Napoli cocktail
Tutte le foto di Alessandra Mustilli.
Cibo

Sono stata nel bar di Napoli dove le bottiglie di alcolici non hanno etichette

Da Raimondo, nel centro di Napoli, nessuna bottiglia ha l'etichetta del brand sopra. Non puoi fare altro che affidarti a loro e ai tuoi sensi.

Se vi invitassi a bere un gin-tonic, scegliereste il gin oppure siete più persone da “fai tu” diretto al barman? Io lo sceglierei, perché so cosa mi piace, perché non so cosa potrebbero propormi e perché spesso, se non hai una preferenza, il barista sceglie di default il distillato meno costoso. Che spesso vuol dire scarsa qualità e, quindi, hangover.

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Questo è il giro di pensieri che tendenzialmente faccio—e, immagino, faccia la maggior parte di voi—ed è anche ciò che il nuovo cocktail bar al centro di Napoli, Raimondo Spirito Artigiano, cerca di combattere: il pregiudizio verso l’ignoto. È il primo bar di Napoli (e forse d’Italia) senza etichette in vista.

Raimondo Spirito Artigiano, in una zona del centro piena di sedi universitarie, è un luogo che mette al primo posto l’esperienza di una buona bevuta invece delle etichette più conosciute, nonostante per molti di noi le due cose coincidano. Le persone che lavorano da Raimondo cercano di guardare oltre la bottiglia, cercano di fare in modo che il cliente si fidi.
Con queste premesse, incuriosita, decido di farci un salto.

Raimondo cocktail bar napoli

L'ingresso di Raimondo. Tutte le foto di Alessandra Mustilli.

Già da lontano si notano le luci neon di un bar che quando arrivo, di contro, sembra molto asettico. Le linee sono pulite, il design estremamente minimal, non ci sono suppellettili, quadri, o abbellimenti di alcun tipo: regnano solo i lunghi scaffali zeppi di bottiglie anonime, senza etichette, e un grosso bancone in acciaio che dona al locale l’aria di un laboratorio. 

Ad accoglierci ci sono Valentina Infantozzi, la proprietaria ed ideatrice del format, l’head bartender Maurizio La Spida e il bartender Riccardo Cascino. 

“Abbiamo sposato la causa della bevuta anonima perché, spesso, le persone si lasciano influenzare dalle etichette,” mi spiega Maurizio La Spida.

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Napoli cocktail bar raimondo

La bottigliera di Raimondo Spirito Artigiano dove le bottiglie non hanno etichette.

L’intento del gruppo, che sono è stato il primo a pensare un format così a Napoli e non solo, è infatti quello di riuscire a evidenziare l’importanza di un buon cocktail senza farsi condizionare dalla marca: l’unica cosa che conta è la qualità del sorso e, quindi, del prodotto, senza condizionamenti di marketing. 

E poi c’è quella parola nel nome, artigiano. Così, trasportata dalla loro storia, mi faccio spiegare quale sarebbe la parte artigianale nel loro cocktail bar.

“Spirito artigiano,” mi spiega Maurizio La Spida fa riferimento alla caratterizzazione che attuiamo sui distillati, scegliendoli. Ci consideriamo, un po’ provocatoriamente, degli artigiani del bere, lavorando su ogni ricetta in modo da renderla unica. Ma è il lavoro attento di selezione dei distillati il primo passo, assaggio dopo assaggio.” 

Il concetto di non mostrare le etichette dei brand è sicuramente abbastanza nuovo in Italia, ma è un trend in crescita nel mondo: diversi cocktail bar di altissimo profilo, dall’Australia (si pensi all’Above Board di Melbourne) a Londra (come Lyaness) non mostrano le etichette. E alcuni, invece, non mostrano proprio le bottiglie: A Bar With Shapes For a Name a Londra, Untitled e, in Italia, l’Unseen di Milano, per citarne alcuni.

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Raimondo Napoli mixology minimal

L'autrice che annusa diverse spezie che hanno da Raimondo.

In via Paladino non servono cocktail, ma sapori. Gli artigiani-bartender di Raimondo scelgono quindi i distillati e i liquori migliori secondo le loro esigenze e li imbottigliano cambiando bottiglia (perché anche dalla forma si può intuire), senza metterci etichette. Alcuni distillati vengono semplicemente imbottigliati, altri invece subiscono un piccolo, ma importante processo di personalizzazione, grazie all’ampia scelta che offre il loro speziario.

Tutti i gin, ad esempio, sono dei compound, ovvero dei london dry arricchiti da erbe e spezie messe a macerare o a cuocere.
In quest’ultimo caso il distillato viene messo sottovuoto con la giusta grammatura di bacche e spezie e viene cotto per quarantacinque minuti a quarantacinque gradi, dopodiché viene filtrato e imbottigliato. Senza etichetta, ovviamente. Ogni bottiglia ha attaccata sul fondo l’accisa da cui il distillato deriva, in modo che si possa sempre risalire al prodotto di partenza—anche, ovviamente, per motivi legali.

Napoli bar senza etichette Raimondo

I ragazzi e le ragazze di Raimondo ci spiegano come funziona il loro bar.

“Per scegliere il distillato, secondo noi, bisogna viverlo,” mi spiegano. Quindi aiutano i clienti nella scelta con dei tester in bella vista sul bancone. Di gusti c’è una scelta infinita: gin al ginepro, ibisco, rosa canina, vodka alla cannella, rosmarino e molti altri.

Napoli raimondo spirito artigiano bar

Il barattolo di vetro che contiene lo Smoked Negroni.

A questo punto sono curiosa di assaggiare ciò che è già il loro signature di cui si parla tanto in centro a Napoli: lo “Smoked Negroni”. 

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Raimondo bar Napoli no etichette

L'autrice che scruta lo Smoked Negroni prima di assaggiarlo.

Maurizio La Spida e Riccardo Cascino lo preparano mentre mi dicono che proprio in questi giorni stanno studiando una nuova drink list che possa raccontare al meglio la loro filosofia, perché al momento si stanno focalizzando su delle variazioni dei cocktail classici. 

“Ci piacciono le cose semplici ed essenziali, da ciò deriva la nostra scelta di non miscelare troppi distillati,” continuano. Da Raimondo si lavora sull’infusione, sul gusto, sul match degli ingredienti, senza utilizzare tecniche estremamente complesse, altrimenti, come ci ha detto Maurizio La Spida: “Il cocktail diventa un semplice esercizio di tecnica del bartender.” Invece qui c'è poca tecnica e molti fatti: il cocktail deve essere decifrabile, i sapori ben distinguibili.

Il Negroni, come tutti gli altri drink targati Raimondo, viene servito senza garnish, svestito: anche questo è un bel modo per spostare l’attenzione sul sapore finale

Ecco pronto il mio Smoked Negroni, affumicato dalle 24 alle 48 ore in un’ampolla di vetro: l’affumicatura di legno di melo viene ripresa tutti i giorni per una quarantina di minuti. Noto subito il chunk di ghiaccio, bellissimo, che fatica a sciogliersi, per controllare la diluizione durante la bevuta.

Il Negroni, come tutti gli altri drink targati Raimondo, viene servito senza garnish, svestito, come uno stile minimal richiede: anche questo è un bel modo per spostare l’attenzione sul sapore finale e secondo me rende il tutto anche più raffinato. L’effetto che ne viene fuori è una lieve accentuazione dell’amaro e un forte, fortissimo, avvolgente aroma di affumicato.

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Dopo lo Smoked Negroni, che vi consiglio assolutamente di provare se vi piace il genere, è tutto in discesa.

Io e la fotografa, Alessandra Mustilli, proviamo un Boulevardier alla banana e fava di cacao, anche questo spaziale, chiamato Banana Museum: a base di whisky, devo ammettere che la fava di cacao non si sentiva molto, ma la banana sì e dava al drink una dolcezza morbida e avvolgente. Tipo un banana bread alcolico. Concludiamo invece con un gin tonic speziato al rosmarino. Forse in qualche foto vi sembrerò allegra e, forse, qualche foto potrebbe essere venuta mossa.  

Raimondo Napoli bar no label

L'autrice, effettivamente fuori fuoco. Sullo sfondo la proprietaria Valentina Infantozzi.

Cocktail bar Napoli Raimondo

L'autrice che si gode il suo gin tonic al rosmarino.

Ma non sono solo il drink finale e i distillati il focus di Raimondo. Chiacchierando con loro al bancone, scopriamo anche l’importanza che danno alla centralità del bar come ambiente sociale. 

“L’idea di questo bar nasce durante la pandemia, in un momento in cui io per prima ero stufa di sentirmi così isolata dal mondo,” racconta Valentina Infantozzi. Prima del covid il bar era anche un posto di scambio, di networking, post pandemia questa accezione si è un po’ persa. Quello che vogliamo fare noi è di creare uno spazio curato nei minimi dettagli per dare un’esperienza non solo gustativa, ma per connettere le persone a noi e le une agli altri.”

Raimondo napoli mixology

I samples che i clienti possono provare prima di scegliere il proprio distillato.

A loro piace dire che i cocktail qui, proprio per queste chiacchiere che tendono a fare con il cliente, siano tailor made. E lo fanno seriamente. Maurizio prima ti crea una specie di scheda anamnesica e poi formula una proposta aderente a ciò che effettivamente ti aspetti, “senza mai specificare i brand perché “essere schiavi del brand vuol dire non voler vivere il bar,” spiega.

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Dopo tre cocktail, una piacevolissima chiacchierata e qualche foto, li salutiamo promettendoci di tornare presto.

Io non sono una grandissima esperta di distillati, sono una comune quasi trentenne, alla quale piace bere bene, e decisamente una profonda estimatrice del gin-tonic: la mia bevuta è essenzialmente pulita, non amo le miscele troppo complicate e mi fanno impazzire i bicchieri alti. Quindi per me Raimondo Spirito Artigiano era, possiamo dire, su misura

Tuttavia non so se sono del tutto convinta di questa bevuta anonima: a volte mi dà sicurezza vedere la bottiglia del mio brand preferito. Ma questa sono io: di certo c’è che questo bar è una vera nuova perla alcolica di Napoli.

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