La rigenerazione degli Acid Mothers Temple

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Musica

La rigenerazione degli Acid Mothers Temple

La band giapponese è in tour in Italia per presentare il suo nuovo album "Wake To A New Dawn of Another Astro Era". Abbiamo intervistato il fondatore Kawabata Makoto.

Gli Acid Mothers Temple sono in tour in Italia​ con la loro nuova formazione per presentare Wake To A New Dawn of Another Astro Era (Important Records), ultimo disco (che vi offriamo in streaming qui in fondo) di una carriera ventennale costellata da un centinaio di uscite. Suoneranno nel nostro Paese per tutta la settimana: ieri hanno suonato a Savona e stasera saranno a Bologna, per poi passare per Roma, Venezia, Torino con l'Offsetfest​​ (tra gli altri, suonerà anche Il sogno del marinaio, progetto di Mike Watt, appena intervistato dal nostro Demented) e salutarci infine domenica a Milano in Santeria (OOOM Festival​, con Julie's Haircut e Lay Llamas).

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L'occasione è imperdibile, e se già avevano regalato ottimi momenti di hard-psichedelia al loro passaggio nel 2012, questa volta promettono sorprese e un nuovo capitolo della loro storia.

Abbiamo parlato di tutto questo, della sua carriera in generale e del senso della sua musica con Kawabata Makoto, che del gruppo è fondatore e da sempre leader, oltre ad avere attraversato gran parte della storia del Giappone psichedelico, in quasi quarant'anni di carriera (se dovessimo consigliare un solo disco tra le altre centinaia fuori dal progetto madre, la scelta cadrebbe probabilmente su Mellow Out dei Mainliner).

Noisey: Parli di te stesso come di un sintetizzatore radio, che seleziona tra le frequenze che gli arrivano dal Cosmo, per esprimerle verso l'esterno in forma di musica. Come avviene questo processo? Il tuo è un ruolo attivo o si tratta più di qualcosa che subisci?
Chi lo sa… Credo che se c'è un Dio del suono (o della musica), questo mi renda come un sintetizzatore radio per la gente. Perché recepisco questi suoni dal cosmo in continuazione, anche quando non voglio.

Ho letto del tuo grande amore giovanile per la musica indiana, e poi della scoperta della musica concreta e del krautrock, ma che non vai pazzo per la cosiddetta psichedelia giapponese (per intenderci nomi come i Taj Mahal Travellers), e in generale per la musica giapponese. Qual è stato il tuo percorso, lo sviluppo dei tuoi gusti e come hai deciso cosa volevi fare come musicista?
Negli anni Sessanta e Settanta circa, in Giappone, i musicisti volevano suonare come quelli occidentali, volevano essere delle loro buone copie giapponesi… Quindi non ero molto interessato. Quale band giapponese avrebbe potuto fare meglio di Led Zeppelin, Pink Floyd o degli altri grandi?! Sfortunatamente nessuno, ne ero certo sia allora che adesso.

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Ma dalla fine degli anni Settanta, primi Ottanta, più musicisti giapponesi hanno cominciato a suonare nel loro stile personale (che non è lo stesso della formula "musica occidentale + elementi di simulazione di musica tradizionale giapponese"), da allora mi sono interessato specialmente di musica giapponese underground, e ho anche cominciato a fare musica come parte di questa scena dal 1978. Volevo fare musica di cui avevo davvero bisogno all'epoca, suoni come quelli del rock più pesante, alla Led Zeppelin o Deep Purple, ma che incontrassero sonorità elettroniche come quelle di Stockhausen.

Questa era la mia motivazione originale, ma purtroppo sia io che gli amici all'epoca con me nelle band non sapevamo suonare nessuno strumento… quindi abbiamo dovuto innanzitutto cercare di capire quello: era del tutto improvvisato e autogestito, e per esempio abbiamo scoperto che c'è un'accordatura standard per la chitarra e per il basso dopo quattro anni che eravamo una band! [Risate]

Ho scoperto "You, Baby" di Ike Reiko perché ne hai parlato da qualche parte, volevo ringraziarti. Sembrava anche che fosse uno dei tuoi dischi preferiti. Che cosa ne apprezzi in particolare? 
Ecco, per esempio: Ike Reiko… Lei era una pornostar in Giappone nei primi anni '70. Ho scoperto molti grandi film giapponesi degli anni 60 e 70 quando andavo al liceo. E mi cercavo anche i dischi, molte voci terribili ma un ottimo gusto per l'underground. I B-movie dell'epoca sono incredibili, sono un grande fan del cinema giapponese di quegli anni, ed è per quello che amo e ricerco anche le loro colonne sonore o comunque la musica che gli gira intorno.

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Ci parleresti del tuo amore per l'Occitania? Quello che probabilmente è uno dei vostri migliori dischi (La Nòvia - Eclipse, 2000) è dedicato a quella tradizione.
Sono un grandissimo appassionato della musica antica europea, tipo la musica medievale: è per questo che ho scoperto la musica tradizionale dell'Occitania. La loro musica ha tuttora molti legami e aspetti della musica trobadorica medievale. Credo sia tra le musiche più belle del mondo.

Sono sicuro che la musica medievale europea sia una delle musiche più paradisiache che esistano, per me. E so che la mia musica è davvero molto, molto distante da quel tipo di suoni. Forse è per quello che la amo così tanto. Con quell'album volevo provare a interpretare una versione di queste musiche stupende attraverso le mie modalità di espressione, e scoprire che cosa sarebbe successo.

Cosa ti spinge a voler fare ancora musica dopo tutti questi anni, e circa cento dischi? E a mettervi ancora in strada per suonare, in continuazione.
Non posso rispondere io, perché io devo continuare a fare, e suonare la mia musica finché non sentirò più alcun suono provenirmi dal cosmo. Quindi la domanda andrebbe fatta al cosmo stesso!

Ascolti la tua vecchia musica o quando un progetto è finito tendi a non ritornarci più?
Quando mixo i miei album devo riascoltare in continuazione, e quello per me è davvero abbastanza. Inoltre quando finisco un lavoro sto già ricevendo nuovi suoni, quindi non vedo l'ora di cominciare con quelli.

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Tutta questa prolificità funziona un po' come fotografie di momenti? (Metafora un po' abusata, me ne rendo conto…)
Non saprei, ma forse qualcosa del genere. Lo saprò quando sarò più vecchio… Potrò risponderti quando sarò in pensione e non sarò più un musicista [Risate].

Come guardi, retrospettivamente, all'evoluzione della tua musica?
Non so, ma alla fine è davvero importante? Quanto può importare un criterio cronologico nella musica? A me non interessa, mi interessa solo se sia buona o meno, e che mi piaccia o meno. In particolare la musica degli AMT è ormai già rock davvero old-school! Non è mai stata così vecchia! [Risate]

Ascoltare musica ti entusiasma ancora? Che cosa in particolare hai trovato interessante, ultimamente?
Recentemente molte colonne sonore e cosiddetto easy listening, quando lavoro alla scrivania, perché sono musiche davvero piacevoli come sottofondo. E ascolto sempre quasi le stesse cose: musica medievale, compositori del novecento, classic rock dei Sessanta e Settanta, musica etnica principalmente europea e asiatica… Ma voglio ancora trovare musica sempre migliore di quella che avevo sentito prima! [Risate] Però non ho più così tanto tempo, quindi ho cambiato un po' abitudini, e cerco di ascoltare più volte le tonnellate di dischi che ho già.

Qual è l'effetto che vorresti che la tua musica avesse sulle persone? Forse è anche il motivo per cui la fai. Metterle in contatto con qualcosa di più alto?
Ogni persona prova sensazioni diverse, e può percepirne gli effetti per conto proprio. Inoltre ognuno ha già dentro di sé ogni reazione possibile, si tratta solo di trovarle. Se riescono a vedere e ad ascoltare dentro loro stessi, possono trovarci tutto.

Vuoi dirci qualcosa del nuovo album Wake To A New Dawn of Another Astro Era? Vuoi presentarlo un po' ai nostri lettori?
È il primo album della nuova line-up, la nuova generazione. È il ventunesimo anniversario degli Acid Mothers Temple: nei vent'anni precedenti abbiamo scritto il primo capitolo della nostra storia, e da quest'anno con la nuova line-up è partito il secondo capitolo. Che cosa c'è di diverso? Lo vedrete ai concerti, o ascoltando il disco!

Cosa dobbiamo aspettarci da questo tour?
Abbiamo chiamato questa nuova line-up "AMT Next Generation"! La sezione ritmica è molto più giovane (quella precedente era la più vecchia nella storia della band), e hanno portato delle vibrazioni nuove! E il chitarrista Tabata Mitsuru (era membro fondatore dei Boredoms, e ben noto come chitarrista dei Zeni Geva per lungo tempo) ha cambiato nome in Mitsuko Tabate (Mitsuko è un nome femminile!), ha un nuovo personaggio: vedrai come è cambiato! [Risate]

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