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New York

Un maratoneta italiano scomparso è stato ritrovato nella metro di New York due giorni dopo la corsa

Il trentenne, che sta lottando contro la dipendenza dall'eroina, aveva partecipato alla corsa nel running team della Comunità di San Patrignano.
Foto di Steven Pisano/via Flickr

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Un maratoneta italiano è stato ritrovato ieri dalla polizia di New York a bordo di un treno della metropolitana, affamato e disidratato. L'uomo, che si era perso domenica pomeriggio dopo avere tagliato il traguardo della celebre gara podistica, è stato identificato da un poliziotto fuori servizio.

Gianclaudio Marengo, 30 anni, originario di Terni, indossava ancora la pettorina con cui aveva svolto la competizione, insieme ad una maglietta azzurra e dei pantaloncini neri da corsa.

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A denunciarne la scomparsa erano stati i componenti della sua squadra: l'uomo, con un passato da eroinomane, si era iscritto alla maratona insieme al running team della Comunità di San Patrignano.

Dopo avere tagliato il traguardo della competizione, verso le ore 15 locali, Marengo si è reso conto di avere smarrito il foglio dove erano riportate le indicazioni stradali per rientrare all'hotel di Long Island City, dove alloggiava con gli amici.

Per due giorni Marengo ha vagato per la città, senza riuscire a ritrovare la strada di "casa"; la segnalazione avviata dalla Comunità di San Patrignano ha messo sulle sue tracce le forze dell'ordine della città statunitense, che hanno diramato un identikit dell'uomo attraverso canali ufficiali e media.

Avvistato e riconosciuto da un agente fuori servizio mentre si trovava a bordo di un treno della metropolitana 2, all'altezza dell'incrocio tra la 34esima strada e la Seventh Avenue, Marengo è stato aiutato a scendere dal convoglio e accompagnato in ospedale, dove ha mostrato i sintomi della disidratazione.

Nella serata di oggi, secondo quanto comunicato dalla Comunità di San Patrignano, l'uomo ripartirà alla volta dell'Italia. Nel centro di recupero, Marengo svolgeva mansioni da falegname, un'attività che - insieme alla corsa, diventata una passione - lo sta aiutando a combattere la dipendenza dagli stupefacenti.

"La corsa," aveva detto Marengo in un'intervista prima della Maratona, "è un buon modo per perdere peso e togliermi dalla testa i problemi che stavo vivendo. Ora credo che correrò per sempre".

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La sua storia di dipendenza affonda le radici nell'adolescenza quando, spiega Marengo, il suo motto era "no limits."

In un primo momento, la stampa americana aveva parlato di "problemi mentali" in riferimento alla figura di Marengo. Un'eventualità, questa, smentita dalla Comunità di San Patrignano, come riportato dall'Ansa.

"Non aveva nessun disturbo mentale. Non era soggetto a trattamento psichiatrico né sottoposto a terapie con psicofarmaci. Era certamente una persona fragile, vulnerabile e molto emotiva che dopo anni di tossicodipendenza aveva trovato un'opportunità di recupero a San Patrignano".


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La foto è di Steven Pisano ed è stata pubblicata sotto licenza Creative Commons