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Secondo il Comune di Rimini l'antidoto al caos della movida sono le birre calde

Rimini segue così le orme di un'altra città dell'Emilia Romagna, Bologna, dove già da fine maggio - e per tutta la scorsa estate - è stata vietata la vendita di alcolici freddi nel centro storico.
Foto via Flickr/Giorgio Minguzzi

Solo birre calde come antidoto alla movida notturna: la curiosa idea è stata applicata a Rimini, dove nei giorni scorsi sono scattate le prime sanzioni per nove minimarket del lungomare della città romagnola.

Qui da dieci giorni è vietato infatti vendere alcolici freddi, pronti al consumo.

Lo stabilisce un'ordinanza comunale, entrata in vigore il 1 giugno e valida fino al 15 settembre, che riguarda i negozi del settore alimentare e misto delle zone più turistiche della città della riviera romagnola, famosa proprio per la sua vita notturna.

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Nel concreto, vietando l'uso dei frigoriferi per la vendita di birra e altri alcolici, l'amministrazione cittadina spera di tenere a freno il disturbo della quiete pubblica e l'abbandono di bottiglie e lattine per strada, puntando anche a ridurre il consumo di alcol tra minorenni – attratti, in parte, dalla grande disponibilità delle bevande a basso prezzo.

"Anche in questo caso il Comune si trova a dover colmare un difetto della legislazione nazionale che, alla luce della liberalizzazione dell'esercizio della attività commerciale, non prevede limitazioni o vincoli per la vendita di alcolici effettuata al di fuori dai pubblici esercizi, privando di fatto Amministrazione e Forze dell'ordine di strumenti di controllo," si legge in un comunicato.

Rimini segue così le orme di un'altra città dell'Emilia Romagna, Bologna, dove già da fine maggio – e per tutta la scorsa estate – è stata vietata la vendita di alcolici freddi nel centro storico.

Ogni anno, in tutta Italia, si susseguono diverse ordinanze cosiddette 'anti-movida', volte a tutelare la convivenza pubblica, soprattutto nei periodi di massima affluenza turistica, e a discapito degli affari.

A Bologna, proprio in protesta del l'ordinanza anti-alcol del 2015, i negozianti più colpiti avevano indetto uno sciopero. A Genova, pochi giorni fa, due associazioni di gestori di locali del centro storico hanno presentato un ricorso al Tar contro le limitazioni di orario imposte dal sindaco.

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E persino a Trento, tornerà da domani il divieto di vendita notturna di alcolici per asporto nelle vicinanze di piazza Santa Maria Maggiore, una delle zone più vivaci della città. Misure simili sono state applicate in passato anche a Roma, Firenze e Torino.

Un caso a parte - per gravità - rimane quello di Gallipoli, di fine estate 2013, quando in seguito a una serie di stupri in cui le vittime avevano denunciato di essere state drogate con un cocktail, il prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, decise di sospendere non solo la vendita di superalcolici, ma anche vietare happy hour in spiaggia e limitare lo svolgimento di feste e spettacoli.

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Foto in apertura di Giorgio Minguzzi via Flickr in Creative Commons