Musica

La guida definitiva delle hit estive italiane del 2020, Vol. 2

Visto che l'estate incredibilmente continua ad avanzare, è giusto che vi becchiate tutto il resto delle canzoni in forma di drink, trombette e reggaeton.
Tormentoni

Non pensavate davvero la nostra sublime raccolta di tormentoni estivi fosse già finita, vero? E infatti eccoci qui con la seconda parte: via alle danze!

Boomdabash, Alessandra Amoroso – "Karaoke"

"Squadra che vince non si cambia" è un detto che, in quanto tale, vale in ogni contesto, figuriamoci in quello conservatore delle hit estive. Dopo il successone con “Mambo salentino”, Alessandra Amoroso e i Boomdabash tornano con “Karaoke” e il tema, ovviamente, è di nuovo il Salento™, che ha dato loro i natali e di cui questo pezzo sembra uno spot: "Qui Lecce me sentu como lu sule lu mare e lu ientu", e ci mancherebbe.

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Alpitour a parte, è tutto collaudato per bissare i numeri della scorsa annata: i due producer hanno trovato quell'incrocio fra dancehall pugliese e ritmo sudamericano, gli autori-fantasma (tra cui Federica Abbate) hanno i riferimenti giusti—ballare sulla sabbia, le serenate, "far tardi" alle serate, gli amori "proibiti" che però, guarda caso, l'ascendente dell'estate rende leciti—e la voce iper-pop di Amoroso è sostanzialmente inoppugnabile in appuntamenti del genere. Solo un dubbio: da quando uno dovrebbe aver voglia di andare a un karaoke nel 2020? Non vorrei lo spot fallisse, e la gente non andasse più in vacanza in Salento™. Nel caso, toccherà chiamare Ferragni.

Frase memorabile: "Tu abbracciami forte per tutte le volte che non hai potuto ieri".

Rocco Hunt, Ana Mena – "A un passo dalla luna"

Col reggaeton facciamo come i calciatori italiani alla fine dell'Ottocento: per non sembrare dilettanti ed evitare accuse di appropriazione culturale, chiamavano gli inglesi—che il calcio, loro, lo avevano inventato—a giocare da noi e a "insegnarci" come si fa. Ecco: allo stesso modo, piuttosto che sviluppare una sorta di reggaeton, boh, mediterraneo, a oggi gli artisti nostrani organizzano feat. con star del mondo latino che di esotismo e cassa dritta ne sanno più di noi.

In questo caso, Rocco Hunt ha scelto Ana Mena, cantante spagnola che collabora anche a un pezzo di Fred de Palma—manco fosse un'istruttrice del genere, insomma. Ci sta: se siamo così confusi noi dalla svolta reggaeton del rapper napoletano, non vedo perché un minimo non dovrebbe esserlo lui, e prendersi una guida navigata come lei è in fondo una buona idea. Detto ciò, “A un passo dalla luna” va fortissimo in radio, peccato che a una chitarrina tropicale insolitamente fresca aggiunga il solito carico di riferimenti del Sudamerica-visto-da-qui , e cioè i tramonti, il mare, le case divorate dalla salsedine. Oltre chiaramente all’amore straccia vestiti. Viene caldo solo a sentirla, è vero, ma è una calura apatica, altro che voglia di mare.

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Frase memorabile: "E fidati se dico: 'Sei bella da paura'. / Facciamo finta che, l'estate è solo nostra, / anche il mare ci guarda, sembra lo faccia apposta".

Fred De Palma, Anitta – "Paloma"

Mappiato è un sito che indica sulla cartina tutti i luoghi citati da Franco Battiato nei suoi pezzi. Ecco, sogno una mappa identica per le città citate dai nostri tormentoni estivi negli ultimi anni—ho come l’impressione che ne basterebbe una solamente del Sud del mondo. Per dire: “Paloma” di Fred De Palma e Anitta, da brava hit qual è, nel proprio bignami inserisce Medellin. Per il resto, per descriverla vorrei scrivere un enorme "vedi sopra", perché gioca sullo stesso terreno del pezzo di Rocco Hunt e Mena (e molti altri, in effetti): pop-rap estivo e svolazzante, pieno di spagnolismi, un po' ignorante, con la voce di lui sguaiatissima e quella di lei effettata.

Tutto qui? Nì, perché a marcare la differenza, qui, è un video magnifico e per niente stereotipato, che si apre con una grafica da autoscontro e in cui De Palma—a torso nudo, con indosso solo una giacca bianca ricamata in oro e delle collane—gira per la calle in cerca del suo amor, qui incarnato da una Anitta conciata come la più tradizionale delle mujeres ispaniche. Intorno: ballerini, angurie, mare. Che cosa volere di più?

Frase memorabile: "Voglio i tuoi occhi per guardare il mondo / e le tue labbra per dimenticarlo, uebe ('baby' nel gergo di De Palma, NdA)".

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Margherita Vicario (feat. Izi) – "Piña colada"

Anche qui, in teoria, lo schema è il solito: interprete donna e rapper maschio (come De Palma e Hunt, rispettivamente con Anitta e Mena), melodia latina e riferimento a un cocktail esotico a caso nel titolo. Ma, nonostante premesse da scongiuri, con Margherita Vicario e Izi esce un pezzo intelligente, una parodia delle hit tradizionali: parole spagnole decontestualizzate, enfatizzate da arrangiamenti in stile mariachi; lei che canta a razzo col solito istrionismo e un po' d'ironia sugli stereotipi della saudade di rito—a proposito: ma quand'è che gli altri tormentoni recuperano un po' di umorismo?—; Izi che, felpato e liquido, sembra quasi l'antitesi degli altri rapper. “Piña colada” ha un testo lunghissimo e arguto; pure troppo, per gli standard della stagione—ma decisamente ce lo teniamo così, altroché.

Frase memorabile: "Siamo troppi, troppo creativi, / alcuni tristi, molti fessi, pochi cattivi".

Bobo Vieri, Nicola Ventola, Lele Adani – "Una vita da bomber"

In quarantena, Bobo Vieri, ex calciatore e "bomber", ha iniziato a condurre dirette Instagram seguitissime con amici e colleghi, che gli sono valse ulteriore notorietà al di fuori del mondo del pallone, in primis per le doti da showman—sembra facile, organizzare appuntamenti del genere, ma non lo è. Tradotto: mica pensavamo di liberarci di lui finito il lockdown, vero?

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Quindi eccolo con la sua prima canzone, insieme agli ex compagni di campo (e oggi di dirette) Nicola Ventola e Lele Adani—quello della "garra charrua", per intenderci. La base è ovviamente estiva e ovviamente reggaeton, figuriamoci, per quanto sembra preparata in tre-secondi-tre con trombette, una coreografia da recita scolastica e pa-para-pà nel ritornello per quando finiscono le parole. Roba da far rimpiangere gli Autogol col Papu Gomez. Come da titolo, invece, il testo è un insieme di giochi di parole elementari—"Mai stato un uomo assist, no / Bobo sa fare solo goal"—e di spagnolo da Erasmus, che si è preso accuse di sessismo e mascolinità tossica. Sacrosante, certo, ma proprio perché è stato detto tutto voglio sottolineare un aspetto sottovalutato: la verve e la spigliata naturalezza con cui Vieri, alla fine del brano, dice: "Dove andate, tutti quanti? Il vero bomber sono io". Ed è subito barzelletta di Totti e Del Piero.

Frase memorabile: "Quiero una vita de bomber / El más grande de todos".

Fedez, Robert Miles – "Bimbi per strada"

Stento a comprendere dove stia andando la carriera di Fedez, se non fuori dalla musica vissuta in prima persona. Dopo il disastro di Paranoia airlines, sia come album in grado di lasciare tracce nel nostro immaginario—vi ricordate per caso almeno due pezzi dell'album?—sia come operazione commerciale in sé, sembra che Fedez faccia canzoni tanto per, senza particolare promozione né la ricerca di una formula di successo—o almeno lui sostiene così).

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Non so se sia come la favola della volpe e dell'uva, ma anche il pezzo di quest'estate pare un anti-tormentone, scritto giusto per far incazzare i puristi della trance anni Novanta: “Bimbi per strada” è costruita su un campionamento di “Children” di Robert Miles—che bello leggere i loro due nomi insieme, eh?—, e a parte il solito utilizzo massiccio dell'autotune sembra più un rimando ai 90s che una hit che strizza l'occhio a mode e bella stagione. La cosa curiosa è che, in un'estate di suoni tutti identici, ripensando anche a com'era il Nostro solo un paio d'anni fa quando duettava con Ax, sembra una boccata d'aria fresca. E che arrivi da parte di Fedez è, in effetti, pazzesco.

Frase memorabile: "Baciamoci e facciamo l'errore dell'anno".

Takagi & Ketra, Elodie (feat. Mariah, Gipsy Kings, Nicolas Reyes, Tonino Baliardo) – "Ciclone"

Non fatevi spaventare dalla lista dei nomi in sequenza: Takagi & Ketra vale come uno e, nonostante i tanti galli a cantare, comunque si è fatto giorno… nel senso che siamo davanti al solito pezzo dell'estate. Mentre Fedez riscopre Miles e Lauro costruisce un album con le hit eurodance, Takagi & Ketra la prendono larga e recuperano l'atmosfera spagnol-toscana de Il ciclone, il film del 1996 di Pieraccioni che compare anche nel video-revival. Insieme ai due deus ex machina del pop, fra il flamenco e l'Italia delle radio, arrivano poi gli stati generali del pop europeo: Elodie, i Gipsy Kings, Mariah, Nicolas Reyes e Tonino Baliardo, oltre a Federica Abbate e Davide Petrella fra gli autori. Tante carne al fuoco ma, per citare un altro film anni 90, "il mio falegname con 30mila lire la fa meglio".

Frase memorabile: "Cento giorni senza rincontrarsi / non credevo che poi mi mancassi".

Patrizio è su Instagram.

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