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Cibo

Ho trovato un Tiramisù a Milano, buono quasi come quello di mia madre

Non ho ancora detto a mamma di Mascherpa, se no mi taglia i fondi per i prossimi mesi
Foto per gentile concessione di Mascherpa

Il tiramisù è uno di quei dolci in cui prima o poi ognuno di noi si è cimentato. Abbiamo inzuppato pazientemente i savoiardi e li abbiamo disposti in una maxi teglia, e l'abbiamo condiviso con un po' di amici. Tutti si vantano di avere grandi competenza nel prepararlo. Una volta ne ho mangiato uno perfino a casa di una famiglia cingalese emigrata in Italia.

È un sapore semplice, che piace a tutti; nella versione classica è composto da strati alternati di crema al mascarpone, savoiardi inzuppati nel caffè e sopra una spolverata di cacao amaro.

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Ne esistono centinaia di varianti, troverai sempre qualcuno che ti dice: “il mio tiramisù è il più buono, perché ho un segreto!”, generalmente storco il naso e mi fido solo di quello di mia madre, d’estate ne prepara di continuo e spesso diventa la mia colazione da campione.

Negli anni si è discusso molto sull’origine, ma francamente è un po’ come dibattere su chi ha inventato la pasta: parole al vento! Essendo veneta, per me il tiramisù è Trevigiano, anche se da poco è stato riconosciuto come dolce friulano.

Da tempo mi chiedevo dove poter trovare un tiramisù buono quasi quanto quello di mia madre, qui a Milano e forse l’ho trovato.

Mascherpa (in dialetto milanese mascarpone, che tra l’altro è un prodotto della tradizione lombarda) è un piccolo locale a gestione famigliare dagli arredi colori pastello in un angolo di via de Amicis al numero 7, che propone tiramisù di tutte le forme e sapori.

Giovanna, la pasticciera, oggi è ammalata, mi dice Gerardo Loiero, uno dei figli. Gerardo mi accoglie offrendomi un caffè, di cui ho decisamente bisogno per far partire al meglio questa giornata piovosa.

Dietro al balcone stanno queste due aggeggi che sembrano usciti da un film di fantascienza, ma che scopro essere, invece, delle macchine per il caffè ad infusione; ne esce un caffè simile a quello americano ma dal sapore più intenso. Ogni giorno si può scegliere fra diverse miscele di caffè e tisane e un monorigine che cambia a seconda del periodo. Il caffè così lungo è perfetto per “pucciare” i savoiardi singoli nella loro versione del tiramisù scomposto, che provo immediatamente. La sequenza è questa, prendi un savoiardo lo intingi nel caffè e poi nella crema al mascarpone, infine lo porti alla bocca: meraviglia, se non fosse che nella mia poca coordinazione finisco per sbrodolarmi.

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I dolci al cucchiaio, questa volta sono all’interno di barattolini monoporzione in plastica. Sono tanti e non so da dove iniziare: c’è la versione classica, quella al mango, al cioccolato vegana, al MatchaSe vuoi te ne fanno uno anche con la crema che vuoi tu, e ogni giorno c’è una versione un po’ speciale; oggi alle fragole che sono di stagione.

Mi sorge il dubbio che Giovanna, la pasticciera, e mia madre abbiano la stessa ricetta; scopro che i tiramisù sono fatti con i Pistoccus (savoiardi sardi), che qui potete trovare anche “nudi”, come una sorta di Eclair con sopra una generosa dose di crema. Li chiamano strip e sono perfetti per chi vuole provare qualcosa di diverso dal classico dolce a strati.

Foto dell'autrice dell'articolo

Insomma, il locale offre un nuovo modo di mangiare il tiramisù; puoi prendere il tuo vasetto monoporzione, instagrammarlo, e mangiartelo in santa pace! Puoi dire addio a brutte vaschette di alluminio e teglie di vetro con ancora i residui di lasagne del giorno prima!

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