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Tutte le foto di Sebastiano Barbieri

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Cibo

Vogliono far 'rivivere' Porta Palazzo, come se stessimo parlando di un mercato desolato

Porta Palazzo è una delle aree più vive di Torino, ma anche la piazza di spaccio più grande della città — e un nuovo mercato del pesce, e dei ristoranti gourmet, non sistemeranno la situazione.

Il fulcro di tutta questa iniziativa è “Porta Palazzo torna a vivere”, come se stessimo parlando di una landa desolata.

Pur non abitando a Torino e avendoci passato nel complesso un centinaio di giorni della mia vita, posso affermare sicuramente di aver vissuto Porta Palazzo nella (quasi) sua totalità: ci ho fatto la spesa, ci ho mangiato, ci ho dormito, ci ho addirittura ballato nell’evento più fico del Club to Club di quest’anno. Così, quando ho sentito dell’imminenza del nuovo progetto del Mercato Centrale, mi sono chiesto come sarebbe potuto cambiare un posto che ha sicuramente le sue problematicità, ma che, d’altro canto, ha un suo equilibrio.

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È anche vero che Porta Palazzo è il più grande centro di spaccio a cielo aperto della città da diversi anni, addirittura più di Tossic Park, un parco lungo la Stura figlio malriuscito di un goffo tentativo di gentrificazione in seguito alle Olimpiadi del 2006. Nel mese di luglio 2018, infatti, è partito un processo, definito di riqualificazione, di tutta l’area di Porta Palazzo, che ospita uno dei mercati a cielo aperto più grandi d’Europa. Come si legge in un articolo di cronaca locale torinese “L’intera zona di Porta Palazzo avrà presto un nuovo volto e la sua riqualificazione sarà incentrata sul tema della gastronomia. La caserma dei vigili del fuoco lascerà ben presto il posto ad un ostello con una zona ristoro e presidi Slow Food. Restyling anche per il mercato del pesce, che sarà rifatto interamente, con dehors sulla piazza, banchi e ristoranti con menù a base di pesce. Il Palafuksas ospiterà invece nuovi locali beverage & food, negozi e spazi culturali”. In pratica Mercato Centrale esporterà quello che sembra essere un format a tutti gli effetti, già testato pare con successo su Firenze e Roma. Sarà un cambiamento lento e — dicono — radicale, che già da marzo dovrebbe mostrare i primi frutti.

Io sono dell’opinione che questo mercato sembri un vero e proprio mercato, non uno di quelli a misura di turista

Consapevole che non sia tutto oro ciò che luccica, ho deciso di fare un giro al mercato di Porta Palazzo, con i ragazzi di Morsy - azienda di food delivery per aziende con base proprio a Torino -, che conoscono benissimo tutti i segreti di Porta Palazzo, visto che il mercato e tutti i market "esotici" che circondano l’area sono spesso tappe di rifornimento per le loro cucine. I ragazzi di Morsy - Carlo Alberto Danna e Sebastiano Barbieri - per esempio, mi conducono presto nell’ area dei contadini, dove mi mostrano un banco con solo verdure cinesi, un altro banco gestito da un uomo che sostiene di avere “the hottest banco in the Market” e che solitamente — purtroppo non il giorno in cui decidiamo di andare noi — veste un cappello da cowboy.

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Market-verdure-cinesi Porta Palazzo

Mentre giriamo tra i banchi incontriamo molti colleghi dei ragazzi di Morsy, segno che praticamente tutta la città viene a rifornirsi tra questi banchi, sia per una questione di prezzo che per una questione di qualità. In pratica: the best value for money.

Banchetti Porta Palazzo

Nelle mattinate di venerdì e sabato, i due giorni scelti per confrontarci con la realtà nel pieno della sua attività, ho provato di entrare in contatto con qualcuno dei lavoratori dietro il banco, che però — non appena percepivano la presenza di una camera o di intenzioni di approfondimento — passavano allo schernimento, probabilmente perché porto una barba che dovrebbe farmi sentire uomo ma che in realtà mi renderà per sempre un tardo-adolescente.

Prodotti-porta-palazzo

I miei ciceroni per questo viaggio mi portano alla scoperta di un mondo che secondo loro è sfruttato a un quarto del proprio potenziale: PalaFuksas, per esempio, dovrebbe essere un centro commerciale e in realtà sembra un cantiere abbandonato, da prima che cantiere lo diventasse per davvero.

Cantiere-Palafuskas

Per Carlo Alberto e Sebastiano, dunque, non può che essere positivo il fatto che qualcuno cerchi di rivitalizzare un posto che ha tutta la parvenza di essere abbandonato. Persino quando ci allontaniamo dai banchi per prendere un caffè, Carlo Alberto mi accompagna in una strana conta delle vetrine chiuse. La loro teoria è che la provincia e la regione spingano molto turisticamente su Porta Palazzo e il suo mercato, ma che poi non aiutino in alcun modo a rendere questa città viva. A Londra e Lisbona, mi dicono i ragazzi, ci sono mercati che sono vere attrazioni a cielo aperto, dove provare la cucina del luogo, in un posto tranquillo, respirando il tipico folklore locale.

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Porta-Palazzo-folla

Io sono dell’opinione che questo mercato sembri un vero e proprio mercato, non uno di quelli a misura di turista - cito ad esempio quello del Testaccio a Roma o il Brick Lane di Londra,- ma più di cittadino: il caos, la frenesia, ti portano a non poterti fermare un secondo, senza troppo spazio a frivolezze come il finger food o le comode sedute. Come Torino tutta, il mercato è di un fascino difficilmente resistibile, ma al contempo respingente, scomodo, ed è comprensibile che per chi vive lì, qualcosa debba essere cambiato. Per tutto il giro tra i banchi, infatti, dove lo spazio si fa più largo, non sono mancate gomitate o facili ironie sulla presenza di siringhe usate per terra, o di un gabbiotto definito “La casa del kit del buco”, ovvero dove è facilissimo reperire tutto l’occorrente per bucarsi, non solo della materia prima.

Porta-Palazzo-riqualificazione

E per quanto sembri incredibilmente romantico accogliere nuovi turisti e dare una nuova vita alla città, memore dell’esperienza di Tossic Park, mi sono chiesto come si pensasse di risolvere questo “problema”: sì, bellissimo rendere più a misura d’uomo, ma basta davvero mettere la polvere sotto il tappeto?

Porta Palazzo ha un problema di tossicodipendenza, è innegabile, ma in questo periodo non c’è una risposta sociale o politica a questa criticità.

Per avere più risposte in merito, risposte che non ho avuto in loco investito da un diffuso entusiasmo, ho contattato il professor Giovanni Semi, sociologo, autore del libro Gentrification. Tutte le città come Disneyland? e che insegna proprio nella città di Torino. “Anche io ho percepito diffuso entusiasmo per questa iniziativa, come si evince anche da una diretta tragicomica della sindaca Appendino e dell’assessore Sacco, promotore di questa iniziativa. Il fulcro di tutta questa iniziativa è 'Porta Palazzo torna a vivere', come se stessimo parlando di una landa desolata.

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L’Ex Palafuksas non è un ambiente neutro, c’è dal 1836, ha quindi quasi due secoli di storia. Per Torino, tutta quell’area, è sempre stata la sede del principale mercato urbano, un interscambio per tutte le classi sociali. Torino è sempre stata una città con una vocazione popolare molto importante e altrettanto importante è stato questo spazio alimentare. Era un posto utile per offrire servizi a tutti e soprattutto per dare lavoro a tutti”. La critica maggiore allo stato di “degrado”, o almeno così viene definito, di Porta Palazzo, è per la sua posizione, ovvero a due passi dal centro. Secondo molti — pareri che si possono trovare per strada come nei commenti alle notizie sui social network — il fatto di essere così in prossimità della parte storica della città, è un incentivo a renderla ricca di lustrini: “La vocazione di quest’area — continua Giovanni Semi — è mutata nel corso del tempo, dando vita a un ecosistema delicato che, sì, è a due passi dal centro storico. Non è il primo tentativo coatto di riqualificazione, già il progetto PalaFuksas fu un disastro all’epoca, anche solo a livello architettonico. Se si pensa che questa nuova operazione ha come core business la creazione di spazi per la 'ristorazione elevata', poi…”.

Macelleria-Porta-Palazzo-Torino

“L’ideologia del cibo e del decoro sono molto potenti, perché di base sono anti-politiche: nessuno è contrario a mangiare meglio, vivere meglio, stare meglio. Ma questo progetto è molto franco, esplicito, solo chi non ha a cuore questa situazione può vedere il tutto come positivo. Porta Palazzo ha un problema di tossicodipendenza, è innegabile, ma in questo periodo non c’è una risposta sociale o politica a questa criticità. Si nasconde la polvere sotto il tappeto, creando un dibattito post-politico, visto l’argomento: si toglie dalla discussione politica, una questione che sarebbe molto politica, in vista di un generico 'stare meglio': miglior cibo, miglior pulizia, miglior decoro”.

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Porta Palazzo Torino fare la spesa

Come accennato dal professore, infatti, questo non è il primo tentativo di gentrificazione di una certa area della città: lo stesso PalaFuksas, infatti, è l’emblema del fallimento di una gentrificazione coatta e raffazzonata, che non ha portato a nulla se non all’ennesimo problema da risolvere. È innegabile che Porta Palazzo abbia un problema di tossicodipendenza, pare molto meno innegabile che basterà un mercato del pesce più spazioso e con posti a sedere per risolverlo.

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