Houston schizzata e fatta di crack."

“OH OH OH OH OH OH OH OH!” urla Whitney mentre si diletta in mosse hip-hop. “Non guarderò quello show! No no no no yeah! Non lo guarderò!”

Il tempo è volato, e Whitney si deve preparare per il party. Mentre prova vari vestiti, guarda dallo spioncino se in corridoio sta passando qualcuno a cui poter chiedere un parere. Alla fine opta per un tailleur-pantalone rosa salmone con gli stivali di pelle alla caviglia. Appoggia il vestito sul letto e riempie la vasca per farsi un bagno. Poi fuma del crack, e muore.

Segui Kelly su Twitter: @WolfieVibes