A qualsiasi ora di una qualsiasi giornata estiva, Piazza della Repubblica è sempre gremita di gente. E non solo perché Pizzo Calabro - provincia di Vibo Valentia - è una località di mare molto suggestiva, ma soprattutto perché qui si viene per ingozzarsi di tartufo.Il gelato con il latte arriva negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, quando a Pizzo cominciano a diffondersi i primi laboratori di pasticceria che introducono l'uso di panna, creme e ricotta. In uno di questi, nel 1952, il pasticcere Don Pippo De Maria crea il tartufo.
Il tartufo di Pizzo Igp deve essere un gelato di fattura artigianale, dalla tracciabilità garantita
Il tartufo di Pizzo Igp deve essere dunque un gelato di fattura artigianale, dalla tracciabilità garantita. Tuttavia il dubbio resta e il sospetto che molti dei tartufi che troviamo nei vari bar e ristoranti non siano artigianali, permane. La popolarità ha reso il tartufo mainstream e spesso non è stata direttamente proporzionale a una qualità costante. La crescita della domanda ha incentivato la produzione che sempre più si sta allontanando dall'artigianato per farsi inglobare dall'industria.La crescita della domanda ha incentivato la produzione che sempre più si sta allontanando dall'artigianato per farsi inglobare dall'industria.
Ma la connessione tra Pizzo e il gelato va antedatata. Fin dal XVIII secolo il ghiaccio, derivato dalla neve compattata e custodita nelle neviere, è fondamentale per la città che, da importante snodo commerciale via mare, ha la necessità di conservare il pesce. La possibilità di usufruire del ghiaccio anche d'estate segna la svolta che porta alla produzione di granite e sorbetti e alla diffusione di caffetterie e “bettule” dove servirli. Il gelato con il latte arriva più tardi, negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, quando in città cominciano a diffondersi i primi laboratori di pasticceria che introducono l'uso di panna, creme e ricotta. In uno di questi, nel 1952, il pasticcere Don Pippo De Maria crea il tartufo. Le storie sulla sua nascita sono molteplici e si perdono nella notte dei tempi, la più accreditata è quella che ne attribuisce a lui la paternità.Come nel caso del Negroni Sbagliato, anche qui galeotto fu uno errore, o meglio un tentativo di arrangiarsi. La leggenda narra che a un matrimonio patrizio del paese, Don Pippo si trova sprovvisto di stampi e forme per confezionare il gelato sfuso da offrire agli invitati. Non sapendo cosa proporre, mette in mano una pallina di nocciola, una di cioccolato, la modella a mo' di sfera e fa un buco dentro dove versa del fondente semifluido e un'amarena sciroppata. Una volta impanata la pallina nel cacao in polvere, la avvolge in una carta alimentare e la raffredda: il tartufo è bello che fatto. La particolarità del cioccolato semifluido è il segreto di questo gelato che ottiene un immediato successo destinato a accentuarsi negli anni a venire.Leggenda narra che a un matrimonio patrizio del paese, Don Pippo si trova sprovvisto di stampi per confezionare il gelato da offrire agli invitati. (…) Mette in mano una pallina di nocciola, una di cioccolato, la modella a mo' di sfera e fa un buco dentro dove versa del fondente semifluido e un'amarena sciroppata.
“In estate raggiungiamo i 2.000/3.000 pezzi al giorno, almeno il doppio, se non il triplo dell'inverno”