Granchi Blu
Tutte le foto per gentile concessione dell'intervistata.
Cibo

Perché dovremmo mangiare le specie aliene di pesci e crostacei

Ci sono animali, come il granchio blu, la cui presenza diventa sempre più invasiva per i nostri mari. E quindi? Quindi mangiamoli.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT

“Il nostro obbiettivo, anche se suona un po’ ambizioso, è inserire il granchio blu nella dieta mediterranea”

Qualche settimana fa ho partecipato ad Al Mèni, il bell’evento sulla Riviera Romagnola che unisce cuochi da tutto il mondo sotto un tendone da circo. Tra gli chef partecipanti c’era Simone Tondo, chef di Racines a Parigi, che ha preparato un taco di piadina romagnola farcito con granchio blu. Il nome dell’animale ha subito colpito la mia immaginazione: non l’avevo mai sentito e quel colore, unito al crostaceo, mi evocava una bestia degli abissi venuta fuori dalle favole. E in effetti non ero andata così lontano. Solo che il granchio blu non è un mostro, bensì un alieno: una specie aliena, nello specifico, ovvero una specie “trasportata dall'uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della propria area d'origine.”

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Le Mariscadoras con Massimo Bottura ad Al Mèni. Tutte le foto per gentile concessione dell'intervistata.

A raccontarmi un po’ meglio cosa sono queste specie aliene sono state un gruppo di professioniste dal nome altrettanto evocativo e favolesco: le Mariscadoras. Alice Pari, public relations manager, mi racconta da dove viene: “Le mariscadoras sono le donne ‘di mare galiziane’ che hanno lottato per essere riconosciute nel settore della pesca e dell’acquacoltura per ricevere parità di diritti rispetto agli uomini. Ma il termine esiste anche in dialetto romagnolo per indicare le raccoglitrici di vongole, come mia nonna.” La start-up nasce a Rimini nel dicembre 2021 — “Siamo giovanissime di età e di costituzione” — e oltre a lei comprende Giulia Ricci, Carlotta Santolini, Ilaria Cappuccini e Matilde Banchetti.

Cosa sono le specie aliene

“Una delle nostre socie faceva attività di citizen science nelle barche, e parlando con i pescatori si è resa conto che le specie aliene nell’Adriatico cominciavano a essere un problema,” racconta Pari. Ma cos’è una specie aliena? È una specie che si insedia velocemente e pervicacemente in un ecosistema che non è il suo e crea molteplici danni: alle specie autoctone (di cui si nutre o di cui divora il nutrimento); all’habitat in cui si insedia; alle attività antropiche collegate a quell’ecosistema, come la pesca o il turismo, nel caso del mare.

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“Le ragioni di migrazione delle specie alloctone sono prevalentemente antropiche”

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Tutte le foto per gentile concessione dell'intervistata.

Fermarne la migrazione è, nella maggior parte dei casi, impossibile. Le ragioni di migrazione delle specie alloctone sono prevalentemente antropiche e “la globalizzazione dei nostri scambi è tale che non si possono certo arrestare.” Se gli aliens sono destinati a rimanere, tanto vale sfruttarli. L’obbiettivo della start-up Mariscadoras è duplice: da una parte alleggerire la pressione delle specie sovra-sfruttate nel mare, le cosiddette specie target, e dall’altra contenere la proliferazione delle specie aliene e i problemi che causa all’ecosistema marino.

E a quello umano: alcune di esse distruggono le attrezzature dei pescatori locali o causano danni alle spiagge. Il granchio blu è un esempio perfetto di specie aliena invasiva: “Dove ci sono loro non c’è altro.”

Cos’è il granchio blu

Il granchio blu si è insediato velocemente e pervicacemente in un habitat che non era il suo, il Mare Mediterraneo, e ha fatto, altrettanto velocemente, un sacco di danni. Il suo nome scientifico è Callinectes sapidus ed è originario dell’Atlantico occidentale e del golfo del Messico. È arrivato nel Mare Adriatico nel corso del Novecento — la prima segnalazione è del 1948 — attraverso le cosiddette acque di zavorra delle navi e il surriscaldamento globale ha creato il suo habitat perfetto nei nostri mari. I danni che causa sono molteplici: strappa le reti, distrugge i letti di alghe, divora il cibo degli altri pesci o i pesci stessi. A essere colpiti in modo particolare il Delta del Po e le coste pugliesi.

“Noi ci occupiamo degli aliens marini ma ne esistono anche di terra, ad esempio le nutrie, o certe specie di tartaruga.”

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Tutte le foto per gentile concessione dell'intervistata.

Un pericolo per l’economia locale e soprattutto per la biodiversità. Il lavoro delle Mariscadoras consiste nel creare una nuova filiera intorno al fastidioso crostaceo: “La cattura delle specie aliene viene vista come accessoria e non ha mercato. Noi glielo creiamo, collaborando anche con numerosi chef,” mi spiega Pari. Quello che fanno è sostanzialmente spostare l'attenzione dalle specie sovra-sfruttate a quelle aliene, incentivandone il consumo e facendo divulgazione: “Al momento il nostro obbiettivo, anche se suona un po’ ambizioso, è inserire il granchio blu nella dieta mediterranea.” Dopotutto, perché no?

Nel mare Mediterraneo il granchio blu non trova predatori e riesce a nutrirsi di invertebrati, uova e pesci che incontra. Complice l’innalzamento delle temperature, poi, anche la temperatura delle ‘nostre’ acque è diventata perfetta per la loro riproduzione. E non è l’unica specie aliena nei nostri mari. Altri esempi sono pesce serra o noce di mare: “Noi ci occupiamo degli aliens marini ma ne esistono anche di terra, ad esempio le nutrie, o certe specie di tartaruga.”

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Paccheri con granchio blu. Tutte le foto per gentile concessione dell'intervistata.

Uno dei partner di Mariscadoras è Ecopesce. Il co-direttore generale Mattia Acquaviva mi racconta in cosa consiste il loro lavoro: “Essenzialmente ci occupiamo di blue economy. Siamo un laboratorio di trasformazione del mercato ittico che valorizza il pescato “locale”, nel senso più generale del termine, quello della zona Fao 37. Siamo partiti da un presupposto: il consumo del pesce va adattato alle stagioni. La passata di pomodoro la fai a settembre, mica con quelli cresciuti in serra durante l’inverno, no?”. Ecopesce trasforma il pescato in prodotti già pronti e contribuendo così alla promozione di alcune risorse ittiche meno sfruttate.

“In Adriatico durante l’inverno c’è grande abbondanza di pescato, ma quasi zero richiesta,” propone Acquaviva. “Ad esempio in inverno la mazzola costa 70 centesimi, ma è il momento migliore per mangiarla, mentre all’asta — noi andiamo al mercato ittico di Rimini e a quello di Cesenatico — viene battuta a molto di più durante l’estate.” Quando collaborano con le Mariscadoras, durante eventi come Al Mèni, trasformano le specie aliene come il granchio blu e le rendono appetibili a un pubblico più generalista, o a chef che non le conoscevano. Cambiando i mari, un alieno alla volta.


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