Cibo

8 ristoratori raccontano del Covid-19 e di come sopravviveranno il loro locali

In queste otto testimonianze il racconto surreale di 8 ristoranti che raccontano una storia universale: quella dei ristoranti lasciati soli durante l'emergenza coronavirus.
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"Molti dei locali, dei parrucchieri e degli estetisti che conoscete, le persone a cui volete bene, non li troverete, non riapriranno"

Fra fine gennaio e inizio febbraio sembrava un problema solo dei ristoranti cinesi. A metà febbraio ci si scherzava ancora su, ma gli introiti e il flusso dei clienti stava calando. Quando sono iniziati i primi lockdown soft, i ristoratori hanno capito che quello che sembrava una banale influenza non lo era davvero, e che i loro locali erano a rischio.

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Abbiamo chiesto a otto ristoratori di raccontarci in video come hanno vissuto, e stanno vivendo, questo momento difficile, con il ristorate chiuso a causa dell'emergenza sanitaria, la prospettiva di chiudere l'attività o di indebitarsi nuovamente. Otto voci che parlano di una situazione universale in Italia: il lockdown e il distanziamento sociale, che hanno portato alla chiusura di più di 50.000 attività ristorative con una perdita per ora quantificata di 30 miliardi di euro. I posti di lavoro a rischio sono più di 300mila.

Quasi tutti i datori di lavoro hanno dovuto mettere in cassa integrazione i loro dipendenti ma, salvo rare eccezioni di ristoratori che hanno potuto anticipare lo stipendio, l'INPS non è stato ancora in grado di erogare il denaro.

Il Governo, in questi mesi di quarantena, non ha mai previsto un aiuto sostanzioso per le attività commerciali che in questi due mesi e mezzo non solo non hanno guadagnato, ma hanno dovuto pagare anche affitto, dipendenti e fornitori.

"Molti dei locali, dei parrucchieri e degli estetisti che conoscete, le persone a cui volete bene, non li troverete, non riapriranno". Apre così il video Dario Pinchiotti, chef e proprietario di due ristoranti nel bolognese: Casa Merlò e Antica Trattoria Sacerno.

Luca Natalini, chef e patron di Autem in provincia di Parma, non riaprirà più il suo ristorante dopo questo lockdown. "Immaginate un imprenditore di 30 anni, che ha fatto di tutto per aprire un locale bellissimo… E siamo partiti con difficoltà, ma siamo partiti bene. Un locale sano. E ora? Chiuso" e continua nella sua testimonianza ricordando quanto il problema della cassa integrazioni sia problematico: "Le casse integrazioni ai dipendenti che ancora non sono arrivate…Come campa la gente? Una persone che ha la famiglia alle spalle, come campa?".

Nel video altri imprenditori e cuochi: Aya Yamamoto (Gastronomia Yamamoto); Eugenio Boer e Carlotta Perilli (Bu:r); Sarah Cicolini (Santo Palato); Josef Katthabi (Kanpai); Martina Miccione (Tipografia Alimentare); Stefano Terigi (Il Giglio e Gigliola).

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