Partiamo da una premessa: per andare al Trabucco da Mimì di Peschici, devi volerlo intensamente. Per due motivi: è difficilissimo prenotare, soprattutto d’estate (è aperto da maggio a settembre solitamente); dovrai fare tante curve, evitare qualche buca, e procedere lentamente dietro a qualche Ape Car nell’unica strada che costeggia il promontorio Gargano.Essere di successo non vuol dire essere turistici. Abbiamo successo sui social e siamo sempre pieni, è vero… Non siamo un posto per soli local. Rispetto ai posti che puntano tutto sulla location, noi abbiamo fatto un percorso inverso…
Oggi è diverso. “Lo scontrino è più alto, il servizio è migliorato, anche se ogni tanto mi viene nostalgia per la tovaglietta e la caraffa di vino. Credo che non possiamo fermare questa evoluzione, sarebbe deleterio. È nato anche un dibattito interno alla famiglia e la cucina ha deciso di migliorare, avere una carta vini, fare gli aperitivi.”I Trabucchi si sono sviluppati da Chioggia in giù. Non è una peculiarità garganica. Nessuno sa dire chi l'abbia inventato veramente: ci sono poche fonti storiche prima del '900, e sono tutte del nord Italia. I trabucchi della costa marchigiana, emiliano-romagnola e veneta si sono evoluti verso il metallo. I nostri sono rimasti di legno, com'erano lì agli inizi del '900
“Sono pesci meno considerati perché il mercato richiede i pesci di allevamento. Manca cultura del pesce” aggiunge Vincenzo.Mentre il maestrale sferza fortissimo (qui è spesso così), chiedo a Domenico che effetto ha avuto il programma di Alessandro Borghese su questo posto che era già famosissimo.Una volta è arrivato un cliente da Catania che gira i ristoranti che vincono il programma di Alessandro Borghese. È stato una notte ed è andato via. Devo dire che ho visto un miglioramento nella clientela, e penso che sia merito anche della tv.
Comunque, non sono venuto qui solo per mangiare e parlare di cucina, ma per capire di più di questa macchina fatta di legno. Faccio un giro sul trabucco con i fratelli che mi raccontano il senso del trabucco. Domenico, che per la tutela dei trabucchi ha anche contribuito a scrivere una legge della Regione Puglia, mi spiega che “si sono sviluppati da Chioggia in giù. Non è una peculiarità garganica (a Peschici ce ne sono tre: il loro, e quelli delle famiglie Ranieri e Fasanella NdR). Dicono a malo modo che siano stati i saraceni, ma non ha senso, visto che erano pirati e venivano a fare razzia. Nessuno sa dire chi l'abbia inventato veramente: ci sono poche fonti storiche prima del '900, e sono tutte del nord Italia. I trabucchi della costa marchigiana, emiliana-romagnola e veneta si sono evoluti verso il metallo. I nostri sono rimasti di legno, com'erano lì agli inizi del '900. ”Il garganico è un terrazzano; non nasce pescatore, ma agricoltore e pastore. Il mare lo spaventava, e per tutelarsi ha costruito i trabucchi. Uno strumento a terra che ti permette di tornare a casa la sera.
“La pesca al trabucco è a vista. Una vedetta sale sull’antenna e quando vede una preda, attirata anche da un’esca di legno, grida “Via” e gli altri pescatori, solitamente due, girano gli argani per tirare su la rete”.