A un certo punto di questo marzo 2020 ci è stato solennemente chiesto di chiuderci in casa, per via della pandemia in corso, e in molti hanno dato un’interpretazione fin troppo libera di questo concetto di casa, come testimonia l’ormai celebre fuga dalle stazioni di Milano. Al di là del tragico danno che possono aver fatto, la loro fuga ha denunciato con gesti goffi e disperati il lecito disagio di dover vivere un periodo difficile in un posto che per loro casa non è.La famiglia Tatsis arriva a Goumenissa nel 1924, in seguito all’accordo tra Grecia e Turchia che prevedeva un colossale scambio di popolazioni secondo il criterio dell’appartenenza religiosa.
La beffa del racconto storico è che questa migrazione forzata fu sulla carta un atto di pace
Visto però che l’orizzonte della casa si è ristretto per decreto a quello delle quattro mura, mi ritrovo sempre più spesso a ciondolare davanti alla libreria in cerca di qualcosa. È una grande libreria a parete che col tempo ha inglobato gli oggetti più vari: scatole di cavi, un set di bocce, molte bottiglie vino. Ciondolo, perché senza viaggi fattibili per un periodo di tempo imprecisato, la cosa più avventurosa che posso fare è scegliere una delle tante bottiglie sparse tra gli oggetti e recuperare quelle storie che avevo dimenticato di raccontare.Senza viaggi fattibili per un periodo di tempo imprecisato, la cosa più avventurosa che posso fare è scegliere una delle tante bottiglie sparse nella mia libreria
La vendemmia qui comincia presto. I Tatsis hanno iniziato la raccolta a metà agosto, ma non è niente in confronto ai vignaioli di Santorini che quest’anno hanno cominciato a luglio. Dal 1996 a guidare l’azienda sono i fratelli Stergios e Periclis, e prima di loro già il padre e il nonno facevano il vino sulle colline intorno a Goumenissa. Nei 14 ettari della proprietà ci sono le varietà greche più diffuse: Xinomavro, Negoska, Roditis, Malagouzia, Limnio. Coltivano con metodi biodinamici e sono biologici certificati dal ’98 (tra i primi produttori di vino in Grecia). Dal 2007 hanno rivoluzionato il lavoro in cantina, togliendo tutti i lieviti, gli enzimi, e altri additivi comunemente usati per produrre il vino.Per descrivere la sua famiglia Stergios parla di “rifugiati” (we were refugees, dice) ed è qui che loro storia personale si salda a uno dei drammi del Novecento.
Più di un milione e mezzo di greci cristiani ortodossi vennero espulsi dalle zone di Smirne, del Ponto, della Bitinia e della Tracia. In direzione opposta, circa trecentomila musulmani vennero cacciati dalla Grecia verso la Turchia.
L’uva Limnio sembra raccontare una migrazione. Ha fama di uva antica, la prima a essere citata nelle opere di autori greci come Esiodo